In attesa di Cagliari-Sampdoria si rifà vivo l’amministratore delegato Sagramola, che lustra l’obice e le spara grosse.
Si mette a zerbino, in difesa della proprietà, contro le ultime critiche dei tifosi nei confronti di Garrone che – nessuno lo mette in dubbio – ha scucito fior di palanche ( spesso alla cazzo di cane) per la Sampdoria..
C’è sempre questa filosofia che aleggia nell’aria, secondo la quale Garrone Edoardo debba avere una dispensa papale che lo sottragga da ogni contestazione, possibile e immaginabile.
Ma il calcio è fatto così, caro Sagramola. Accende le passioni, accende il sacro fuoco dell’entusiasmo, nel bene e nel male. Quel sacro fuoco che permette ad una società come la Samp, in apnea da tre anni, incapace di offrire prestazioni convincenti da mesi (una vittoria, che ha del miracoloso, contro la Juve nelle ultime 14 partite di campionato, stagione scorsa compresa!), di avere ancora 20.000 abbonati che cantano e sostengono la squadra spellandosi le mani e le ugole.
La stessa tifoseria che, nel giorno pietoso in cui la Sampdoria è scesa nella serie cadetta, dopo un anno incredibile condito da errori da dillettanti, ha messo in scena uno spettacolo da libro Cuore, applaudendo a scena aperta il capitan Palombo piangente.
Dopo una pazienza infinita dei tifosi, dopo sconfitte e punti bassissimi raggiunti, al primo accenno di critica spunta fuori Caparezza Sagramola, in arrivo dalla luna, a chiedersi con fare sbigottito: “Beh, non capisco le contestazioni”..
Non è bello scomodare certe piazze folli, ma fossero capitate delle annate tanto sconsiderate da altre parti (vedi la capitale), i tifosi avrebbero messo a ferro e fuoco il campo d’allenamento (più fuoco che ferro)… Altro che una civilissima lettera.
Intanto, come un abile baro del Far West, Sagramola cambia le carte in tavola. L’amministratore delegato, dopo aver parlato durante l’estate di salvezza tranquilla, dice che abbiamo il 60-70 % di probabilità di salvarci… Come fossimo un Empoli, un Ascoli della situazione, di passaggio nella categoria!
Come se non bastasse comunica al Secolo XIX che il nostro piano triennale prevede il mantenimento della serie A, senza che i costi vadano a gravare sulle tasche dell’azionista. Questo il primo obiettivo. Quindi si lotterebbe per la mera sopravvivenza.
Peccato che lo stesso Garrone avesse parlato, in tempi non sospetti, del progetto di far crescere un gruppo di giovani di classe, campioni in divenire, pronti ad esplodere. Così da consentire alla Samp di salire di livello gradualmente. Non parlava certo dell’acquisto di un unico ottimo giovane giocatore (Gabbiadini) in comproprietà, destinato a cambiare aria al più presto.
Pertanto: cazzi amari in vista. Si sentono parole, le famose mani avanti, che già si udivano un paio d’anni fa. E sappiamo disgraziatamente come andò a finire.
Intanto oggi, in una squadra schiacciata da una carenza tecnica totale, siamo al punto di dover accendere i ceri alla Guardia per il reintegro di Maresca, la vecchia tartaruga del centrocampo, in grado per lo meno di alzare il tasso tecnico blucerchiato.
Delio Rossi nella conferenza stampa odierna ha detto, a denti stretti e a pugni serrati, che il giocatore “sarà chiamato in causa quando sarà idoneo”.
La notizia ci solleva.
Maresca è tenuto in conto (così dice Delio), ma è semplicemente fuori forma. Le informazioni che lo davano caracollante intorno al campo di Bogliasco, con una panza da bavarese all’Oktober Fest prima del pisciatone liberatorio sono attendibili.
Il caso è chiuso? Staremo a vedere.. Noi comunque caldeggiamo un suo reinserimento, appena la panza si sgonfierà… Ovviamente sempre al grido di “salviamo il salvabile, stringiamo gli sfinteri fino a gennaio”.