A grande richiesta torna “Pitta-Zone”, l’appuntamento con l’analisi tecnica del nostro decano dei portieri Andrea Pittaluga.
Finalmente, dopo due partite vissute da spettatore in cui il nostro estremo difensore si è limitato a compiere interventi di più che ordinaria amministrazione, contro il Sassuolo il neo arrivato Emiliano Viviano ha potuto mettere in mostra il suo pezzo pregiato: la Calma Olimpica!
Sarebbe troppo facile, infatti, soffermarsi sugli ottimi interventi compiuti dal n. 1 nel primo tempo (dove si è subito reso evidente il suo controllo della palla quasi perfetto in occasione delle respinte sui fendenti avversari) e nella ripresa (su tutte, la parata su Floccari che ha denotato ottimo senso della posizione e riflessi felini).
Quello che mi ha colpito maggiormente sono altri due gesti tecnici: l’uscita alta nel primo tempo pressoché al limite dell’area di rigore in mezzo al traffico ma, soprattutto, la freddezza della giocata di piede a metà del secondo tempo.
Specie la seconda, o ce l’hai o non ce l’hai!
Solo un portiere estremamente tranquillo e sicuro delle proprie potenzialità, in una fase della partita non certo favorevole, si permette il lusso di compiere un (rischiosissimo) passaggio basso centrale mentre viene pressato da avversari inferociti a pochi centimetri dalla riga di porta.
Ebbene, a vederlo così, sembra che per Viviano non cambi nulla dal compiere un gesto tecnico durante una partita ufficiale, piuttosto che nella più insipida partitella di un allenamento piovoso di fine stagione.
Bravo Emiliano, non devo certo dirlo io, ma dopo un anno di English School (questa la definizione di Viviano in una recente intervista parlando della sua esperienza all’Arsenal) ed un’estate parzialmente trascorsa ad allenarsi da solo, non era di certo facile presentarsi da subito in una forma fisica e mentale così buona.
Unico neo la precarietà fisica (che si spera superata), a causa della quale si vocifera di un impiego di Romero contro il Chievo.
3 commenti
Anche Viviano presumibilmente prenderà dei gol non impossibili da parare. Ma la questione l’ho sentita definire molto bene questa estate, quando su Viviano c’erano comunque dei dubbi, con poche parole (da uno che fa il panettiere, lo scrivo che magari mi legge): “Anche Viviano potrà sbagliare, ma sarà comunque un numero uno che sbaglia. Da Costa è e sarà sempre un numero 12”.
Esatto Sentinel, Viviano sbaglierà perchè tutti possono fare errori, ma almeno è un portiere di calcio. Anzi oserei anche correggerti, Da Costa non è nemmeno un dodicesimo.
L’ho osservato in maniera molto interessata due stagioni or sono e posso garantire sulla bontà di Viviano. L’unica sua pecca è quella di avere caratteristiche più da portiere di calcio a 5 che non da 11 (eccezion fatta per la capacità sulle uscite alte) con un’ottima reattività sul breve e una spiccata predisposizione per le parate col piedone. L’altra faccia della medaglia riguarda i tiri dalla distanza dove può apparire decisamente più a disagio: rivedendolo sul gol di Paloschi mi ha lasciato le stesse sensazioni di un tempo, ossia quelle di una leggera “goffaggine” e di non essere in grado di distendersi a dovere. Ad ogni modo, se ritrova quella tranquillità che a Firenze non poteva avere per motivi ambientali e “sentimentali”, potrà sicuramente dire la sua.