Loris Boni vuole tornare a essere utile alla causa blucerchiata: è pronto ad offrire il suo entusiasmo e le sue indiscusse competenze. E’ ormai praticamente certo il suo ritorno fra le fila doriane.
Ariedo Braida, infatti, ha espressamente richiesto l’ingaggio nel suo staff del rude ma generoso ex centrocampista bresciano (in blucerchiato dal ’71 al ’75), in qualità di collaboratore tecnico. Amico personale, oltre che ex collaboratore, del futuro direttore sportivo, Boni non smentisce, anzi si dice onorato, sottolineando con orgoglio il fatto di essere, di fatto, cresciuto con i nostri colori (arrivò a Genova a soli diciotto anni).
Da giocatore, Loris Boni offrì un contributo importante in anni difficili.
Come detto, arriva giovanissimo in blucerchiato, proveniente dalla Solbiatese. Mediano dalle ottime qualità agonistiche, accompagnate da una discreta tecnica (cosa non scontata ai tempi), in grado sia di proteggere la difesa che di fornire un prezioso apporto a centrocampo, Boni rimarrà nel cuore dei tifosi sia per il carattere mostrato in campo che per un paio di reti decisive siglate in trasferta: il 9 gennaio ’72, infatti, l’allora diciottenne Boni porta in vantaggio i blucerchiati contro l’Inter campione in carica a San Siro, in un incontro che terminerà con un inatteso 4-4. Ancora più importante la rete segnata il 20 maggio 1973: a Torino, in casa granata, il biondo mediano firma la rete che permette alla Samp di espugnare il Comunale negli ultimi minuti, nonché di salvarsi a scapito dell’Atalanta, grazie alla migliore differenza reti.
Il giovane Boni passerà alla Roma nel 1975 per una cifra ragguardevole (800 milioni di lire). In giallorosso vive quattro stagioni poco brillanti, contraddistinte da un grave infortunio subito nel derby del 14 marzo 1976, a seguito di uno scontro fortuito con Giorgio Chinaglia al 10′ del primo tempo, e da un presunto dissidio con l’indimenticabile Di Bartolomei, amplificato a dismisura dai media dell’epoca, che avrebbe portato alla cessione al Pescara nell’estate del ’79. L’inizio del declino: due stagioni in Abruzzo, due nella Cremonese, per poi proseguire in C con Novara e Legnano e chiudere nel ’90, tra i dilettanti, con il Fanfulla di Lodi. Boni vanta anche 6 presenze nella rappresentativa nazionale Under 21 (tra il ’72 e il ’73) e 8 in quella Under 23 (tra il ’73 e il ’77), quasi tutte maturate ai tempi della militanza blucerchiata.
Appese le scarpette al chiodo, Boni intraprende la carriera da allenatore, sviluppatasi quasi esclusivamente tra i dilettanti del Nord Italia, tra Veneto, Lombardia, Emilia e Liguria: tra le diverse squadre allenate, spiccano Sassuolo, Mantova ed Imperia, ma i risultati ottenuti non saranno significativi. Più fruttuosa la successiva collaborazione con Braida, al punto da diventare un collaboratore imprescindibile per il diesse, cpecie negli ultimi anni al Milan.
Ora il sodalizio, ci auriamo fruttuoso, proseguirà alla Samp.