La Sampdoria è ancora viva. Un monumento va fatto ai ragazzi per il pareggio strappato contro la seconda forza del campionato. E’ una rosa mostruosa, quella dell’Inter, se paragonata alla nostra. Ma la sensazione è che ieri sera nessuno con maglia e cuore blucerchiato abbia lasciato un centimetro all’avversario (una sensazione, per altro, ribadita dal Mister a fine gara). Dai giocatori in campo ai tifosi sugli spalti, guidati da una Sud ormai da tempo in stato di grazia, tutti hanno dato tutto.
Stankovic deve avere fatto un lavaggio del cervello ad ogni singolo giocatore, a suon di latrati e pedate serbe. A lui bisognerebbe fare il monumento più grande per aver ridato vita ad una squadra che con tutte le difficoltà della stagione poteva già considerarsi in una fossa.
Lo zero a zero strappato ieri a Marassi dà soprattutto morale ma muove anche la classifica, in vista della prossime partite casalinghe sicuramente più alla nostra portata.
Non è da escludere che Deki abbia sondato il terreno proponendo già contro l’Inter (una sorta di gara jolly per la differenza abissale fra le due squadre) un 11 titolare più propositivo, con un centrocampo più tecnico come Winks-Cuisance e Djuricic, dietro a Gabbiadini e Lammers e un Rincon pronto a subentrare e mazzuolare nel secondo tempo.
Ci manca sempre la zampata in attacco, anche ieri non siamo stati praticamente mai pericolosi. La nostra carenza offensiva è sempre drammatica. Ma, si spera, con squadre meno forti riusciremo ad essere più incisivi negli ultimi metri.
Anche la buona sorte finalmente ci ha aiutato. L’Inter sarà andata alla conclusione almeno 30 volte in tutta la gara non trovando mai la porta.
Fortuna che Inzaghi ha scelto di mettere minuti sulle gambe di Lukaku, una sorta di bue grasso d’ebano, ormai agile come un paracarro. Lukaku non ha azzeccato una giocata in tutta la partita, ben tamponato dalla nostra difesa gladiatoria.
Su sponda blucerchiata si sono invece viste trasformazioni miracolose. Murru, messo in campo per assenza di alternative nel finale, sulla destra, è diventato un muro umano, bloccando più volte Di Marco che ci stava facendo a fette. E soprattutto bloccando Lautaro che proprio al 95′ ha avuto la più ghiotta palla gol.
L’ennesima beffa delle beffe è stata evitata proprio dall’intervento provvidenziale del terzino sardo. Miracolo!
Ma anche il resto della difesa è stato spettacolare. Nuytinck statuario, con la sua testa quadrata. Amione e Murillo impeccabili.
Una grande Sampdoria, insomma, ha strappato un pareggio che ci dà orgoglio e speranza per l’avvenire.
“Dopo la partita di Monza ero distrutto, potevamo portare a casa i tre punti – ha dichiarato a fine gara Mister Stankovic- “ E oggi qualche episodio ci è andato a favore, abbiamo conquistato un grandissimo punto. È merito dei ragazzi che non mollano di un centimetro. L’Inter ha una rosa spettacolare, altri obiettivi rispetto a noi, fanno paura. Noi siamo scesi in campo con un tifo fantastico e il petto in fuori. Potevamo tirare di più, io dai venti metri caricavo e tiravo senza guardare nessuno. Nemmeno mamma e papà. Dico loro che devono tirare di più e cercare qualche altro episodio a favore. Lavoriamo ogni santo giorno. Non voglio pentirmi di non aver dato tutto, è questo il messaggio che voglio trasmettere. Ogni partita ha una storia diversa, dal campo dobbiamo uscire a testa alta. Non so se basterà, ma con questo atteggiamento e questa vicinanza dei tifosi ci credo. Siamo diventati un team che sa soffrire, gioire, riconoscere i propri limiti, essere umile e orgoglioso”.
Ora, contro il Bologna, arriva la prima di una delle tante finali dell’anno. Con questo spirito possiamo dire la nostra. Riempiamo lo stadio e diamo tutto per la Sampdoria.
21 commenti
Complimenti a Dejan che è un guerriero che ci mette l’ anima!!! Non si è mai arreso dopo i torti subiti e ha cambiato i connotati alla squadra. È merito suo se oggi possiamo finalmente giocarcela con tutti. È da anni che non amavo un nostro allenatore quanto amo lui.
