Sit-in degli Ultras Tito Cucchiaroni davanti alla sede della Lega Calcio a Milano, dove le società sono riunite per affrontare la vendita dei diritti tv e sono accusate di svendere il campionato.
Gli Ultras hanno esposto uno striscione eloquente davanti all’ingresso di via Rossellini: “Senza di noi valete niente, il calcio è zero senza la sua gente!”.
Distribuito anche un volantino, in cui gli Ultras spiegano le ragioni della loro protesta che coincide con il pensiero di moltissimi tifosi. Questo il testo:
“Apprendiamo che, a causa del palese disinteresse dei maggiori interlocutori sulla questione diritti tv, qualcuno di voi sta pensando di svendere ulteriormente il calcio, mettendo nelle mani dello ‘SKY di turno’ decisioni che impatteranno sull’approccio alla partita degli unici soggetti che non state interpellando, e che in realtà dovrebbero essere il vostro ‘cliente prediletto’: i tifosi.
“Oggi, come ieri…. come dieci, quindici anni fa, veniamo a dirvi che state sbagliando tutto!
Che mettere il calcio, gli orari, i giorni delle partite, nelle mani delle televisioni non vi salverà dal fallimento!. Qualcuno di voi dovrebbe domandare a un tifoso cosa ne pensa delle partite al lunedì, alla domenica all’ora di pranzo, la sera in inverno. Siamo sicuri che troverete delle indicazioni preziose… se le volete ascoltare. Basta decisioni alle spalle dei tifosi, abbiate le palle di ascoltarci”.
Ultras Tito Cucchiaroni
7 commenti
Si si come vi ascolteranno….avete ragione da vendere purtroppo andranno avanti per la loro strada quella che porta ai soldi nelle loro tasche
E poi un pò di coerenza cari Ultras: qualche anno fa tanto casino per il derby messo alle 12.30, lo spostarono al lunedì sera e non volò una mosca…
Non credo il problema sia solo televisivo, ci sono altri campionati altrettanto trasmessi che hanno gli stadi pieni con prezzi dei biglietti anche cari, io non abito in Liguria, quando posso vengo ma a dir la verità mi fa anche piacere vedere le partite in tv, chi ha un po’ di anni come me sa benissimo che prima vedevi 2 minuti scarsi a 90 minuto o la sera alla Domenica sportiva, ma non è la tv a non farmi venire spesso, sono le difficoltà di posteggio, i bagni che ci devi andare con gli stivali, i seggiolini rotti e scomodi ecc.
Io sono tra quelli che mai e poi mai hanno fatto abbonamenti tv.piuttosto radio quando si gioca in trasferta o internet a babbo….quando si gioca in casa sempre presente.quando uscirono le prime piattaforme tele + e stream se non erro li’ era il momento di resistere e boicottare ste schifezze ed invece tutti a correre a fare l’abbonamento.prima un posticipo serale poi piano piano lo scempio totale.oramai temo sia troppo tardi almeno fino a quando il carrozzone e’ seguito e alle tv conviene spendere un miliardo di euro.quando il pallone si sgonfiera’ allora si potranno riscrivere regole sportive dove tutti possono vincere lo scudetto e non chi ha la fetta piu’ grossa di diritti televisivi.questo non e’ piu’ sport e’ lo specchio della societa’.il ricco si incula il poveraccio e la forbice e’ destinata ad allargarsi.il sesto posto sarebbe un miracolo per noi
Io invece le tv proprio non me le cago neanche per un secondo e sono favorevole sicuramente per un ritorno della gente in massa allo stadio: andando contro corrente e pure fuori luogo, lo ammetto, però dico che per realizzare questo, per acquisire nuove leve allo stadio ci vorrebbe un pensiero coeso di tutta la tifoseria organizzata ma anche di quella spontanea che ricolorasse la nostra gradinata, lo stadio variopinto con i nostri colori vivaci di un tempo, le bandiere e gli striscioni “veramente blucerchiati” (anche senza scritte perchè quelli non sono proibiti) e non un’ accozzaglia di striscioni commemorativi di nascite e di morti o di bandiere che (come lo striscione esposto nell’articolo) di blucerchiato non hanno ormai più niente e ci imbruttiscono agli occhi della gente comune e dei bambini che poi dovrebbero essere il seme da coltivare per il nostro futuro….da qui deve ripartire la nostra rinascita….ma so che il mio è un discorso senza senso ormai…è tempo perso.
Appartengo alla generazione che la partita in tv giusto vedevi 2 minuti a 90° minuto e andavo allo stadio per vederla, ma al giorno d’oggi, pur andando sempre allo stadio in casa, le tv comandano non solo il calcio, ma tutti gli sport…ad alcuni come la pallavolo cambiarono pure il regolamento per esigenze televisive…
Però tutti a dire no alle tv, ma per coerenza non dobbiamo allora pretendere che diano più soldi alla Samp di diritti tv…e invece ci arrabbiamo perchè ne vogliamo di più.
Siamo realisti, senza i soldi delle tv le società di calcio italiane sarebbero già fallite, belli gli ideali e i ricordi, ma dobbiamo farcene una ragione…e la gente non va allo stadio, semplicemente perchè ormai è tutto più comodo e le nuove generazioni a volte non escono nemmeno il sabato sera (discoteche vuote, pub vuoti ecc…).
Che poi lo stadio sia in una posizione che ti fa passare la voglia a volte è vero, non ha servizi e parcheggi che al giorno d’oggi sono importanti.
Purtroppo anche il calcio segue la legge del profitto “sempre e comunque” e si inchina al totem del dio denaro. E’ una logica perversa che porta, ad esempio, un’industria di elettrodomestici a spostare i suoi stabilimenti in paesi dove la manodopera costa un terzo, o anche meno, della nostra. E i responsabili, che non hanno mai un nome, come avviene ormai in tutti i campi di questo ingiusto sistema(gli amministratori sono quelli che affermano il lapidario “devo rendere conto ai miei azionisti” che io immagino come insaziabili belve nascoste) non si preoccupano minimamente di portare alla rovina intere famiglie. Ciò che conta sono i mirabili rettangolini di carta filigranata…..Il pallone si sgonfierà quando crollerà per intero il “Sistema” e non per gli effetti di una rivoluzione (quella c’è già stata ed ha portato un inevitabile fallimento….) ma per la logica che l’usura del tempo porta con sè e si chiama “autoestinzione”. Ma per questa ci vuole ancora un pò di tempo e per me che ho qualche anno sulle spalle (ma credo anche per voi più giovani) vale sempre il vecchio adagio che cantava Augusto Daolio dei Nomadi “e noi non ci saremo!”.