Il commento del giornalista Massimo Villa sul campionato blucerchiato
Questa settimana non me la posso prendere con Zenga. Io poi a Zenga gli voglio bene. E’ un personaggio, a me i personaggi piacciono. Danno un’immagine, e serve anche quella. Poi, certo, i personaggi devono anche rendere. Però con 14 punti e il settimo posto, non posso certo dire che Zenga non renda. Fossimo brillanti anche in trasferta come a Marassi saremmo ai livelli della Roma, quindi è giusto non lamentarci troppo. Nonostante gli errori e la poca personalità dimostrata fuori dalle mura amiche, per carità. Su quello bisogna assolutamente maturare, non si discute.
E dopo Empoli ci sarà subito il banco di prova di Verona, contro il Chievo, per vedere di ribaltare l’atteggiamento fastidioso fino ad ora dimostrato.
Tre partite in una settimana, alla fine il turnover è una parola d’ordine. Il brutto della Samp è che certi giocatori non possono farlo. Fortunatamente Barreto e Fernando, indispensabili quanto insostituibili (nel vero senso della parola, visto che non c’è nessuno in panca che può farlo, a parte Palombo, ma Zenga sembra preferirgli Ivan, anche se non è un incontrista) si sono “riposati” in precedenza, per motivi diversi.
Davanti Cassano scalpita, Correa potrebbe tornare ad avere una chance da titolare, mentre Soriano pare ormai padrone del centrocampo e difficilmente tornerà a fare il trequartista. Soriano è l’elemento che a mio avviso è maggiormente maturato dall’anno scorso. Ora è un leader, si vede e si sente tutta la partita. E segna pure. Proprio nell’anno che sembrava dover essere ceduto. Ed ora più che ad Agosto, un brividino lungo la schiena mi scorre pensando al mercato di Gennaio. Non vorrei si ripetesse l’affare Gabbiadini, che scombussolò tatticamente tutta la squadra, anche con gli arrivi di Eto’o e Muriel.
Dicevamo turnover, arma a doppio taglio. Pereira sulla sinistra io me lo giocherei. Anche perché se Moisander non sembra essere quella certezza che si sperava (al centro mi paiono abbastanza intoccabili Silvestre e Zukanovic), a sinistra l’alternativa si chiama Mesbah (alternativa a Regini), e non credo che mettere definitivamente il giovane portoghese in panchina dopo il ritorno di Cassani e De Silvestri, sia una buona idea. Come cambiare una squadra che vince. L’ha fatto il Genoa sabato e ha perso. Lo dice anche Zenga nel suo libro: “squadra che vince… si cambia“. Proprio perché nel calcio moderno gli impegni pressanti obbligano spesso al turnover, ad esempio. Ma anche qui mi scorre un brivido, anche se vedre Cassano in campo dal primo minuto mi farebbe piacere.
MASSIMO VILLA
1 commento
D’accordo su Soriano, credevo che l’offerta del Napoli fosse irripetibile, oggi la penso diversamente!
Su Ivan… non é un incontrista??