Una sventagliata di stipendi ad minchiam? (scusate l’espressione bibina ma è quella che rende meglio l’idea..) Palombo a 800.000 euro a stagione. Castellini e Gentsoglu che, insieme, prendono quanto Cerci. Maresca e Rodriguez che, sommati, equivalgono a Candreva (o a Pizzarro). Nicky Pozzi che, udite udite, ha lo stesso stipendio di  Pogba!
Queste cifre totalmente assurde, slegate dagli effettivi valori reali, sono lo specchio dei mali che assillano la povera, derelitta Sampdoria dopo anni di gestioni imbarazzanti.
Non contando i fuggitivi Piovaccari e Juan Antonio, che ancora pesano con le loro mollezze sulle casse societarie, bisogna felicitarsi della cessione di Romero, che avrebbe fatto lievitare il monte ingaggi della squadra a cifre mostruose.. Cifre che, rapportate ai risultati sul campo, avrebbero fatto imbufalire un monaco tibetano strafatto di hashish.
I dati sono emersi la scorsa settimana dalle pagine della Gazzetta dello Sport: la Sampdoria, per spese sostenute, può vantare l’undicesimo monte ingaggi della serie A. Poco sotto a Genoa e Parma (rispettivamente con 33 e 31 milioni annui), si piazzano i blucerchiati con 27, 5 milioni. Molto più in basso troviamo tutte le altre pretendenti alla salvezza (Torino, Atalanta, Verona, Sassuolo, Chievo e Livorno), più tre squadre che, per valori tecnici e ultimi piazzamenti, si possono considerare su un altro pianeta rispetto a noi: Udinese, Cagliari e Catania (quest’anno in difficoltà , ma, in nome di sant’Agata, si riprenderà ).
Il dato più insulso è la differenza tra Samp e Cagliari: il confronto con i sardi, esempio virtuoso di stipendi bassi e ottimi giocatori in campo, è al limite dell’incredibile: Nainggolan prende quasi quanto quello scherzo della natura di Castellini. Ibarbo e Sau, insieme, prendono quanto quel morto di sonno, quella capra calcistica chiamata Soriano.
Le cifre in generale sono assai crudeli: attestano le cappellate dei nostri dirigenti, perpetuate da anni, che ancora gravano su tutta la gestione, presente e futura.
D’altronde Sagramola, pochi giorni fa, ha vuotato il sacco: l’obiettivo prioritario della Sampdoria è stato quello di ridurre le spese degli ingaggi, cercando di costruire una squadra (raffazzonata, con le pezze ai mutandoni) che abbia il 60-70% di possibilità di salvarsi.
Parole a vanvera, di una dirigenza che non ha mai capito una mazza dell’universo emozionale che lega un tifoso alla sua squadra.
Ora affrontiamo la Roma. Se non altro, in questo caso, la bilancia degli ingaggi è tutta dalla parte dei giallorossi. Saremo noi i sottoproletari, i pezzenti della situazione che cercheranno di portare a casa punti preziosi contro gli strapagati avversari (a tal proposito De Rossi è il giocatore più pagato in assoluto del campionato italiano, con 6,5 milioni annui, bonus inclusi).
Noi comunque terremo spesso d’occhio le divergenze di stipendi tra la Samp e le squadre che affronteremo. Osti e i suoi predecessori non possono passarla liscia facilmente: le loro topiche devono essere messe al pubblico ludibrio!
Pensare che Poulsen sia pagato poco meno di Cuadrado provoca una continua, persistente orticaria alle pudenda.
3 commenti
grande articolo ma “ad minchiam” è citazione bibina! occhio! 😉
Infatti
Vero. Staremo più attenti, anche se Scoglio è un personaggio allegorico che ha saputo regalare anche a noi grandi soddisfazioni…