«Sarà una partita spettacolare. Il Bologna è una squadra giovane e affamata, proprio come la Sampdoria: ne vedremo delle belle». Gianluca Sepe, giornalista bolognese di Urban Post, ci racconta così il suo punto di vista sulla sfida del “Dall’Ara” in programma mercoledì alle 18.30.
Allora Gianluca, andiamo subito al dunque: che Bologna ci dobbiamo attendere?
«Rispetto all’anno scorso la squadra è cambiata per 5/11 della formazione titolare; in estate la società ha operato sul mercato per creare il giusto mix tra giocatori giovani ed esperti. Le due vittorie contro Crotone e Cagliari dimostrano che la dirigenza ha lavorato bene, puntellando la rosa con alcuni giocatori “sconosciuti” ma subito pronti per la serie A, come Nagy e Krejci».
Quali sono i punti forti e i punti deboli del Bologna?
«Per quanto si è potuto vedere in queste prime quattro giornate, la squadra di Donadoni ha un unico grande problema, per quanto risolvibile: manca di un riferimento offensivo. Destro ha avuto problemi alla schiena e senza di lui, sotto porta, il Bologna nel primo tempo di Napoli ha faticato. Ma c’è da dire che in attacco il mister dispone di una “cooperativa del gol” potenzialmente devastante, formata da giocatori giovani e di grande talento come Verdi, Di Francesco e Krejci che rappresentano il futuro della squadra».
Il Bologna, come la Samp, sembra essere una squadra che punta molto sul collettivo.
«È vero. Come ti accennavo prima, tra il 2015 e quest’anno la squadra è stata ben costruita in ogni reparto. In difesa l’esperienza di Maietta, Gastaldello e Torosidis aiuta a crescere ragazzi di sicuro avvenire come Oikonomou e Masina, che i tifosi italiani hanno già imparato a conoscere durante la scorsa stagione. A centrocampo non c’è più Diawara, sostituito dall’esperto Dzemaili, mentre mister Donadoni può continuare a puntare sulla freschezza di gente come Taider e Donsah».
In mezzo c’è anche l’ungherese Nagy, la cui storia ricorda vagamente quella di Linetty…
«Nagy e Linetty si assomigliano per età, provenienza geografica ed esperienza internazionale. Nagy è coetaneo di Linetty, ha già giocato 11 partite con la sua Nazionale ed è un centrocampista che fa “gioco”. Ma se mi posso permettere, a differenza del polacco è più un calciatore di qualità che di quantità, capace di giocare indifferentemente davanti alla difesa o in posizione più avanzata. Anche se Linetty, da quanto sono riuscito a vedere, è un centrocampista forte, completo e dal futuro radioso».
Oltre a Nagy, c’è un giocatore del Bologna che la Samp deve temere in modo particolare?
«Krejci e Verdi, con la loro velocità, possono fare molto male alla Samp. Dovrebbero essere loro due ad affiancare Destro nel tridente offensivo di partenza, sempre che l’ex romanista recuperi al 100 per cento dall’infortunio: ma il suo impiego contro i blucerchiati è praticamente certo».
Quale sarà il probabile undici titolare del Bologna nella sfida di mercoledì?
«Il modulo sarà come sempre il 4-3-3. Da Costa in porta. In difesa, da sinistra a destra, Masina, capitan Gastaldello, Oikonomou e Torosidis. A centrocampo Nagy davanti alla difesa con Taider e Dzemaili (e non Donsah) ai suoi fianchi, mentre in attacco Krejci e Verdi giostreranno attorno a Destro, reduce da una fastidiosa lombalgia che lo ha tenuto fuori nell’ultima partita».
A proposito dell’ex blucerchiato Da Costa, come se la sta cavando nel ruolo di vice Mirante?
«Angelo è considerato dai tifosi bolognesi una sorta di amuleto, dato che con le sue parate – e con alcune traverse “propiziate” – ha contribuito a portare il Bologna in serie A. Ma a parte il discorso scaramantico, Da Costa non è un portiere impeccabile. Lo dimostrano i due gol subiti contro il Napoli per un’uscita poco decisa e un intervento impreciso su di un tiro scagliato sul suo palo. Rimane tuttavia un portiere che da più garanzie di altri numeri 12 visti in passato. Per fortuna, Mirante si sta mettendo alle spalle i problemi cardiaci che lo hanno costretto a stare fuori nelle ultime settimane: a breve potrebbe tornare anche ad allenarsi, si attendono gli ultimi responsi».
Un’ultima domanda: dove può arrivare questo Bologna?
«Il sogno è un posto in Europa League, Sassuolo dista poco e quella realtà ingolosisce. La società però è stata chiara: crescita graduale senza strafare, come rispecchiano le scelte sul mercato. L’obiettivo più realistico dunque è il decimo posto».
ROBERTO BORDI