Un grande motivatore, un trascinatore con tanto carattere unito a doti umane e tecniche notevoli, che da la forza ai ragazzi di lottare, rendendoci orgogliosi e felici di seguirli nonostante la classifica pianga. Se questa è la strada che ci aspetta, sono ben felice di vedere dove ci porterà. Proseguiamo così e crediamoci. Non siamo ancora morti!! Possiamo nuovamente passare alla storia trent’ anni dopo, se compiamo questa impresa impossibile che batterebbe ogni record.
Comunque vada: “Grazie Dejan”, lo ripeto sempre: finchè la matematica non ci condanna bisogna crederci, io mi attacco anche a piccoli segnali: il Bologna arriva senza Arnautovic (anche se è la partita che mi fa più paura delle prossime 5, solo sensazione..e non perchè è la prossima), Lazio altalenante e senza Romagnoli, Salernitana con allenatore a rischio, Juve e Verona avranno comunque defezioni.., e più in là, Cremonese e Fiorentina che prima di giocare con noi si scornano a vicenda per cui saranno scariche, infine l’ultima a Napoli (loro già campioni), con Dejan 1 punto se serve ce lo prendiamo!
Lo so vado troppo avanti ma è meglio guardare avanti che indietro… .
p.s.: mi potete aiutare?, sono un po’ confuso: 2 punti di penalizzazione, fallimento e poi…1 punto?! mah… .
SOLO PER LA MAGLIA
Veramente,non credevo stankovic fosse cosi’,bravo coraggioso e professionista.Grande persona.Col bologna ultima chiamata davvero.un po’ di culo e vinciamo ,ce lo meritiamo alla faccia di tutti e tutto.
La squadra lotta, corre e in campo ha trovato un equilibrio, una mentalità. Ci manca solo il gol.
Le prossime in casa sono tutte scontri diretti: Bologna, Salernitana, Hellas, Cremonese, Spezia. Non possiamo sbagliarne nemmeno una. Dovranno essere cinque vittorie e dovremmo anche cercare, fuori casa, di trovare un proverbiale “colpaccio” a Lecce, a Firenze oppure sperare nel miracolo a Roma o a Torino.
A inizio gennaio non ci potevo più credere. Ora ne ho bisogno. Vada come vada, dobbiamo lottare, per quanto disperata sia la situazione.
non posso e non voglio fare il bastian contrario, anche perché ho visto solo i primi 20′. Poi ho staccato perché non ce la facevo più: ma lì potevamo prenderne tre.
Dopo aver visto la partita di ieri alla tv, ho deciso di andare a Genova per la prossima col Bologna (anche perché l’ultima che vidi vincemmo 4-1).
Tolta l’insopportabile sterilità dell’attacco, la squadra c’è, combatte, stringe i denti e mi sembra di poter dire, dai cazziatoni che si fanno a vicenda, stia nascendo qualcosa di strano e bello nel gruppo.
Certamente il merito maggiore va diviso tra allenatore e tifosi, ma mi piace pensare che anche quella manica di smidollati, a forza di prendere pesci in faccia da tutti, senta che è venuto il momento di mostrare le palle.
Bravissimo l’inglese, interessante il modo di giocare e lottare del francese, eccezionali l’argentino e l’olandese dietro, già chiaramente leader di reparto.
Avanti marinai!
non per fare il bastian contrario, ma ho visto solo i primi 20′ e poi ho staccato per eccesso di sofferenza. Potevano farci tre gol o mi sbaglio? Non vorrei essere accusato di disfattismo!
Assolutamente è così.
Ma: a) ci riprendiamo un poco della malasorte che ci ha infestato finora b) abbiamo avuto anche noi delle occasioni e sulla carta poteva persino scapparci il colpaccio.
Le riserve dell’Inter entrate in corso di gara: Dumfries, Brozovic, Dzeko, Dimarco, Carboni.
Emil Audero para tutto in campo dopo aver dimostrato senso di responsabilità e penso anche vero amore per la Sampdoria fuori. Più di così può solo venire a casa nostra a regalarci dei soldi. A futura memoria ricordando i migliori passati da qui.
La maturazione di Amione mi impressiona. Ha 21 anni.
