Samp-Juve, il giorno dopo. Non dovevano arrivare i punti con i bianconeri. E in effetti non sono arrivati nemmeno per sbaglio. Ma una Juve sottotono, impaludata dall’acquazzone e da un centrocampo doriano affollato di portatori di legna, ha faticato non poco per portarsi a casa i tre punti: questo è il segnale positivo che esce dallo stadio di Marassi.
Si poteva sperare in uno 0-0. “E’ andata male – suggerisce l’esperto Pittaluga, nostro opinionista, con venticinque anni di calcio dilettantistico sul groppone e prime rughe da lupo di mare sul volto – “La Juve ci ha schiacciato per venti minuti senza trovare conclusioni pericolose. Il gol è arrivato proprio nel momento della loro minor pressione. Se avessimo resistito ancora qualche minuto, avremmo potuto portare a casa il pareggio”.
Sì, ma che gol. Una combinazione di alta scuola tra Vidal – Pogba (un mostro) e Carlitos Tevez – l’Apache – che bagna una partita già abbondantemente bagnata col suo primo gol nel campionato italiano.
Se vogliamo trovare dei difetti, alla fine di un match con troppa disparità tra le squadre, bisogna sottolineare la pochezza imbarazzante dell’attacco blucerchiato. Qualche guizzo di Gabbiadini, qualche spunto in velocità di Eder sono veramente povera cosa per tutti i 90 minuti di gara. L’unico sobbalzo in gradinata c’è stato sul gol annullato per chilometrico fuorigioco di Costa, in mischia. Si poteva osare forse di più. Sullo 0-1 inserire Sansone, che poteva essere utile almeno sui calci da fermo. Ma forse Delio Rossi ha giocato di psicologia, preferendo chiudere la partita con una sconfitta di misura, senza offrire occasioni al possibile dilagare bianconero: alla prima gara, poteva generare effetti depressivi su tutto l’ambiente. Certo che arrivare all’esordio con una tale carenza di esterni da mettere Berardi (che sarà ceduto probabilmente in settimana) non è il massimo della vita. Castellini, “l’uomo spogliatoio” da centinaia di migliaia di euro all’anno, è entrato giusto per farsi espellere, con un intervento in scivolata da folle. Mati Rodriguez e Wszolek sono le zavorre che ci porteremo dietro tutto l’anno, acquistate chissà per quale motivo..
Andiamo incontro agli ultimi giorni di mercato, non sia mai che Osti tiri fuori il proverbiale coniglio dal cilindro (lo so, è improbabile: ma d’altronde il tifoso deve anche campare di speranze..).