Il momento è delicato, è sotto gli occhi di tutti. Ma per il bene della squadra è cosa buona e giusta mettere da parte i malumori, i pruriti genitali, le legittime imprecazioni che dal gargarozzo vorrebbero esplodere al cielo (e abbattersi sulla tribuna).
Sosteniamo i nostri giocatori allo stadio, riempiendolo il più possibile, incitando la Samp per tutti i 90 minuti della partita.
Partiamo dall’idea che è assai misera la personalità dei nostri giocatori. Allora è molto meglio NON fare come i genoani, che si accaniscono contro lo scarso di turno (con fischi e ululati disumani, appesi alle griglie come gorilla in cerca di banane), mandandolo definitivamente in tilt. Per il bene della Sampdoria è necessario incoraggiare tutti, fino alla fine (sì, se malauguratamente entrasse, anche quella capra narcolettica di Soriano, anche quel piede a ferro di cavallo di Bjarnason).
Il Toro che arriva a Marassi è più in forma di noi, arriva da buone prestazioni, ha 8 punti in classifica ma non è certo il Barcellona. Mette insieme una serie di sfiatelle, organizzate da quella vecchia e dannata volpe di Ventura, doriano da anni, ma sempre pronto a romperci i proverbiali e sacrosanti coglioni nel momento meno opportuno.
La partita sarà sul filo dell’equilibrio: un colpetto di culo, di quelli sfoderati nelle prime partite (quelle in cui siamo andati a punto) potrebbe essere risolutivo. Ma soprattutto il tifo sarà indispensabile e la Sud, (col resto dello stadio) può essere realmente decisiva. Sono queste, in particolare, le partite in cui possiamo essere il giocatore in più che fa vincere la squadra.
I timori sono giustificati: il peperone brucia. Tutti siamo marchiati a fuoco dalla stagione inverosimile che ci precipitò dalla Champion’s alla serie B, nello spazio limitato di un mattino (o quasi). Ma è molto meglio mettersi il ricordo alle spalle, concentrarci sul presente in cui abbiamo un allenatore con le palle e alcune buone, seppur rare, individualità. La salvezza si costruisce muovendo la classifica. Quindi tutti allo stadio a tifare Doria. Per i 90 minuti restiamo uniti (l’ha detto anche Flachi, re delle rovesciate e del panino al lampredotto: domenica restiamo tutti uniti!). Bruciamoci la gola, come nei tempi migliori!