Torniamo indietro sulle notizie di qualche giorno fa, dal momento che la questione stadio è di vitale importanza per i nostri colori. Stando agli ultimi segnali societari appare chiaro che Garrone, braccio corto e vista miope, ci farà barcamenare in piena bagarre salvezza ogni anno, finché non riuscirà a costruire lo stadio. Poi si vedrà.
Intanto dal sindaco Marco Doria arrivano parole di parziale apertura sulla questione. Intervistato qualche giorno fa, il sindaco sembra concordare sul fatto che, ora come ora, gli spazi a disposizione della Fiera siano troppo ampi, non solo rispetto all’effettivo utilizzo attuale, ma anche rispetto a quello sufficiente per una normale e moderna struttura fieristica.
Per sfruttare appieno questo spazio a disposizione (ormai, per diversi mesi all’anno, poco meno di una landa desolata), Doria pensa ad un complesso estremamente diversificato di strutture e attività, una sorta di Coney Island sul Mar Ligure. Vari progetti sono al vaglio dell’Assessorato competente, ma su questo poco o nulla è dato sapere. (Una nostra fonte, nota per avere disturbi mentali dice che è attivo uno studio di architetti di Krasnodar, in Russia, che vorrebbe trasformare almeno una parte dell’attuale struttura fieristica in una gigantesca batteria per polli e galline, per poi – e qui viene il bello – utilizzare la merda avicola per alimentare una centrale elettrica capace di illuminare tutta la città di Genova. Ma non sembra attendibile).
A noi invece viene in mente il progetto inizialmente elaborato dai Garrones quasi sei mesi fa: il sindaco vuole studiare, valutare, soppesare come un salumiere attento : chiede alla società dati attendibili sulla sostenibilità economica e valuta l’impatto urbanistico che il complesso avrebbe sulla città (indubbiamente significativo) e, soprattutto, sulla viabilità (ancora più significativo). Doria parla di “non incompatibilità a priori” dell’ipotesi stadio: un’affermazione generica, che vuol dire tutto e vuol dire niente allo stesso tempo.
Che qualcosa si stia muovendo, quasi fosse uno spasmo intestinale, lo testimonia anche un articolo comparso qualche giorno fa sul sito del Secolo XIX, riguardante l’avvenire dell’area fieristica e i progetti proposti per riqualificare l’area: non solo lo stadio ma anche la ristrutturazione delle due darsene marittime, il ripensamento di un obsoleto (e acusticamente infame) Palasport da radere al suolo in una gigantesca esplosione di tritolo e fuochi d’artifizio, e di un Padiglione C divenuto perfettamente inutile, come gli sventurati padiglioni auricolari dopo un concerto di Max Pezzali.
E Garrone? Si starebbe muovendo in silenzio: il pool di esperti avrebbe effettuato diversi sopralluoghi in un’area della Foce. Potrebbe essere l’area giusta per edificare il nuovo stadio, ma prima bisogna valutare costi ed eventuali modifiche da richiedere al piano regolatore. Il responso degli esperti dovrebbe arrivare a novembre. E potrebbe rappresentare finalmente l’abbrivio per la realizzazione dell’agognato progetto. Ma… ATTENZIONE, sappiamo bene che il patron è di proclami facili… non sarebbe strano se, lanciato il sasso, tirasse indietro la mano, montata sul suo suo corto, cortissimo braccio.