I 6 punti in classifica sono merito di Luis Muriel, regale e devastante. Fanno persino tenerezza i difensori che annaspano nel tentativo di arginare la sua furia quando parte palla al piede, unendo la potenza di un bufalo all’eleganza di un ballerino di freestyle.
Il dribbling è quello del campione, le finte (con le debite proporzioni dovute al rispetto per la storia) sono quelle di ronaldiana memoria.
L’anno scorso Luis difettava di concentrazione: giungeva spesso stremato alla conclusione, senza la lucidità per compiere la scelta più opportuna. Il suo errore tipico era affrettare il colpo finale, rendendo vana la sublime preparazione al tiro o all’assist con un’inesorabile vaccata conclusiva.
Ma le prime due giornate di campionato hanno messo in luce un Muriel completamente diverso.
La preparazione in ritiro è stata condottatta al meglio: i platani in doppia frittura sono stati accantonati, Giampaolo l’ha caricato come una molla, responsabilizzandolo e facendolo sentire l’uomo della Provvidenza, l’uomo della Differenza, il fuoriclasse della nostra squadra.
Più libero mentalmente, Muriel prende sempre l’iniziativa, porta palla, slalomeggia saltando uomini che diventano birilli e conclude. E i risultati si vedono.
Realizza il primo gol in campionato della Sampdoria, con un siluro contro l’Empoli al termine di un’azione individuale che vale i primi 3 punti.
Spariglia le carte, alla maniera del campione, contro l’Atalanta: una gara resa difficile dalle furbate tattiche della vecchia volpe vittimista Gasperini.
Sullo 0-1 e poche manovre offensive dei blucerchiati, il talento colombiano ha recuperato un pallone a centrocampo, ha quindi ubriacato il malcapitato Raimondi con un paio di finte ottenendo il rigore che ci ha condotti al pareggio, facilitandoci un cammino fino a quel momento periglioso.
Non pago, pochi minuti dopo con l’Atalanta in 10, Luis si è dimostrato il suggeritore perfetto, pennellando un cross (“più che un cross un passaggio” – dirà in seguito Nicolini) delizioso per la testa di Barreto, a segno con il primo gol “aereo” della sua carriera.
Applausi a scena aperta per Muriel, alla guida di un attacco che per il resto ha diversi punti interrogativi: Quaglia sembra ancora macchinoso; Schick acerbo, non si sa quanto Giampaolo punti su di lui. Budimir si batte molto, ha discreti colpi, ma anche una certa imprecisione. E in serie A la vita è dura, staremo a vedere.
Intanto ci godiamo le prodezze di Luis. La sua convocazione in nazionale non suscita l’entusiasmo di Giampaolo, che teme in questa settimana festini e junk-food.
Ma il colombiano dovrà tornare fra dieci giorni, più in forma che mai per regalarci ancora magie.
Ci inchiniamo tutti al cospetto di re Muriel