Non è un buon periodo per il Bologna. La nostra bestia nera – la squadra che per ben due volte e sempre in anni dispari, 1977 e 1979, ci ha spinto con ferocia nel baratro della serie B – non sta passando un bel momento: per non dire di peggio. I 7 gol presi dal Napoli e l’incredibile sconfitta contro il Milan maturata nonostante la doppia superiorità numerica hanno infranto molte delle certezze della squadra di Donadoni, investita nell’ultima occasione da una sonora botta di fischi.
A Bologna la gente è incazzata e si aspetta una reazione immediata. Un qualcosa che deve mettere tutti quanti sul “chi va là!”, dato che è proprio in partite come queste (alle quali i blucerchiati arrivano dopo una serie lunga o corta di risultati positivi) che la Samp stecca. Dunque, contro i felsinei la squadra di Giampaolo è attesa dall’ennesima prova di maturità stagionale. Le strade sono due: vivacchiare fino a giugno nel limbo della classifica o provare a porsi nuovi obiettivi.
All’andata i blucerchiati si presentavano al “Dall’Ara” con due brucianti sconfitte sul groppone. Che sarebbero diventate tre, dando il via a un filotto di risultati negativi spezzato dalla strepitosa vittoria contro il genoa. Tutto sta andando al contrario di 19 partite fa. Speriamo che questa tendenza a ribaltare i risultati del girone d’andata continui il più possibile. Ma fermandosi prima del derby…
Della Samp sappiamo tutto. Le due vittorie consecutive contro Roma e Milan, tanto belle quanto inaspettate, hanno regalato allo spogliatoio un’aria di entusiasmo che dalle parti di Bogliasco non si respirava da un bel pezzo. La formazione rispecchierà quella di San Siro. Solo due i dubbi: Schick o Quagliarella come secondo terminale d’attacco accanto a Muriel e uno tra Fernandes e l’emergente Djuricic sulla trequarti.
Del Bologna decisamente meno, se non le due recenti umiliazioni che hanno intaccato l’ottimismo del presidente italo-canadese Joey Saputo, il quale si è detto “arrabbiato e deluso”. E con lui Donadoni, ammirevole nell’essersi assunto ogni responsabilità per questo brutto momento.
Ma che squadra è il Bologna? Se dovessimo utilizzare un aggettivo per descriverla, si potrebbe dire propositiva. Facciamo un salto all’indietro e pensiamo alla sfida del “Dall’Ara” dello scorso 22 settembre. Dopo un inizio promettente, bagnato da un bel tiro dalla distanza di Muriel, la Samp si fa schiacciare progressivamente nella propria metà campo, regalando al Bologna entrambe le fasce.
Ed è lì che la Samp perde la partita. A parte il gol al volo di Verdi, classico tiro che a riprovarlo dieci volte la palla – nel migliore dei casi – finisce sui cartelloni pubblicitari, la squadra di Donadoni vince i duelli sugli esterni (Masina-Krejci sulla sinistra, Torosidis-Verdi sulla destra). È soprattutto sulle fasce che il Bologna concentra il suo gioco, affidandosi spesso e volentieri a rapidi capovolgimenti di fronte per colpire a sorpresa il lato scoperto e più debole della difesa avversaria, come succede in entrambe le azioni che consentono alla squadra di Donadoni di vincere il match.
Nel 2-0 dell’andata il protagonista assoluto dell’incontro è Krejci. Ex compagno di squadra di Patrik Schick ai tempi dello Sparta Praga, il nazionale ceco gioca contro la Samp la sua migliore partita in Italia. I suoi movimenti tagliano a fette la difesa blucerchiata, Barreto e soprattutto Pereira non riescono a fermarlo e lui ne approfitta confezionando gli assist per Verdi e Destro.
Già, Destro. Il numero 10 del Bologna, la stella della squadra. Almeno sulla carta, perché tra infortuni e gol sbagliati a porta vuota l’ex attaccante di Milan, Inter e mille altre squadre sta attraversando una delle fasi più difficili della sua carriera. I tifosi sono con lui, lo spogliatoio anche, ma la Samp è esperta nel fare uscire dal tunnel chi, in altre situazioni, finirebbe per arredarselo. Ci vorrà massima attenzione per tenerlo a bada: Skriniar e soprattutto Silvestre sono già avvisati.
E il resto della squadra? Il centrocampo è valido. In mediana, dove il Bologna gioca a 3 (e quindi a specchio rispetto alla Samp) troveranno posto Nagy al centro e Dzemaili-Pulgar sugli interni. Gli uno contro uno in mezzo al campo saranno fondamentali per alterare gli equilibri del match. Occhio soprattutto allo svizzero Dzemaili e alle sue incursioni dal centro-sinistra, che gli hanno permesso di diventare capocannoniere della squadra con 5 gol all’attivo a pari merito con Destro.
Ma il vero problema del Bologna è in difesa. A parte i due terzini di spinta, uno un pochino più ancorato alla linea difensiva (Torosidis/Krafth) e l’altro decisamente più sbilanciato in avanti (Masina), tutti giocatori di buon livello, è al centro della retroguardia che si segnalano le maggiori criticità. Nessuno tra Gastaldello, Maietta e Oikonomou dà sufficienti garanzie. Si tratta di calciatori forti fisicamente, abili nel gioco aereo ma deficitari dal punto di vista tecnico e atletico.
Abbastanza per pensare che, a differenza della partita di andata, il Bologna adotterà un atteggiamento speculativo. In soldoni penserà più a non prenderle che a darle, giocando con i reparti corti e la difesa bassa, in modo da non lasciare spazio alle micidiali ripartenze della Samp. Dal canto suo la squadra di Giampaolo è squadra “brerianamente” femmina: gioca male quando le tocca fare la partita, mentre va a nozze contro gli avversari che fanno del possesso palla il loro marchio distintivo. Non è un caso che la Samp giochi meglio con le grandi che con le piccole…
In conclusione, la Sampdoria si deve aspettare una partita difficile, intesa come noiosa. Il Bologna verrà a Marassi a difendersi “unghie e denti” con l’obiettivo di strappare un punto, come successo il 26 gennaio 2014. Allora, per chi non se lo ricordasse, un rigore trasformato da Diamanti costrinse una buona Samp al pareggio, con tanto di esultanza sfrenata del “retrocessore” Curci.
Una partita bloccata, con la Samp ad attaccare e gli ospiti a parcheggiare il bus in area di rigore. Così era successo poco più di tre anni fa. E così, probabilmente, accadrà di nuovo dopodomani.
ROBERTO BORDI