E’ un Giorgio Bubba da premio Pulitzer quello che ci delizia con la sua voce “bubbeggiante” in questo breve cronaca di un Sampdoria-Roma d’annata. Un Bubba debortante, con in suoi boccheggi verbali, i suoi silenzi in cui ci piace immaginarlo mentre deglutisce, mentre si allarga il nodo della cravatta colpevole di stringergli il collo batraciforme, guardandosi attorno con occhietti sorcini ed aspirando violentemente quanta più aria possibile dalle minuscole narici suine… E’ un Bubba che si permette di scomodare anche Taviani, Pruzzo, il basilico, la mentuccia: un Bubba stellare, psichiatrico…E quando smette di parlare lui, arriva un altro mostro sacro della lingua italiana, il barone Liedholm con le sue storpiature. Frammenti di un calcio passato, in cui si badava più all’aspetto sportivo, che non all’apparire impeccabili ad ogni costo. Quanto ci manchi, Giorgio!
Nel documento storico vediamo anche il celebre Beppe Viola, il grande giornalista milanese, autore fra l’altro di numerose canzoni insieme a Enzo Jannacci. Ma soprattutto un Mancio giovanisimo e riccioluto esaltare la platea del campo, con una rete di fino, e quella televisiva, improvvisandosi presentatore.