Cosa accomuna una dimenticabile commedia all’italiana, vero elogio del trash (Io no spik inglish) ed un dramma d’amore e violenza del grande regista Wong Kar Wai, realizzato ad Hong Kong e apprezzato dal pubblico d’essai (Angeli Perduti)?
Due cose: innanzitutto lo stesso anno di realizzazione: 1995. L’altra è più inaspettata: entrambi i film citano le vicende sportive della Samp di quella stagione, sia pure in scene e contesti completamente diversi.
Io no spik inglish è uno dei film che più ci fece meditare il suicidio. Una tristemente tipica commedia pecoreccia senza pretese, in cui Paolo Villaggio (mitico, ma discusso tifoso blucerchiato nella vita reale) interpreta l’ennesima variazione del tipo fantozziano: un assicuratore di Albenga che per imparare l’inglese e mantenere il lavoro è costretto a partire per un viaggio-studio a Londra, compagno di studi di alcuni ragazzini, veri e propri teddy boys cresciuti a sane pippe e Non è la Rai.
Una trama esile tiene insieme una serie di scenette dall’umorismo molto facile sulle peripezie dell’italiano “medio” alle prese con un ambiente “alieno”.
Ma qui appare la Samp. Una delle gag principali del film prende spunto dalla semifinale di Coppa delle Coppe Arsenal-Sampdoria 3-2, disputatasi a Londra nell’aprile ’95: Villaggio si trova davanti alla Tate Gallery con i ragazzini; le buone intenzioni del protagonista (visitare il museo) vacillano non appena incrocia un gruppo di tifosi blucerchiati, in marcia nella capitale britannica per assistere allo storico incontro. Non si può resistere alla tentazione e, nella scena successiva, vediamo il gruppo di studenti sugli spalti di Highbury, camuffati in maniera inverosimile da tifosi dell’Arsenal. Il film riprende alcune azioni dell’incontro, che fungono da innesco per un paio di gag abbastanza prevedibili (Villaggio che sopprime a stento il proprio disappunto in mezzo ai tifosi avversari per il vantaggio di Bould; i ragazzini che, dopo aver esultato per il successivo pareggio di Jugovic, vengono aggrediti a colpi di mazza ferrata da un hooligan, vero momento cult del film. Villaggio a torso nudo, ovviamente panciuto, proverà a difenderli, brandendo un’asta e, successivamente, chiedendo aiuto ad un “bobby” locale, che per tutta risposta gli appioppa un cazzotto dopo avergli mostrato con astio il cosiddetto “middle finger”).
Umorismo di grana grossa, con uno strano retrogusto antibritannico per strappare qualche risata in più. Il film non ebbe un gran successo di pubblico e viene ricordato giusto perché si tratta di una delle rare pellicole in cui la Samp viene menzionata, probabilmente in omaggio alla reale fede sportiva dell’attore.
Di tutt’altro spessore, invece, Angeli Perduti , uno dei primi film di Wong Kar-Wai ad essere distribuito a livello internazionale. Qui s’intrecciano diverse storie, tra cui quella di un ragazzo nudo e muto, invaghitosi di una ragazza che si strugge d’amore per un uomo che l’ha lasciata. In una scena, il ragazzo accompagna la protagonista allo stadio di Hong Kong per assistere ad una partita della Samp disputata nel corso di una tournée post-campionato (la ragazza è fan di Ruud Gullit). Qui non si vedono scene dell’incontro (disputato il 22 giugno del ’95): la scena si svolge a fine partita, lo stadio è vuoto e i due si trovano a bordocampo. Preludio ad una scena erotica, la ragazza si lamenta per la (prevedibile) sconfitta della squadra locale contro i forti avversari europei: aveva sperato in un miracolo sportivo che non si è avverato, esattamente come il ragazzo che l’accompagnava stava sperando di ricevere un servizietto a bordo campo dalla giovine (e qui ci starebbe bene un intervento alla Sandro Piccinini….”MUCCHIO SELVAGGIO!”).
Successivamente, assistiamo ad una sorta di ribaltamento dei ruoli: il ragazzo nudo e muto tornerà allo stadio a vedere la seconda partita della tournée, nella speranza di vedere la ragazza, ma lei stavolta non si presenterà.
In questo film, la tournée della Samp è il pretesto per narrare una vicenda universale, ma è comunque una dimostrazione del fatto che, in quegli anni, sul finire di uno dei migliori periodi della storia blucerchiata, il nome “Sampdoria” fosse globalmente noto e riconosciuto.
Naturalmente, la Samp non viene citata solo in queste due opere: nelle prossime puntate passeremo in rassegna altre pellicole in cui figurano riferimenti blucerchiati. Restate sintonizzati!