L’estate è il momento delle voci incontrollate. Il personaggio Ferrero, con il suo alone di mistero, è perfetto per qualsiasi tipo di ricamo. Ma dal momento che si parla di calcio, la questione principale dovrà riguardare i risultati sul campo.
Il primo anno con Ferrero è stato soddisfacente, il secondo sarà una scoperta. Resta il fatto che dobbiamo essere realisti sui traguardi alla nostra portata. Pensiamo ad esempio che l’Inter ha investito 30 milioni per un solo giocatore (Kondogbia), una cifra che noi potremmo pagare in comode rate di 30 anni.
Sul piano finanziario dobbiamo fidarci di Ferrero, non possiamo far altro. Ma la presenza e i sorrisi anche recenti di Garrone a Bogliasco lasciano presagire che un’ulteriore solidità di base sia rimasta.
Oggi è uscito un articolo interessante dell’ottimo Malcom Pagani del Fatto, che approfondisce la questione Ferrero. Queste le parti salienti dell’articolo di Pagani, dal titolo: “Samp, la saga dei soldi”:
“Il contratto di Cassano, neanche fosse un comunicato delle Br, lo hanno trovato nella rumenta. Nel cestino di un hotel. Una copia gettata nell’immondizia, riesumata da un cronista e infine resa pubblica sul principale giornale cittadino. La società di Ferrero si è prodotta in un’indignata risposta intitolata “Giù le mani dalla Samp” in cui ha parlato di cifre inesatte, lamentando: “La pubblicazione non autorizzata di documenti riservati recuperati con mezzi sui quali preferiamo sorvolare”.
Ma, si sa, il tema tira, se Maometto non va alla montagna i giornalisti vanno – con diritto – alla spazzatura e i presunti 700 mila euro scarsi investiti su Cassano, nel mercato che ha visto stanziarne 30 per Kondogbia, non sembrano il peggiore dei mali.
Interpreti della saga blucerchiata sono un padrone diverso da tutti gli altri appena arrivato sui nostri schermi, un allenatore diverso da tutti gli altri da molto tempo assente dai nostri schermi, una tifoseria desiderosa di restare in primo piano dopo troppe delusioni e una squadra che con il suo precedente tecnico, Mihailovic, aveva smesso di comunicare già in gennaio.
Il quadro andava ricostruito e per rifinire la cornice è arrivato Zenga. Reduce dagli Emirati Arabi e accolto – prima di essere insultato al primo clamoroso intoppo – con lo scetticismo riservato a uno sceicco senza portafoglio. La stessa accusa che adesso i detrattori locali indirizzano a Ferrero. “Finora ha pagato Garrone”, scrivono. “C’è dietro Volpi”, insinuano.
La Sampdoria risponde. Mette in luce gli investimenti sui giovani, l’acquisizione gestionale dello stadio, l’allargamento strutturale di Bogliasco, il pareggio di bilancio e, dopo aver goduto per mesi dell’operazione simpatia generata da Ferrero, denuncia oggi quella contraria di un’informazione “particolarmente interessata alla spasmodica ricerca di cavilli e notizie false, infondate, tendenziose e irrispettose, al solo fine di mettere in cattiva luce la proprietà e la società”. Sospettano, alla Samp, che la stampa locale abbia poco da guadagnare da un presidente come l’attuale e che la ragione di tanto livore sia da ricercare nella marcata differenza dei rapporti con i media rispetto ai tempi garroniani. C’erano quelli alla Iachini, sempre pronti a confidarsi con i giornalisti autoctoni e ora ci sono il silenzioso Zenga e il presidente che parla con il Corriere della Sera.
In questo clima, in un’atmosfera perfetta per lo sbarco dell’eroe a Itaca, è arrivato Cassano. Ci voleva un attore che sapesse tenere la scena come Ferrero. Che la dividesse con lui. A questa ipotesi, il presidente aveva pensato a mercato ancora acerbo. Aveva informato Zenga, accolto prima il sì strozzato e poi i dubbi, aspettato con pazienza la gara con il Vojvodina e poi, visto il disastro, proceduto di testa sua come avrebbe voluto fare fin dal primo istante. Zenga, ondivago, si è tenuto per un soffio la panchina e con orgoglio (non era scontato) la fiducia della truppa. Ha abbracciato Cassano e oggi, in attesa di giudizio, guarda allo strano ingaggio del numero 99 con la speranza che l’alchimia produca miracoli in doppia cifra. Potrebbe anche succedere e di paradosso anarchico in paradosso anarchico (cifra comune a Cassano e a Ferrero), l’allenatore ideale per l’ex Parma potrebbe essere proprio l’anti-Sinisa. Uno che a differenza del serbo, preferisce il dialogo alla frusta. Il film non è ancora iniziato. Si vedrà.
La Genova che a 5 anni di distanza dall’ultimo fotogramma – l’inelegante vaffanculo a Garrone – guarda al suo secondo tempo, vede in Cassano il naturale complemento di una mitologia fondata sull’andare e sul tornare e ha riaccolto l’ex reprobo con l’entusiasmo riservato al figliol prodigo. Cento abbonamenti al giorno. Delusione europea quasi scomparsa. Corsa a Chiavari per l’ amichevole con l’Entella.
E allora? Pace raggiunta? Pagina voltata? Sampdoria in volo? Nessuno può dirlo. Decideranno i risultati. Come ieri, come sempre”.
4 commenti
Uno degli editoriali più interessanti e ben riusciti, smaltita la rabbia e la vergogna per la debaclè in EL si alza lo sguardo al mare per capire come sarà la traversata, sicuramente non sarà scontata.
beh insomma
non sempre parlano i risultati
vallo a spiegare ai parmensi per dire
Samp stile “Magliana” col loden in naftalina, questo e’ quello che le cronache dicono! Il resto e’ fuffa. Adesso comprendo le decennali sofferenze dei bibini col joker!
Genova ai Genovesi!
Bellissimo e realistico editoriale che con Ferrero al timone lascia presagire scenari futuri di navigazione a vista e con lo scandaglio non proprio entusiasmanti, condensati nel pezzo in cui viene fatto il confronto dei 30 milioni investiti per Kondogbia e i presunti 700 mila euro dello svincolato Cassano. I tifosi che ancora sperano di rivedere un giorno una grande Samp formato Paolo Mantovani o in sub ordine una Samp da alta classifica, devono mettere in conto che potrebbero assistere ad un remake cinematografico del Deserto dei Tartari. Sognare aiuta, a volte, ad accettare la realtà.