Giampaolo è l’allenatore del momento. Si coniano temini del tipo “giampaolismo”, ma mettendoci nei panni concreti del Mister sappiamo che non è soggetto da voli fantasiosi e pindarici bensì uomo di solide realtà: i 23 punti lo soddisfanno ma la corsa in campionato è ancora lunga.
Intanto il giornalista di Repubblica Renzo Parodi nel suo editoriale a commento del derby parla di alchimia perfetta creata da un allenatore che sta entrando di diritto nel tempio degli dei delle panchine:
“Conquistando la vittoria nel derby per la sesta volta nelle ultime otto e per tre volte consecutive (non accadeva dal lontano 1953) – scrive Renzo Parodi – “la Sampdoria ha riaffermato il diritto ad occupare il sesto posto in classifica (con la gara interna con la Roma da recuperare) e a proporsi come un piccolo Napoli per qualità di gioco, organizzazione di squadra e gestione dell’organico.
Giampaolo è definitivamente assurto nel Walhalla degli dei delle panchine e bravi Ferrero e Romei che lo hanno messo sotto contratto fino al 2020.
In estate, mi aspetto l’assalto alla diligenza dell’allenatore, il quale peraltro ha dichiarato di stare benissimo a Genova, in un ambiente che gli permette di esprimere tutte le risorse del proprio lavoro. Ha detto bene dopo la vittoria sul Genoa il responsabile dell’area tecnica, Daniele Pradé: si è creata attorno alla squadra un’alchimia che ora va cavalcata e si accende grazie al tifo “britannico” del pubblico che avvolge i calciatori in un abbraccio corale e li spinge a dare tutto ciò che hanno.
Giampaolo ha costruito un gruppo solido e affiatato tenendovi dentro anche i calciatori che giocano poco o nulla (Verre, Capezzi, Andersen) e fa sentire tutti protagonisti. E tuttavia le gerarchie in campo si stanno delineando: Bereszynski cresce di partita in partita, atletismo e velocità a presidio della fascia difensiva di destra e si fa preferire a Sala.
Ferrari ha un mancino morbido, colpo di testa e senso della posizione e ha convinto il tecnico nonostante Regini sia più veloce ma non imposti altrettanto bene. L’unico vero ballottaggio al momento riguarda Ramirez e Caprari per il ruolo di trequartista, Giampaolo saprà metterlo a profitto come ha fatto nel derby.
I 17 punti in classifica fra le due squadre non sono del tutto onesti – il Genoa vale qualcosa di più dei miseri 6 punti raccolti in 12 gare – ma definiscono i confini delle rispettive ambizioni. La squadra di Giampaolo dovrà continuare a vivere alla giornata senza porsi obiettivi di classifica, possibilmente migliorando il rendimento esterno. Se si vola troppo alto si finisce per bruciarsi le ali. L’esperienza insegna che la Sampdoria – persino la grande Sampdoria di Vialli e Mancini – patisce gli elogi eccessivi e le lodi iperboliche. I tifosi sono abituati al saggio understatement genovese che nei momenti critici ha fatto la fortuna della squadra, tenuta al riparo dalle contestazioni (con qualche esiziale eccezione in passato). La dirigenza si è impegnata a non cedere a gennaio i pezzi dell’argenteria. Li prendo in parola.
A giugno sarà un’altra storia e le scelte di mercato dipenderanno parecchio dal piazzamento finale della squadra. Il settimo posto potrebbe valere l’Europa (oops) e quindi ai remi. Si ricomincia dopo la sosta azzurra ospitando la Juventus, sarà l’esame di laurea per i ragazzi in blucerchiato.
1 commento
Mi riferisco anche al precedente articolo, Giampaolo ha il suo modo di impostare le partite, può piacere oppure no ma è una modalità ben precisa di far giocare la squadra, insomma un’identità di gioco, preferisco lui ad altri più confusionari che cambiano ogni Domenica, ad esempio Montella ma anche molti altri, è chiaro comunque che i risultati li fanno i calciatori ma secondo me è più facile giocare se hai un compito definito