Ci sono altri che meritano parole di elogio, ma per non dilungarmi vado al sodo: NUYTINCK: decisivo, molte nostre speranze passano per le sue “spazzate” e anticipi. A fine partita sotto la Sud a dare la maglia, anche affiliato sentimentalmente, bene.
Notizia ottima di oggi: DE LUCA in gruppo!!! Ci serve una prima punta di ruolo! (no, non lo è nemmeno Jese Rodriguez, che è un esterno offensivo)
Avrei molto altro da dire, ma su molto di questo molto altro, non c’è bisogno che ci diciamo nulla.
Questo risultato ha comunque portato una bella impressione e cioè che siamo tornati una squadra tra le venti del campionato. Probabilmente non servirà per la salvezza ma è uno forte stimolo per continuare a giocare con il piglio giusto. Ripensando a cosa era la Samp di inizio campionato ora si possono guardare le squadre che incontriamo come impegni non insormontabili. Il pari con l’Inter dice che ce la possiamo giocare con chiunque (Napoli a parte, ma quella è l’ultima giornata..). Certo SI DEVE VINCERE con il Bologna altrimenti tutto sarà vano. Penso che saranno decisivi i nostri grandi tifosi. Due sono le cose importantissime per il futuro: ovviamente non fallire e quindi avere una nuova proprietà poi se sarà B credo che con una buona impostazione programmatica questo allenatore (con 20.00 e più tifosi ogni partita) batterà tutti i record di punti della cadetteria. E poi torneremo magari a sognare ancora.
Intanto. per i bei ricordi, qui di seguito c’è la parte finale del Dizionario Blucerchiato.
VERON Juan Sebastian
Ricordo che mi bastò un minuto, anche meno, per vedere in lui le stimmate del campione. Regista eccelso con grande visione di gioco. Fu bello guardarlo, nei due anni di Samp (1996-1998), caracollare per il campo di Marassi. Un piacere estetico ed estatico. Ovviamente è andato a far fortuna altrove ma tutto è cominciato qui e lui stesso ha detto recentemente che “La Samp è nel mio cuore”. E lui nel nostro.
VESELINOVIC Todor
Boskov e Veselinovic. Arrivarono insieme alla Samp nel 1961. Giocò 15 partite e segnò 4 gol. Il Doria non girava più come prima anche per problemi interni e ha rischiato la retrocessione. Lo ricordo come “statuina” della mia gioventù.
VIALLI Gianluca
Vialli è Vialli. C’è poco da dire. Per otto anni (1984-1992) ci ha fatto godere: 223 presenze e 85 gol. Ancora adesso il termine Vialli si coniuga automaticamente con Sampdoria. Ma io lo voglio ricordare, proprio per l’allora forte legame con la famiglia blucerchiata, nell’episodio più bello. Non prima però, e mi è doveroso dirlo, di rammentare la finale di Wembley e quei due clamorosi errori che ci avrebbero consegnati alla storia del calcio e del Guinness dei primati: vittoria alla prima partecipazione. E’ un dolore ancora troppo grande perché nel tifoso forse restano più impresse le sconfitte brucianti quando si è ad un passo dalla gloria eterna. E comunque dopo il fischio finale a Torino con la vittoria della Coppa Italia (19 maggio 1988) incalzato dal giornalista genovese Liguori disse dapprima “come si fa ad andare via…” e poi “ho già firmato” – “per chi?” “Per noi”. Questa per me è stata la affermazione di appartenenza più importante della storia blucerchiata. Ricordo che mi commossi molto. Ma così è la vita e purtroppo a questa immagine si contrappone quella con la Coppa dei Campioni, anzi la Champions, tra le mani e con la maglia bianconera. Ma prima c’è stata la Coppa delle Coppe con la sua doppietta. Il grande affiatamento con il “gemello” Mancini, ( i Dioscuri erano soprannominati come Castore e Polluce, figli gemelli di Zeus e Leda) è significativamente impresso nell’episodio del terzo gol al Pisa già descritto alla voce “Mancini”. Vialli e Mancini, Mancini e Vialli, sono nella storia del calcio italiano. Due fulgide coccarde blucerchiate.
VICINI Azeglio
Sette campionati consecutivi (1956 – 1963) numero 6 della formazione del quarto posto. Una faccia da Sampdoria anche se come CT della nazionale ai mondiali del ‘90 non ha certo favorito i giocatori di quella che allora era la miglior squadra non facendo praticamente scendere in campo Mancini e Vierchowod.
