Per i tifosi della Steaua Bucarest è l’eroe del momento, il panzerotto italico che ha riportato la gloriosa squadra rumena in Champions League dopo anni di magra. L’ex squadra dell’esercito, già inattesa vincitrice di una Coppa dei Campioni nel 1986 contro il Barcellona (nella prima finale decisa ai rigori), festeggia grazie a Federico Piovaccari, autore delle reti decisive nel turno preliminare di ieri contro il Legia Varsavia (che i tifosi più attenti ricorderanno come la squadra che ci buttò fuori dalla Coppa delle Coppe 1990-91 nei quarti).
Le prodezze dell’attaccante (????) di Gallarate hanno inevitabilmente scatenato la stampa italiana, dalla Gazzetta (“Piovaccari, il bomber di Gallarate fa sognare la Steaua: “Ora vorrei sfidare il Barcellona. Italia? Qui sto bene”), a siti insospettabili come Termometro Politico (“La rinascita di Piovaccari dalla Lega Pro alla Champions”). “Il Fatto Quotidiano” prende spunto da lui per dolersi della fuga di “calciatori nostrani costretti a lasciare l’Italia per trovare un ingaggio, seppur in campionati senza appeal”. E con tutto il rispetto per il Fatto, ci sembra una solenne cazzata, se riferita al pifferaio sfaticato. Si fanno nomi un po’ a caso, da Verratti e Sirigu (approdati al Psg non certo perché non avessero offerte in Italia, ma attirati da petroingaggi da favola) ad Osvaldo (praticamente buttato fuori dalla Roma), Borini (Liverpool) e Giaccherini, per poi soffermarsi sulla storia del bomber cultore di SpongeBob, cresciuto nelle giovanili dell‘Inter e arrivato in Romania, ormai quasi trentenne in prestito dalla Samp dopo anni di gavetta tra B e C.
A sentire le sue parole, alla Samp non sarebbe stato capito né dalla dirigenza, né dai tifosi, che avrebbero cercato di sbarazzarsi di lui in tutti i modi dopo appena sei mesi. L’esperienza in blucerchiato di Piovaccari è stata terribile come un attacco di diarrea mentre sei su un mezzo pubblico in orario di punta: per assicurarsi le sue prestazioni, nell’estate 2011, Pasquale “ O’ Scimunito” Sensibile gli promette un quadriennale da 500.000 euro netti a stagione. Apparentemente una cifra giustificata, considerando il fatto che l’attaccante era capocannoniere in carica della Serie B (23 reti segnate col Cittadella nel 2010-11). Piovaccari promette scintille:si presenta al raduno della squadra con un paio di hot pants che nulla lasciano all’immaginazione, ed ai tifosi che lo guardano con un misto di timore ed ilarità, risponde prontamente “Gli avversari devono avere paura anche della mia virilità, non soltanto della mia abilità con la palla” . Dopo queste dichiarazioni non nego che ho avuto il dubbio che il soprannome “il pifferaio” derivasse più che altro da una smodata abilità del ragazzo nell’approcciarsi a pregiati pifferi carnosi, piuttosto che al consueto gesto (che i tifosi sampdoriani NON CONOSCERANNO MAI) di esultanza dopo una rete.
Roboanti dichiarazioni d’intento e parastinchi di Spongebob per accattivarsi le simpatie dei supporters più piccoli o di quelli più ritardati. Peccato che in campo non si faccia notare granché: 17 presenze in sei mesi, appena 2 reti segnate e 2 rigori su 2 sbagliati, con bestemmie dagli spalti al suo indirizzo che non si udivano dai tempi delle progressioni palla al piede difesa-attacco dello sciamano Lassissi. L’atteggiamento supponente e le paralisi sul terreno di gioco non lo aiutano. A gennaio, Piovaccari verrà prestato al Brescia: va lievemente meglio (17 presenze e 4 reti), ma il suo apporto non è sufficiente alle rondinelle per raggiungere i playoff. Nell’estate 2012 verrà prestato al Novara:, dove Piovaccari segnerà uno smilzo golletto in Coppa Italia, al punto da venire scartato dopo appena sei mesi. Viene spedito quindi al Grosseto: segna 7 reti, ma non riesce ad impedire la retrocessione dei toscani, sbaglia 3 rigori su 3 e si fa squalificare per tre giornate in un periodo critico per i biancorossi, a causa di una violenta ginocchiata nei coglioni seguita da un bacio a stampo sulla bocca, quasi per scusarsi, inferta ad un giocatore del Cesena.
Il passaggio alla Steaua di quest’estate sembra più dettato dalla disperazione (per non aver trovato una squadra in Italia disposta a tesserarlo) che dalla voglia di esplorare mondi sconosciuti. Scelta quantomai azzeccata. Adesso a Bucarest “Federigu”, come lo chiamano i supporters locali, è un idolo incontrastato. Ha uno stuolo di donne al suo fianco, gira su una Oldsmobile del 68 placcata in oro e pare che abbia detto ad un confidente di voler richiedere la cittadinanza rumena. Nel frattempo, ha assicurato a peso d’oro i suoi polpacci ed, in virtù di questa esplosione di popolarità improvvisa ed inaspettata nella terra dei succhiasangue, ha pure ottenuto un ruolo di spicco nella versione locale di CSI, “CSI BUCURESTI” , in cui pare interpreterà in due episodi il ruolo dell’anatomopatologo Branescu.