La notizia, diffusa in una nota dal Comitato Tecnico Scientifico, fa chiarezza almeno su questo aspetto: non ci sarà alcuna modifica al sistema di quarantena precauzionale per i calciatori. Restano le due settimane di isolamento per i giocatori trovati positivi e per i loro contatti più stretti.
Anzi, il comitato ribadisce “con forza che non esistono alternative a quanto rappresentato in ogni sede, per ogni tipologia di attività e per ogni tipo di soggetto, relativamente alla ripresa di tali attività, nel pieno rispetto delle norme vigenti e dell’evidenza scientifica che tali norme hanno contribuito a generare“.
Non vi sarà (come per altro facilmente prevedibile ) “un trattamento particolare, in eccezione per alcune categorie di persone e di attività, come i professionisti del gioco del calcio, così come per altri sport di squadra che implichino contatto fisico prolungato – si legge nel comunicato – “Tutto questo è fuorviante e provocatorio, tendente a creare un clima di scarsa fiducia nell’attendibilità e nel rigore etico e scientifico con cui il Cts ha affrontato e continua ad affrontare i complessi problemi tecnici legati alle riaperture progressive del Paese, nel contesto del processo di rafforzamento dei settori territoriale e ospedaliero del Sistema sanitario nazionale e degli indicatori di monitoraggio stabiliti dal Ministero della Salute di concerto con le Amministrazioni regionali”.
Insomma, la strada per la ripresa del campionato si fa più in salita che mai. Ma del resto, come può uno Stato imporre ai propri cittadini delle norme e poi creare delle zone franche, limitate ai campi di calcio?
La sensazione è che la telenovela si stia prolungando oltremisura, prima che venga messa la parola fine su un campionato che difficilmente potrà essere portato a termine.
La Figc non si prende responsabilità e ha messo il cerino nelle mani del Governo che dal canto suo ribadisce: “Si può giocare ma solo a queste condizioni”.
La farsa delle farse: Nessuno vuole prendersi la responsabilità di bloccare il campionato, per poi, probabilmente, lasciarlo naufragare davanti all’evidenza.
Le regole da seguire per le squadre vanno ben oltre il comico: fra le altre, non ci si può stringere le mani prima del match e si deve arrivare al campo con due pullman.
Poi al primo calcio d’angolo sarà possibile alitarsi e in alcuni casi sputarsi negli occhi. Nelle situazioni estreme, anche addentarsi in modalità Suarez.
Quindi, attenzione: in caso di rete l’esultanza andrà fatta coi gomiti. Ci si dà di gomito come nelle peggiori scenette di cabaret degli anni ’30.
Non c’è molto da aggiungere. Su queste basi, al primo caso di positività saranno quarantenati giocatori, compagni, avversari, interi staff per due settimane. Insomma, il carrozzone calcio è destinato a non ripartire.
Il calcio è in piena farsa (tanto per cambiare). Tutto questo accade in un momento in cui nessuno dice che in Liguria la situazione non è affatto buona.
Si parla di ripartenze totali, ma nel mare di dati che ci stanno sommergendo da settimane, emerge che la nostra regione è fra quelle col maggior numero di contagi in proporzione al numero di abitanti.
Ma visto che la stagione turistica è alle porte, in molti fanno i finti to(n)ti: tanto ci sono Lombardia e Piemonte che occupano gli spazi dei telegiornali. Così chiaramente non va. L’emergenza in Liguria continua: in Regione lo tengano ben presente.