VICTOR Munoz
Ricordo che a Certosa, dove abitavo, sul muro di un bar in Via Fillak, proprio prima della ormai famosa Via Porro, comparve una scritta “Victor regalaci un sogno!” Era il 1988 e per due anni Victor Munoz ha fatto il suo dovere puntellando ulteriormente le fondamenta della Samp vincente. Suo l’assist a Vialli nel primo gol della vittoria a Cremona in Coppa Italia col Napoli. E suo il menu di nozze su quale i giocatori della Samp hanno scritto (a Mantovani) “Rinnoverebbe il contratto di Cerezo per cinque anni?” Samp a tutto tondo. Ha giocato l’amara finale a Berna.
VIERCHOWOD Pietro
Fu acquistato da Mantovani nel 1981 che lo girò in prestito prima alla Fiorentina e poi alla Roma dove arrivò in maglia giallorossa a Marassi il 26 settembre 1982 nella partita in cui martoriò non poco Francis che fu costretto ad uscire dal campo. Cose strane del destino. Poi Mantovani decise che ormai era maturo per la Samp e da allora (1983) per dodici anni è stato il campione che tutti abbiamo ammirato. Diventò una bandiera e per la regola del contrappasso rifiutò varie volte il trasferimento ad altre squadre blasonate. Viva lo Zar, anzi Vola lo Zar!
VIERI Roberto
In quanto a geni incompresi prima di Chiorri c’è stato Bob Vieri che peraltro ha fatto una carriera migliore. Dal 1966 al 1969 ha deliziato i palati dei tifosi blucerchiati con le sue giocate ma era anche troppo balzano e comunque la squadra attorno a lui non era adeguata alla sua classe. Finì alla Juve con Morini per Benetti e ottocento milioni, una cifra enorme per l’epoca. Nella sua vita ha fatto cose apparentemente folli non ultima quella di emigrare in Australia. Almeno per quei tempi così autarchici.
VINCENZI Guido
1958. Via Firmani all’Inter e arriva dai nerazzurri Vincenzi. Guidone sembrava sul viale del tramonto e invece disputò alla grande undici stagioni con 297 presenze. Capitano e uno dei coriacei simboli della Samp del quarto posto. E’ stato anche in panchina, ma non ha avuto successo, nell’anno della retrocessione (1973-1974) e per fortuna il ripescaggio.
VOLPI Sergio
Dal 2002 al 2008 per 193 presenze e 22 gol. Fu il grande metronomo del centrocampo. Naturalmente c’è stato un episodio che non lo avrà del tutto reso felice quando nel 2005 il Presidente Garrone lo dichiarò incedibile di fronte all’offerta nientemeno che del Real Madrid. Si sarà immaginato con indosso la “camiseta blanca”. Sono treni che nella vita passano una volta sola.
VIALLI & MANCINI
Prima di chiudere con la lettera “V” voglio fare un’eccezione e riportare due giocatori sotto un’unica insegna, come una sola entità. Negli otto anni che sono stati insieme, Vialli & Mancini o Mancini & Vialli, di fatto hanno rappresentato un’idea del calcio, una filosofia pura di come si può esprimere l’ipotesi di una coppia che diventa realtà, una simbiosi perfetta. Come i miti greci, i Dioscuri Castore e Polluce, Oreste e Pilade, o le famose diadi del calcio che fu, Puskas e Di Stefano, Charles e Sivori, Pulici e Graziani, Gullit e Van Basten. Loro ci stanno assai bene tra queste stelle perché hanno interpretato quell’autentico senso dello sport che coniuga la classe con il divertimento, la gloria con l’amicizia, il trionfo nella semplicità di ogni momento che resta impresso nella storia, teoria e prassi che si sublimano in un gesto solo come grande atto d’amore. Questi 96 mesi con i “gemelli del gol” bastano da soli a dare un senso pieno alla vita di un tifoso. E chi li ha vissuti ne è doppiamente felice perché sa che quel tempo è ormai improponibile in un mondo che i padroni, anzi i predoni, del calcio hanno irrimediabilmente distrutto con la forza del profitto esasperato che spegne per sempre l’alone romantico di un ormai impossibile sogno.
