La Sampdoria “copetera” come amava definirla il nostro eroe Vujadin Boskov, finisce la sua corsa agli ottavi.
Un vero peccato, ma è anche vero che nella situazione in cui siamo non possiamo permetterci passi falsi in campionato.
Quindi concordo con Sinisa nella scelta di risparmiare i titolari che domenica affronteranno l’Udinese.
Ma la domanda tecnico/filosofica è d’obbligo: perchè l’unico paese dove i giocatori non riescono a giocare ogni 3 giorni è l’Italia?
Misteri alla kazzenger come direbbe il grande tifoso blucerchiato Maurizio Crozza.
LA PARTITA
La Sampdoria si presenta a Roma con l’abituale modulo 4-2-3-1: in porta Fiorillo, capitano. Difesa a 4 con Rodriguez a destra, centrali Salamon e Fornasier, a sinistra Castellini. Centrocampo con Obiang e Maresca. Attacco composto dalla solita linea a 3 con Bjarnason a destra, Wszolek a sinistra e Sansone dietro Pozzi.
Unico titolare in campo è Obiang, squalificato con l’Udinese.
La Roma risponde con il consueto frizzante 4-3-3 di Garcia, con l’impronunciabile portiere polacco Skorupski, difesa a 4 con Torosidis a destra, Burdisso e Castan centrali e Dodò a sinistra. A centrocampo: centrale De Rossi davanti alla difesa, mezzo destro Taddei e a sorpresa in campo l’ultimo acquisto giallorosso Naingollan mezzo sinistro. Attacco composto da Destro centrale, Florenzi a destra e Ljajic a sinistra
A mio avviso la Roma è una delle splendide realtà di questo campionato. Gioca un calcio moderno, veloce, offensivo,ad alta intensità. Vuole comandare il gioco con possesso palla ed attacchi ragionati ed improvvisi e ha, come uno degli obiettivi stagionali, la Coppa Italia.
Infatti, aiutato dalle squalifiche in campionato, Garcia schiera De Rossi e Castan, Naingollan, appena arrivato, e anche l’ attacco è in parte titolare.
6-7 titolari della Roma contro 1 titolare nostro.
I giallorossi nella gestione del pallone schiera i terzini sulla linea dei centrocampisti. De Rossi si abbassa davanti alla difesa, le mezz’ali stringono sui nostri 2 centrali di centrocampo, gli esterni alti si accentrano per lasciare le corsie ai terzini e per effettuare i tagli verso il centro, con ottimo tempismo ed organizzazione.
Colpisce il movimento di Ljajic, che mette in difficoltà i nostri difensori: dalla sinistra si accentra e Destro si allarga sulla sinistra, per giocare nello spazio che si crea tra i nostri centrali di difesa ed i 2 centrocampisti.
Uno spazio enorme dovuto al poco dinamismo di Maresca e Obiang, e alla poca sicurezza di Salamon (al rientro dopo 3 mesi di infortunio) e di Fornasier.
Pressiamo alti il possesso palla e della Roma, con i 2 attaccanti esterni e Pozzi.
Sansone si attacca alle caviglie di De Rossi. Maresca e Obiang si fronteggiano con Taddei e Naingollan. Ma sia in fase di possesso, quando attacchiamo, sia in non possesso, la difesa sembra aver paura a salire e accorciare lo spazio tra loro ed il centrocampo.
Concediamo tanto campo agli attaccanti della Roma in fase di ripartenza. E infatti arrivano i guai.
I nostri 2 terzini Castellini e Rodriguez sbagliano spesso i tempi dell’inserimento e molte volte si trovano a gestire dei 2 contro 1 contro il terzino e l’esterno alto della Roma, andando in difficoltà.
Mancano i raddoppi da parte di Wszolek a sinistra. Mentre Bjarnason è lento nell’effettuarlo a destra.
Ed il goal nasce su una bellissima azione della Roma nello sfuggire al pressing, grazie ad un attacco sull’esterno veloce. Dodò salta in velocità un Bjarnasson troppo molle nel contrasto. Il brasiliano salta anche Rodriguez con uno scambio e dalla sinistra parte un cross basso che Fiorillo e i nostri centrali sbagliano a decifrare. Castellini, distratto, non segue il terzino destro della Roma Torosidis, che segna indisturbato.
