La Voce di Roberto ’48, tifoso doriano che ne ha viste di cotte e di crude. Con la sua esperienza valuta l’attuale difficile momento della Samp
B A S T A !
Questo articolo è vietato ai minori di trent’anni. E anche qualcosa di più. E’ adatto a quelli come me, ultra-anta, che, col tempo, diventano sempre meno sensibili ai progetti di lunga durata.
Ricordo sempre, quando facevo la maturità, una ragazza la quale mi disse che quell’anno, per motivi familiari, non avrebbe fatto vacanze e viaggi. “Ma un altr’anno vado in America”. Ora io ragiono diversamente. Se devo andare negli Stati Uniti (ma ci sono già stato….) o in Australia, è questo il momento. Non posso permettermi di programmare.
Il grande attore Luca De Filippo se n’è andato improvvisamente. Aveva la mia età. Tutto questo per dire che vivo la mia “sampdorianità” come un fatto assai immanente e purtroppo quello attuale non è proprio un bel momento. Che fare dunque? Per le mie caratteristiche para-sensibili non mi rimane che la… fuga. Sono sempre stato un tifoso passionale, amante del bel gioco e, ovviamente, del risultato. E non mi sono mai occupato di tattiche varie con i rituali 4-3-3, 4-4-2, 4-3-2-1 e tutte le altre combinazioni. Quelle le lascio ai “tecnici” che in Italia sono diversi milioni e dai quali, peraltro, spesso sento dire tutto e il contrario di tutto in una sorta di pastoso manicheismo calcistico senza risultanze concrete. Ad esempio (ma non è una critica a Montella, ci mancherebbe) che il buon Del Neri è ormai un “animale” da museo e dunque, si diceva, “stia alla lontana da noi!”.
Sarà, però a me risulta che la sua Samp sia stata tra le prime quattro della nostra storia dopo quella dello scudetto, l’altra di Eriksson con Gullit, Platt e Mancini (per me la migliore) e la mitica di Monzeglio anni sessanta, il Doria dei “terribili vecchietti” (Ocwirk, Skoglund, Cucchiaroni). Non dimenticherò mai l’uno-due (Pazzini) all’Olimpico con la Roma. Ma, oggi come oggi, devo mettere in pratica l’”arte della fuga” come soluzione e rimozione dal dolore. Non lo sopporto. Lo ammetto: non reggo le” sofferenze da Samp” e quindi la soluzione, per me, è quella di astenersi da tutto. Partita, TV, commenti (degli altri…) ecc.. Niente di niente. La Samp diventa come quella moglie amatissima trovata a letto con un altro. Meglio abbandonarla (momentaneamente…) al suo destino perché il dispiacere è troppo. E’ una sorta di auto-difesa psicologica. Ovviamente, e diversamente nel caso della consorte fedifraga, sono sempre pronto a riabbracciarla. Ma ora no. Sono proprio deluso e mi ritiro nei miei alloggi culturali. Quelli non tradiscono mai. Certo sarebbe meglio essere tifosi meno emotivi, ma non è il mio caso. Preferisco andare all’angolo, in “clinch”, e alla fine, sopraffatto, gettare l’asciugamano. Sono un vigliacco. Forse. Ma preferisco così. Ascolterò gli echi da lontano, quelli non posso evitarli, magari con qualche commento a margine (mi fa bene scrivere, come andare dallo psicanalista). E per i successi futuri, parafrasando il famoso detto ebraico, dico “l’anno prossimo a Marassi” sperando che non valga la “gucciniana” Noi non ci saremo!
Roberto ’48
6 commenti
Ciao Roberto, anche io sono un tifoso degli anta ( un po’ meno anta di te ), complimenti per la forma di questo tuo pezzo, della sostanza invece non ho capito una mazza.
Caro MikP ,la sostanza ormai, per me, si riduce all’ oraziano “Carpe Diem”, cogli il giorno o come abitualmente si dice, cogli l’attimo. E se il momento non è propizio, anzi avvelenato, mi ritraggo proprio perchè non sono un tifoso all’acqua di rose ma un passionale che non sopporta il male inflitto all’amata Sampdoria, ed anche il fatto che non si parli, a livello nazionale, della nostra squadra. E quindi non mi va di ascoltare le lodi alle altre mentre il Doria finisce, negletto, in fondo all’angolo. Se fossimo primi in classifica, o giù di lì, seguirei tutti i canali fino a notte fonda godendo come un pazzo. Sono fatto così. Pazienza. Comunque Forza sempre Samp!!!