W
WISNIESKI Maryan
Giocò un solo campionato (1963-1964) con 31 presenze e 4 gol. Non era un carneade qualsiasi avendo giocato con la Nazionale Francese (33 presenze). Ma a Genova non funzionò. Mi ricordo il bel gol che fece in una notturna di campionato contro il Bologna (23 ottobre 1963). Fu un’illusione che si spense nel tempo.
Z
ZENGA Walter
Come portiere non si poteva discutere quantunque alternasse buone prestazioni ad altre meno…buone. Non gli si può perdonare la cappellaccia conto l’Arsenal che ci è costata la finale di Coppa della Coppe e probabilmente anche la Coppa stessa perché, a mio parere, eravamo superiori al Real Saragozza che poi la vinse. Come trainer blucerchiato stendiamo un velo pietoso. Ha il “primato” (si fa per dire) della “peggior sconfitta interna nella storia delle competizioni Uefa”. Samp – Vojvodina 0 – 4.
ZIEGLER Reto
128 presenze e 4 gol dal 2007 al 2011. Nel tempo che ha vestito la maglia blucerchiata da grezzo si è trasformato in ottimo terzino. Merito soprattutto di Del Neri che lo spostò in quel ruolo nel campionato 2009 -2010 che lo vide quasi sempre titolare.
Qui termina una fatica che non avrei mai immaginato tale, soprattutto di queste proporzioni. Era iniziata con l’idea di elencare un giocatore importante per ogni lettera dell’alfabeto ma è ovvio che in certi casi c’erano diversi nomi che non si potevano trascurare e allora ho deciso di inserirli e poi ancora altri e a questo punto mi è venuto facile considerare calciatori magari meno famosi ma che hanno lasciato un ricordo particolare. E poi mi sono detto: e allenatori e presidenti che faccio li ignoro? Morale: ciò che avete appena scorso potrà essere un elenco incompleto, e lo è sicuramente, ma i partecipanti alla storia blucerchiata sono 800 o giù di lì e quindi è stato naturale operare delle scelte che possono sembrare anche parziali, ma qualcosa andava fatto. Comunque in essi c’è tutta la storia della Samp. Ora, a parte, e per la lettera T, elenco i nomi dei tifosi che hanno contrassegnato il percorso blucerchiato fin dalle origini. E che vedono la nascita organizzata nel 1961 con i Fedelissimi del “mitico” Beppe Andreotti, quello col megafono sempre in attività, proprio nel bar di Borgo Incrociati che portava il suo nome. Sempre ai primordi c’era il “Tamburino” Damiano Damoia che pare abbia partecipato a 500 trasferte. Un vero record. E ancora ricordiamo il simpatico Gerardo “Napoli” Orlando quello dell’inno “E se c’è la luna ci porterà fortuna.” Nel luglio 1966 sempre nel Bar Beppe nasce la Federclubs. Ricordo benissimo l’origine che data poco più di un mese prima e cioè il 22 maggio 1966 con la sconfitta a Torino juventina e la conseguente retrocessione. Quel giorno fu impressionante la risposta dei tifosi che rimasero nello stadio quasi mezz’ora oltre la fine della partita per aspettare il risultato di Spal – Brescia(2-2) che poteva arrivare solo con un certo ritardo per via dei difficili collegamenti che allora esistevano. Ricordo Beppe e sua figlia che piangeva e gridava disperata e tutti gli altri, che poi saranno dirigenti, uniti nel desiderio di formare un ente che li rappresentasse tutti. E parlo di Gloriano Mugnaini, Oreste Parodi, Emilio Buggi. E devo aggiungere un mio amico, Rag. Sergio Michelotti, che incomprensibilmente le cronache non citano ma fu presidente reggente per un anno di transizione tra Mugnaini e Parodi. E per finire ci sono stati gli Ultras nati nel 1969, il primo gruppo in Italia con queste caratteristiche. Citazione d’obbligo per Claudio Bosotin ed Enzo Tirotta. Non bisogna dimenticare alcuni importanti dirigenti come l’ingegner Luigi Sinesi, uno dei bracci di Paolo Mantovani, Giorgio Ajazzone team manager e simbolo blucerchiato per quarant’anni, e poi i “tutto Samp” Claudio Nassi e soprattutto Paolo Borea l’uomo in più della Sampdoro. E ancora Giuseppe Marotta direttore generale di una grande Samp, colui che compose una delle più belle coppie blucerchiate di sempre:Cassano e Pazzini.