Forse è in fuorigioco, ma non importa: dopo 6 minuti siamo già sotto.
L’errore più grosso forse è quello di Rodriguez che entra debolmente in un contrasto quando forse era meglio fare un fallo tattico per non lanciare l’offensiva giallorossa.
Ma non ci arrendiamo e con l’ottimo Wszolek produciamo un’azione simile a quella del gol romanista, ma sul cross da sinistra nessuno riesce a siglare il pareggio, peccato.
La Roma è superiore. In certi momenti sembra addormentare la partita con un possesso palla: è evidente la famosa ricerca del gioco attraverso i triangoli sugli esterni per poi ripartire con delle fiammate offensive che fanno vincere la palma di migliore in campo in assoluto al nostro capitano Fiorillo, nonostante l’errore sul goal.
Dalla nostra parte, Sansone fatica a farsi trovare in posizione per alimentare il nostro gioco offensivo. Sfondiamo parecchio a sinistra con il turbo polacco, ma non riusciamo mai a tirare in porta. Mentre la Roma ogni volta che attacca arriva a concludere, ma oggi Fiorillo ha chiuso la saracinesca.
Fatichiamo a dare seguito al nostro pressing offensivo, perchè la nostra difesa è piantata, sia nell’affrontare individualmente gli attaccanti della Roma, sia in fase di risalita per dare manforte al gioco offensivo con delle marcature preventive sugli avanti giallorossi.
Commettiamo anche pochi falli sulle loro ripartenze, concediamo troppo spazio. Il primo tempo si chiude con un monologo romanista.
IL SECONDO TEMPO
Nella ripresa il copione non cambia. Vediamo che almeno si cerca di seguire il movimento verso il centro di Ljajic con Fornasier, che si stacca per provare ad anticiparlo sulla giocata o sul contrasto.
Al 60′ esce Pozzi che in precedenza non ha sfruttato un’ottima azione di Wszolek. Mentre la Roma gestisce in maniera eccellente la partita, rischiando poco e creando altre 4-5 palle goal.
Noi ci proviamo con i diversi schemi sui calci piazzati. Ma si vede che siamo ancora alle prime armi, perchè non si realizza mezzo schema. Anzi, ogni errore è punito con una ripartenza giallorossa.
Finiamo con dei numeri impietosi: possesso palla 55% per loro e ben 13 tiri di cui 9 in porta. Da parte nostra: 5 tiri di cui 3 in porta.
CONSIDERAZIONI FINALI
Peccato per l’eliminazione, ma una considerazione ci tengo a scriverla.
Sinisa e il suo staff sono andati a Roma e si sono giocati la partita (a differenza di qualche suo collega), rispondendo con il suo gioco offensivo, senza aspettare gli avversari nella nostra metà campo: questo merita tutto il mio rispetto ed il mio plauso.
Un inno al coraggio ed alla ricerca dell’autostima e della personalità di qualche giovane calciatore.
Certo, potevamo fare di più. Forse è mancata un po’ di convinzione e di concentrazione sopratutto in un reparto difensivo inventato e nuovo. Ma prendiamo ciò che abbiamo fatto di positivo, vedi Fiorillo e Wszolek.
Il gioco c’è, così come la determinazione e consapevolezza. Il gruppo è unito, ci sono tutti gli ingredienti per tornare a fare punti lunedì per raggiungere il nostro obiettivo.
E come diceva il nostro vecchio cuore blucerchiato jugoslavo… Copetera sarà!
2 commenti
Un plauso alle considerazioni finali. Soprattutto considerando che difficilmente una squadra di bassa classifica imposta la propria attività con il gioco offensivo.
in Italia non si riesce a giocare ogni 3 giorni perché ci si allena male, secondo me…allenamenti con troppi carichi di lavoro…in Inghilterra si allenano giocando…l’unico modo per abituarsi ad un calendario fitto è fare un bagno di umiltà ed ispirarsi agli altri…