Adesso ho capito, grazie. Se fosse per i grandi network, satellitari o meno il campionato di serie A sarebbe a 6 squadre. La vivo in parte come te, anche se, fatti salvi gli anni d oro di Mantovani, la nostra dimensione e’ questa, per potenzialita’ della cosiddetta piazza e per la mancanza di programmazione tecnica verificatasi da Marotta in poi. Quello che non dovrebbe mai succedere e’ ritrovarsi in cadetteria o lottare per gli ultimi posti, ma quando non programmi con serieta’ per lunghi periodi ( e a noi non succede dai tempi di Marotta ), puo’ succedere, e infatti e’ successo. E lo trovo deludente, come trovo deludente l umoralita’ che ormai ha fatto della nostra una tifoseria assimilabile a molte altre, mentre per anni ci siamo distinti dagli altri ( bibini in primis) per moderazione, pazienza e goliardia. E per una gradinata di grande compattezza e volume di tifo.
Caro MikP facciamoci due discorsi come fossimo a bar. Vedi, a proposito della tifoseria, io credo che a volte, tutti, anche i migliori, corrano il rischio di finire nella retorica. E’ vero che la nostra tifoseria in passato si è distinta per il proprio aplomb ma ciò era dovuto in massima parte per la grande figura che dominava tutto l’ambiente e cioè Paolo Mantovani. Poi sono successe diverse cose spiacevoli commentate anche a livello nazionale (Via Ferreggiano è una di quelle….) e per le quali non ci si deve stupire se poi si finisce tutti nello stesso calderone. Io penso che ciò sia dovuto anche e specialmente per il cambiamento della società civile(?). Ai mie tempi…….ma in parte, se ho ben capito, anche ai tuoi, le cose andavano assai diversamente. A tal proposito ti segnalo (ma anche ai tifosi più giovani, per capire….) un libro di cui ha parlato recentemente Repubblica: “Il cameriere di Wembley” (Lorenzo Fabiano – Ed. inContropiede) e nel proposito voglio citare dal testo un passo che rende molto bene l’idea di quei tempi: il “clima con cui se ne andavano una dopo l’altra le domeniche:la passeggiata del mattino, il pranzo, lo stadio, il ritorno a casa, l’episodio di Attento a quei due con Tony Curtis e Roger Moore, poi Novantesimo minuto e la telecronaca registrata di un tempo di una partita di serie A scelta a sorpresa, quasi sempre la Juve. Era l’Italia della Fiat 124 con i sedili in pelle rossa, l’Italia dell’austerity e della crisi energetica per l’aumento del prezzo del greggio.” Ce n’è abbastanza per qualche lacrimuccia. Ciao.
Cercherò il libro, grazie per il consiglio. Ricordo tutti questi rituali e anche splendide partite in Sud nel vecchio Marassi bagnati fradici per la pioggia a cantare a squarciagola 90 minuti. Non c’ erano tornelli e i tifosi ospiti erano separati dai nostri solo nelle partite piu’ calde da un cordone di poliziotti. Ricordo un sacco di cose, ma senza lacrimucce, ma grande sorriso e orgoglio per aver vissuto il momento di maggior splendore della nostra amata Samp e della tifoseria. Pero’ la Fiat 124 no, questo e’ troppo! Diciamo dalla 500 con la doppietta in su…..
Torando all attualita’, giusto per non fare della tua rubrica una specie di museo egizio, domani c e’ l esordio casalingo della Samp di Montella e questo mi emoziona. Ho adorato il Montella calciatore, centravanti per caratteristiche con pochi eguali, rapido e letale sotto porta e capace di uscire dall area, far girare il gioco, e fare eurogol anche da lontano, e ho ammirato più volte la sua Fiorentina, la ricerca del bel gioco continua. Questa per noi e’ un enorme occasione di costruire un ciclo seguendo un uomo di grande idee calcistiche, personalita’ e stile. Accogliamolo come merita, e teniamocelo stretto anche se non arrivassero risultati a medio termine. Nel tourbillon di quadrupedi che abbiamo avuto in panchina da Del Neri in poi ( escludendo Sinisa e Iachini) questo e’ una mosca bianca. Perderlo sarebbe un delitto. Ciao.
Non sono daccordo nel tuo giudizio su Del Neri. La sua Samp è stata una delle migliori della storia blucerchiata. Cassano-Pazzini, olè!!!Per non citare altri come Guberti che sembravano fenomeni. Sono quasi le ore diciassette e tra poco la Samp scenderà in campo. Non oso pensare ad un risultato che non sia vittoria,anche se ilSassuolo è una brutta bestia. Comunque, nel caso fosse, dovremmo pensare unicamente alla salvezza e poi sono convinto che il prossimo anno con Montella dall’inizio il discorso sarà sicuramente diverso e assai positivo. Ciao.