Dobbiamo essere concentrati sul Cagliari. Ma non possiamo ignorare la nuova stupidissima decisione del Giudice Sportivo di chiudere non una, ma tutte e due le curve dello stadio Olimpico per le partite Roma-Sampdoria e Roma-Inter.
E’ la solita scelta idiota, censoria e autoritaria della Lega, che ha applicato nuovamente nel modo più stupido possibile le regole sulla questione della “discriminazione territoriale”, dopo i cori ascoltati mercoledì scorso durante la semifinale di Coppa Roma-Napoli.
Ordinari sfottò, provocazioni libere fra le due tifoserie.
Tra i difetti che possono avere la tifoseria della Roma e quella del Napoli (gemellata saldamente con quella dei topi) una cosa va riconosciuto: hanno una passione estrema e un attaccamento fortissimo alla squadra.
Mercoledì lo stadio era quasi pieno, a differenza della malinconica desolazione del Friuli per l’analogo match di semifinale fra Udinese e Fiorentina. I napoletani avevano invaso l’Olimpico con qualche migliaio di tifosi, volevano farsi sentire.
Da casa, grazie ai “potenti” mezzi di mamma Rai, si potevano ascoltare tutti i cori delle tifoserie, che rendevano quella partita ancora più viva, ancora più spettacolare (e già in campo c’era un bello spettacolo, con Gervinho che furoreggiava a tutto campo). A differenza, lo ripetiamo, di quel grigiume nebuloso che è stato il match di Udine, con una tifoseria sugli spalti ridotta all’osso (e scaldata soltanto sul finale, quando le grappe hanno iniziato ad entrare in circolo).
All’Olimpico, invece, c’era spettacolo in campo e sugli spalti: si sentivano anche in tv le ordinarie provocazioni fra tifosi. I napoletani hanno intonato un “Roma merda!” o qualcosa di simile, a piene ugole napolenate, sull’onda della sempreverde tradizione del maestro Mario Merola.
La Curva Sud giallorossa ha risposto con un tuono: “Lavali lavali lavali col fuoco, o Vesuvio lavali col fuoco!”.
Insomma, niente di nuovo sul fronte calcistico. Cori triti e ritriti. A tal punto conosciuti che quasi non hanno più significato.
Tutto fa parte del gioco: a provocazione si risponde. Questo, ripetiamo, è il gioco!
Ma il gioco non è compreso dal Giudice Sportivo, chiuso nelle sue scartoffie come un topo da giurispridenza, che continua ad applicare la mannaia delle squalifiche.
Durante la partita è volato un razzo da una curva all’altra. Ed è stato restituito al mittente.
Ci si poteva fare male, ma nessuno, fortunatamente, si è ferito.
Ma il razzo, quello no, non vale niente… Una piccola multa e stop.
La cosa grave sono un paio di cori della curva Sud e della curva Nord: una folkloristica invocazione al Vesuvio, ascoltata mille volte, che i napoletani manco avranno sentito.
E che pena, poi, il commentatore Rai a fondo campo, che richiama a gran voce l’attenzione del telecronista. “Devo comunicare il coro offensivo e discriminatorio dei tifosi della Roma. Scatterà la squalifica della curva Sud”, diceva il giornalista, meschinamente, ma con una certa soddisfazione: forse era lieto di poter giustificare la sua presenza inutile a fondo campo.
Morale della storia: la Samp andrà a Roma e giocherà in uno stadio spoglio, monco delle due curve. Per noi potrà essere un vantaggio, ma, sportivamente, avremmo preferito giocare con lo stadio pieno, nell’ambiente ostico di Roma, libero dai provvedimenti autoritari di un Giudice Sportivo incapace.
Ma c’è una piccola speranza: come accaduto con la Juve, stanno studiando l’ipotesi di fare entrare i bambini nelle curve. Migliaia di piccoli romanisti in curva Sud e in curva Nord. Speriamo allora che entrino i peggio, i più maleducati coattini de Roma.
Coatti in erba, tutti allo stadio a imprecare, a cantare canzonacce da osteria, alla faccia del Giudice Sportivo!
2 commenti
Però non è neanche giusto permettere qualsiasi prepotenza da parte di certi sedicenti tifosi (?) la cui beceraggine è fuor di ogni logica ed anche la sopraffazione nei confronti dei presidenti e delle relative società. Poi, comunque, in questo paese dai risvolti “cementificati” avverrà come sempre che nulla di buono succederà perchè si seguirà la logica del Gattopardo per cui è necessario “che tutto cambi perchè nulla cambi!”. I romani poi…………..Dice” e perchè i bergamaschi?” E avanti di questo passo. Non se ne esce.
Roberto non ha tutti i torti quando parla di strapotere di certe tifoserie invasate. ma è anche vero che questo provvedimento non sta in piedi… Per due cori hanno squalificato due curve, fregandosene di abbonati, di gente che voleva godersi la partita. Si può essere d’accordo con la battaglia verso le frange più violente ma questa regola di discriminazione territoriale è una stronzata