In esclusiva, Stefano Rissetto fa il punto della situazione blucerchiata:
Un voto al mercato? In tutta ironia direi 4, anzi 7. Non è un verdetto scolastico canonico, quanto piuttosto la differenza aritmetica tra i numeri 27 e 23, che rimandano a Quagliarella ed Eder, e quella tra i 5 gol fin qui segnati dall’ex torinista e neodoriano, contro i 12 dell’oriundo messo al servizio di chi non lo voleva in Nazionale.
Di certo, la cessione dell’attuale secondo marcatore del campionato, grave in sé, ha un ulteriore elemento di rilevanza, perché collide orizzontalmente con la promessa «A gennaio non vendo nessuno, anzi compro». Un conto erano le battute estemporanee a getto continuo, come quella sullo scultore da ingaggiare per la statua relativa all’ingaggio di Osvaldo; altro era una rassicurazione relativa al giocatore non solo migliore, ma più amato dalla piazza, presso la quale adesso, sulla base del contrasto urticante tra dichiarazioni e fatti, le parole dei vertici societari ben potrebbero essere valutate non diversamente da una moneta da tre euro.
Di là dalle battute, l’undici base potrebbe anche dirsi fortificato. Ma anche l’estate scorsa l’organico sembrava – e veniva da quasi tutti giudicato – il più competitivo dal ritorno in A del 2003. Perciò, parola al campo.
Quanto al futuro societario, l’idea di finanziare la Sampdoria con la Sampdoria – ormai evidente da quanto emerso nelle tre sessioni di mercato fin qui condotte dall’attuale gestione – presuppone fiuto, tempismo, esperienza. Altrimenti, è puro azzardo.
Come vedi la futura convivenza tra Quagliarella e Cassano?
Rissetto:
Quagliarella è sì tutt’altro che giovane ormai, ma ha avuto in blucerchiato nove anni fa la migliore stagione della carriera. Trova Cassano, che era arrivato dopo la sua partenza. Starà a Montella individuare il modulo più adatto per farli coesistere: problema non indifferente, visto che il numero 99, in una intervista natalizia non molto natalizia, aveva fatto capire di non essere molto contento di giocare poco da titolare. Stando così le cose, a forte rischio di eclissi diventa adesso Muriel.
Spettro retrocessione: ipotesi realistica o solo legittima preoccupazione dei tifosi?
Rissetto:
Il pericolo retrocessione non può essere escluso a priori, anche perché quando una società e una squadra partono con obiettivi europei e si vedono costretti, strada facendo, a ridimensionare i programmi, gli equilibri possono diventare molto fragili. Occorre quella consapevolezza del rischio che cinque anni fa era completamente mancata a tutti i livelli, dalla presidenza alla gradinata.
Il Carpi – realisticamente ormai l’unico avversario – ha uno spessore tecnico modesto, ma non difetta di quell’entusiasmo che lo ha portato in A e che potrebbe mantenercelo, se la Sampdoria non troverà – anche in questo caso a tutti i livelli – compattezza, umiltà e realismo.
Favorevolmente, in tal senso, va accolto l’appello unitario di tutte le componenti del tifo a un congelamento delle tensioni, in funzione di un sostegno inequivoco e intenso alla squadra; è tuttavia auspicabile che le questioni adesso reputate non prioritarie vengano immediatamente affrontate in via dirimente, una volta archiviati i patemi di classifica. Negli ultimi tempi, infatti, si sono registrate troppe e troppo vistose mancanze di ordine valoriale, a firma di una dirigenza a lungo scudatasi con il buon andamento dei risultati. Ma ora i numeri dicono che la squadra, dopo la più rovinosa eliminazione europea di sempre, ai primi di febbraio è in basso come non accadeva dall’infausto 1999: quindi il piatto piange sotto ogni profilo e, possibilmente a pericolo scampato, non si potrà non tenerne conto, avviando una riflessione su un quesito elementare: se questa gestione serva alla causa della Sampdoria più di quanto la Sampdoria non serva alla causa di questa gestione.
1 commento
“Quella consapevolezza del rischio che cinque anni fa era completamente mancata, a tutti i livelli, dalla presidenza alla gradinata “. Ecco, e’ esattamente la stessa fondamentale componente che manca anche quest anno, non nella societa’ ne tantomeno in una tifoseria gia’ scottata, bensi’ nella squadra. D altronde i giocatori non rischiano niente, tanto si sa, nel calcio i contratti sono materia gassosa. I discorsi su Carpi e Frosinone, Dott. Rissetto sono gli stessi, un po’ spocchiosi che si sentivano su Lecce e Cesena 5 anni fa… Urge un cambio di mentalita’ , in fretta e anche in proiezione futura, prima di picchiarci , pesantemente, di naso.