Bisogna poi ricordare una delle cose più belle che sono avvenute nella famiglia blucerchiata e credo non abbiano avuto storia uguale in tutto il mondo del calcio, alludo a “Biancaneve e i sette nani” la riunione che vedeva tutti i giovedì alcuni giocatori incontrarsi al Ristorante “Edilio” di Edilio Buscaglia. Lui era Biancaneve e poi venivano Mancini (Cucciolo), Mannini (Eolo), Vialli (Pisolo), Borea (Dotto), Arnuzzo (Mammolo), Soncini (Brontolo), e Montali (Gongolo). E, come diceva Vialli “ Eravamo tutti legati alla società e andavano a letto con il pigiama della Samp addosso”.
Onestamente c’è mai stata una società di calcio con queste manifestazioni d’amore? E tutto, come un fiume, nasce dalla fonte di Paolo Mantovani
Ancora una menzione privata: voglio ricordare mio papà che veniva allo stadio fino a pochi mesi prima di morire e se ne stava da solo a soffrire sulla parte alta della gradinata Nord. E con lui mia mamma che ricordo con la famiglia intera presente allo stadio il 6 giugno 1982 per il più bel 0-0 della storia blucerchiata. E poi i miei amici super-sampdoriani prematuramente scomparsi: Aldo, Carletto, Gianni, Marino e Franco che ricordo particolarmente perché è stato il mio compagno di trasferte ferroviarie nel campionato 1966/1967 quello della prima promozione in serie A. Dolci reminescenze di una vita in blucerchiato.
Questa è la Samp, un amore senza fine!
La V è foriera di ricordi sempre grazie R48
Bellissimi e struggenti ricordi e bellissime parole …… Ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio di ❤️. Sei un grande!! Roberto 48.
ROBMERL – 14 FEBBRAIO 2023 15:01
“non per fare il bastian contrario, ma ho visto solo i primi 20′ e poi ho staccato per eccesso di sofferenza. Potevano farci tre gol o mi sbaglio? Non vorrei essere accusato di disfattismo!”
Dici bene ROBMERL, anzi benissimo!
Il primo quarto d’ora faceva temere una mattanza,
ci sono state almeno due/tre circostanze nelle quali,
essendo io in quella fogna di Gradinata Nord,
non ho più visto il pallone ed ero ormai rassegnato a sentir esultare la tifoseria ospite…
C’è andata bene, è stata la classica partita che se la rigiocassimo altre 9 volte la perderemmo tutte e 9 ( facciamo 8…) ma se un pizzico di fortuna per una volta ci assiste direi di non fare troppo gli schizzinosi…
Credo di averlo già scritto la scorsa settimana: io a questo gruppo mi sto affezionando tantissimo!
Probabilmente sarà tutto inutile,
forse tra qualche settimana, nel malaugurato caso che il distacco dalla quart’ultima aumenti,
potrebbe esserci una resa definitiva ma…AD OGGI, mi sento di dire solo GRAZIE ai ragazzi e al mister
per quello che stanno facendo nella stagione più surreale della nostra storia…
Roberto*
ancora grazie per il tuo Dizionario Blucerchiato,
hai fatto davvero un lavoro incredibile,
mi hai permesso di conoscere giocatori a me del tutto ignoti
e di farmene ritornare alla mente altri che ormai avevo totalmente rimosso…
Permettimi però di…correggerti:
credo che il famosissimo episodio che vede protagonista il nostro Gianluca
e la sua celebre frase HO GIA’ FIRMATO…PER NOI!
