Spezzate le reni (scusate l’ironia) al piccolo Lucento – squadra d’Eccellenza piemontese – si avanza a polmoni ossigenati verso l’ultima prova, la più attendibile, contro il Bra, che milita nella vecchia serie C2 (28 luglio, stadio Comunale di Chiusa Pesio, Cuneo). Si abbasseranno i carichi di lavoro, le gambe saranno meno imballate, ed eviteremo di vedere giocatori tanto appesantiti che quando calciano in porta sembra che gli stia cascando l’ernia (vedi Pozzi).
Sensazioni del post Lucento: la squadra gira. Regini, soprattutto, sembra un turbo niente male.. E su questo cadono sospetti sul terzino destro del Lucento, suo diretto avversario, che è stato saltato regolarmente come un birillo, infilato inesorabilmente come un paletto da Regini, che somigliava all’Alberto Tomba dei tempi di Calgary. Sarà vera gloria? E se il terzino destro del Lucento fosse appena ritornato da vacanze dedite alla perdizione, al consumo regolare di alcool notturno? Chi può dirlo?
Per ora ci godiamo il figliuol prodigo Regini, superiore di una spanna o più all’esterno Wszolek e fieramente candidato ad una maglia da titolare. Se l’ormai proverbiale parsimonia di Garrone non si smentisce (e di solito non si smentisce mai) è probabile che anche il settore esterno sinistro possa chiudere saracinesca: “Belin, allora: abbiamo il titolare dell’under 21 e in panchina il prode Wszolek, orgoglio di tutta la Pomerania!”. Intanto, l’insegnamento della nuova arte di guerra blucerchiata richiede ancora una settimana di dottrine, nel verde rifugio di Bardonecchia. Delio Rossi, unico fuoriclasse in rosa, ha il cervello che fuma: disciplina, tattica, schemi zemaniani calmierati (ricordiamo che Zeman è stato uno dei suoi fari tattici): doppio regista, con un Palombo arretrato a sparacchiare palloni sugli esterni e un Kristicic, del tutto recuperato, a rifinire negli ultimi metri. La mente di Mr Delio sbuffa come una locomotiva. E la squadra lo segue: sembra già avere un’identità. Comunque vada, siamo lontani anni luce da quell’aborto di Armata Brancaleone, lanciata incoscientemente lo scorso anno dal simpatico Ciro.
Eppure, a guardar bene i giocatori, è difficile dire che la squadra si sia rinforzata… Regini, o chi per lui, è meglio di Estigarribbia? Forse sì. Soriano meglio di Poli? Direi proprio di no. Gabbiadini meglio di Maxi Lopez, e poi dell’esploso e malefico Icardi? Probabilmente no. Eppure, da ciò che emerge dal ritiro, la squadra appare molto più unita, più indirizzata ad una salvezza tranquilla rispetto alla Samp dell’anno scorso, dove Ferrara vaneggiava e Peruzzi poltriva in panchina, dormendo il sonno dei giusti. Merito di Delio Rossi che segue i giocatori come un cagnaccio di campagna insegue i suoi pecoroni. Chi ha visto le immagini da Bardonecchia avrà senz’altro notato come, durante le sgambate dei giocatori intorno ai boschi, il buon Delio arrancava, a cavallo di una bici, per marcarli stretti: pedale dopo pedale, sfiatata dopo sfiatata, sfidando il coccolone pre-agostano ma restando sempre l’ indomito condottiero dei suoi prodi. Sun Tzu Delio sta tessendo pazientemente la sua complessa tela di guerra. Per ora possiamo avere fiducia.