Follie, errori amatoriali, ridicolaggini. Ma ciò che conta è che ieri sera abbiamo conquistato un punto prezioso, come oro colato.
Quel che non ti aspetti accade: la frase pluri-abusata che nel calcio può succedere di tutto ha avuto l’ ennesima conferma nella cattedrale nel deserto di Trieste.
Lo stadio è semivuoto. Brillano un centinaio di doriani che cantano per tutta la partita (anche quando sembra volgere al peggio).
La Sampdoria scende in campo con una formazione a sorpresa. Delio, scervellandosi, ha tirato fuori dal cilindro una formazione inaudita per ovviare all’assenza di Eder. Non se la sente di rischiare Sansone e mette in campo una sorta di inaspettato 3-6-1, con Gabbiadini abbandonato in fondo al campo, a fare a sportellate con la folta difesa cagliaritana, e Wszolek, all’esordio in campionato, a suo supporto.
Ma il paracarro polacco sembra un pesce fuor d’acqua, fuor dalle acque della Vistola: caracolla, non molla, di tanto in tanto sembra aver bevuto una quantità oltre la norma di vodka, ma in sostanza dà poco sostegno in avanti.
Il Cagliari, da par suo, orchestrato abilmente da Cossu e Niangollan, tiene il bandolo della matassa: ha individualità superiori alle nostre e dà l’idea di poter colpire da un momento all’altro. Passa in vantaggio con Ekdal e, come se non bastasse, viene graziato da uno svarione del guardalinee, che annulla clamorosamente una rete validissima di Wszolek (scarso ma goleador).
Alla fine di una partita che resterà negli annali anche per il cambio di metà ripresa Gavazzi-Barillà (che fa pensare ad una partita di infima serie C), ecco che arriva, tra il 90′ e il 94′, l’ormai celebre e delirante tourbillon di cappellate da ambo le parti: Agazzi è protagonista sovrano. Ma anche Da Costa non scherza, con la sua barriera messa alla cieca. Il gollonzo di De Silvestri è il marchio conclusivo di una partita rocambolesca, illogica, ma importante per i nostri colori.
Ben consapevole dell’importanza di questo punto, Delio Rossi scatta dalla panchina quando il tiro sghembo di Lollo colpisce la tibia di Gabbiadini e va in rete per il 2-2. Delio si proietta verso la curva blucerchiata, smulinando i pugni con manifesta e incontenibile gioia. Tutto questo gli vale il cartellino rosso. Ma poco importa.
Si esce dal Nereo Rocco di Trieste con un punto insperato, una boccata d’ossigeno. La prossima partita con la Roma sarà affrontata senza acqua alla gola (ma a livello del piloro) Forza Doria, avanti così!