non fu detta al microfono di Alfredo Liguori
bensì a quello del giornalista a seguito delle torinesi,
se non ricordo male si chiamava ( o si chiama, non so se sia ancora in vita ) Beppe Costa…
L Inter pensava di portarla a casa senza fatica ,se era necessario negl ultimi 20 minuti , noi ci siamo divertiti con Amione ,Murillo e il Pelatone che hanno trascinato i compagni dal punto di vista agonistico , francamente non ho visto un Lukaku in versione statua di marmo e Lautaro è quello che si è sbattuto di più, è il loro centrocampo che ci ha regalato 75/80 minuti ,dove Winks ha dominato in lungo e in largo al di là che in pratica era uno vs tutti … Per come la vedo io dei nostri cambi l unico che è entrato bene è stato Murru,GL altri ci hanno aiutato ad uscire dalla gara invece d entrarci loro, l Inter reale ha avuto un occasione come noi, loro un tiro da 2 mt del finto biondo , noi col Bufalo da angolo , si c è la traversa d Acerbi ma un gol su quel tiro nn lo prende nessuno , Emil ci va in modo strano con la mano di riporto e se la manda da solo sulla traversa , ma un paio di tiri dai 10/15 mt con tutta la difesa schierata nn sono esattamente occasioni, io miracoli non ne ho visti dei portieri ieri… È stata una gara con tanto fumo e zero arrosto, benissimo Gazzoli 3/4 cross forti tesi rasoterra all’ indietro ,con compagni un po’ meno confusionari e più freddi nel leggere le azioni ieri si poteva farli un paio di Gol sulle sue incursioni, Augello ha spinto meno ma ha fatto da secondo creator , l unica alternativa a Winks per far uscire la palla, Lemmers corre lotta prende pedate ne da, ma sotto porta è assente ingiustificato, Diuricic tanta buona volontà ma zero risultati , ferma la palla quando deve correre e la fa correre quando la deve fermare,il francese del Venezia qualche buon appoggio tanta corsa , si era guadagnato una punizione dal limite Maresca fa il finto tonto e lascia giocare, era giallo e punizione dai 16 mt a parti invertite ha fischiato… Manolo nn trova la zampata ma serve due assist dove i compagni pacciugano in copertura fa il 4 di centrocampo, + di così considerato che viene da una sequenza d infortuni stronca carriera , che gli volete chiedere ? Il nostro staff tecnico l ha indovinata ,siamo in crescita e Winks rientrando è probabilmente il motivo ,migliora i compagni …per me siamo spacciati anche per via di cosa ci gira intorno, ma spero nn sia condizionante e i ragazzi si divertano e ci facciano divertire,la classifica nn è più un nostro problema, si deve giocare per l eredità e la storia che qualcuno un giorno potrebbe scrivere…
El Cabezon hai ragione. Rettifica. Ho fatto le dovute ricerche ed in effetti il giornalista che ha raccolto le storiche parole di Vialli nella finale di Coppa Italia 1988 a Torino era Franco (non Beppe) Costa, morto il 22 gennaio 2018 a 77 anni. Era quello che seguiva sempre l’Avvocato Agnelli.
Esatto Roberto,
proprio quello!
Io lo ricordo a 90°minuto a commentare le partite casalinghe delle torinesi
( anzi, forse a commentare il Toro era un altro, Castellotti )
e ora che l’hai riportato mi è tornato alla mente che avevo letto della sua recente scomparsa…
Grande Roberto! Hai fatto un lavoro splendido! Penso che ognuno di noi se ha dati dovrebbe fare altrettanto. Io proverò a fare qualcosa per completare questo meraviglioso dizionario. Mi hai ricordato Beppe Andreotti al megfono con il suo Sampdoria, Sampdoria bim bum bam e il tamburino Damiano Damoia con il foglietto attaccato al sedere con su scritto “Sampdoria sempre con te” purtroppo siamo vecchietti. Due prole sulla partita. Grande Stankovic dalla Turchia, spero che il terremoto non sia stata colpa nostra con la sfiga che abbiamo quest’anno, in poi ha fatto un lavoro splendido. Ha fatto gruppo. Audero è un condottiero ma la mossa principale che ha cambiato la squadra è sicuramente Hanry Winks un regista con i fiocchi!! Ora non dobbiamo mollare e le vittorie del Verona, oggi anch’essa un altra squadra, stanno tirando dentro non solo Lo Spezi ma anche la Salernitana. Ora dobbiamo vincere a Marassi a partire dal Bologna e continuare proprio con Verona, Spezia, Salerintana e Cremonese.
Se in questo paese
l’impossibile è possibile,
se, cioè, “il fatto non sussiste”
allora ci possiamo salvare!
il fatto non sussiste e la meloni ha votato a suo tempo “ruby nipote di mubarak”. Poi ci stupiamo se la gente non va più a votare o se si regalano miliardi agli arbitri di calcio. Meno male che siamo vecchi!!!!
Un paio di belle cose!! Grazie Roberto per i ricordi unici!
Siamo diventati meno vittime, questo è già molto. Se sarà b, sarà col coltello
Grazie Roberto, hai fatto un grande e ottimo lavoro