Esplosivo ritorno di Fabio Quagliarella in Nazionale, a distanza di 9 anni. La convocazione non è stata certo un premio alla carriera per Fabio, campione blucerchiato. La scelta di Mancini ha delle ragioni tecniche ben precise. In mancanza di Lorenzo Insigne, che nella formazione titolare del Mancio occupa lo spazio di falso nueve al centro dell’attacco azzurro, Quagliarella è in questo momento il centravanti più forte fra gli italiani. Non ci sono Immobile che tengano. Le 36 primavere a Fabio gli fanno un baffo, complice anche una condizione fisica invidiabile e la maggior serenità per la fine di ben note vicende.
Come si ripete sovente, Quaglia sta vivendo la sua seconda forse terza giovinezza. E’ come un buon Barolo, ma per Quaglia è più appropriato parlare di un elegante Barbaresco: ogni anno migliora a vista d’occhio.
Si tributano poi al giocatore in giro per l’Italia quelle ovazioni e applausi che spettano soltanto ai grandi campioni. Atleti che arrivati agli ultimi anni di carriera, restano totalmente innamorati di questo sport e danno il cuore anche se potrebbero permettersi di svernare in ciabatte e vivere di rendita.
Il pubblico riconosce le stigma del campione e non può far altro che applaudire e osannare.
E quanto è accaduto a Quagliarella a Reggio Emilia e ieri sera a Udine, dove lo stadio si è alzato in piedi per l’ingresso della punta doriana. E il capocannoniere del campionato ha fatto subito capire che non ha risposto alla convocazione per fare una passerella.
La Nazionale del Mancio ha problemi di finalizzazione però gioca bene, costruisce calcio come raramente si è visto fare dagli Azzurri negli ultimi anni.
Ieri tuttavia non è stata la migliore prestazione dell’Italia targata Mancini. C’è voluto Quagliarella (a parte qualche scorribanda di Kean) per dare la giusta dose di emozioni nel finale di gara. In soli 5′ Fabio si è reso pericolosissimo in due circostanze. Prima il suo colpo di testa velenoso all’80’ ha costretto il portiere Hradecky alla deviazione in angolo. Era entrato in campo da 15 secondi, sarebbe venuto giù lo stadio. Poi ha scheggiato l’incrocio dei pali con un destro ‘alla Quagliarella’ in girata su assist di Bernardeschi.
E’ mancato solo per sfortuna il gol, ma non sono mancati gli applausi a scena aperta e le urla di giubilo dei tifosi friulani per Fabio. Attaccante da Nazionale, ma soprattutto grande orgoglio blucerchiato.
3 commenti
Nessuno dice nulla sul nostro capitano che insieme a flachi sono la cosa migliore dopo lo scudetto , sempreverde fabio non mollare
Partita vista.
1) Quaglia monumentale, entra in campo e in 10 minuti e’ piu pericoloso dquanto il duo Immobile&Kean lo sia stato in 70. Con lui in campo dall’inizio finiva 4-0.
1-bis) Telecronisti Rai “Mancini coi giovani attaccanti non sbaglia mai”. Mancini una decina d’anni fa “Balotelli e Martins saranno i piu’ forti del mondo”. A me pare che Mancio abbi proprio un occhio cieco verso un certo tipo di giocatore.
2) Kean ha giocato male, ma per ragioni politiche *deve* essere ultra lodato e montato. Ha sbagliato tre passaggi da un metro e 2 stop facili. Nessuno lo ha sottolineato. Magari diventa un fenomeno: ieri non lo e’ stato.
2-bis) Recentemente, un certo tipo di giocatore deve essere sempre montato ed esaltato a prescondere dal reale impatto in campo. Kean fa un passaggio indietro? Per il telecronista e’ una “giocata fantastica” (sic, prutroppo). Barella fa un goal da 25m, a difesa schierata e che sblocca la partita? Tutte le prime pagine sono per un goal da 10 m solo davanti al portiere. Ancora un po’ e questo tipo di giocatore sara’ lodato anche se respira. “Fantastica inalazione di Kean”. “Hai visto come cammina?”
Personalmente trovo tutto cio’ stucchevole e fastidioso. Ed estremamente politico.
Purtroppo, l’estensore dell’articolo mi pare non si discosti dall’andazzo.
scusa, spiegati meglio su “certo tipo di giocatore”…
Ho visto la partita.
Kean era l`unico del trio avanzato che dava profondità e garantiva certa pericolosità. Naturalmente Fabio in 10 min. ha fatto cose egregie.
pagelle gazzetta: Barella 7,5; Kean 7