Osti, come è sua abitudine, non ci rassicura per niente. “Mihajlovic resta? Speriamo..” – ha detto il Ds intervistato sul futuro del tecnico serbo.
Una riposta evasiva, fumosa, nelle migliori tradizioni “ostiche”.
“Speriamo…” Un pensiero legittimo per un tifoso, ma che non è sufficiente per un dirigente. Demonio di un Osti, dopo una lunga pausa di serenità, torni ancora farci girare le palle: dicci piuttosto cosa farai per provare a trattenere Sinisa!
Per quanto il nostro Ds si sia vantato dei risultati ottenuti dalla squadra, tuonando come un vecchio megalomane: “E ora applauditemi!”, dopo il mercato di gennaio, ci si augura che sia cosciente che il merito è esclusivamente di Sinisa.
No Sinisa no party. No Sinisa = cazzi amari.
Fondamentale ripartire da Mihajlovic il prossimo anno, per lo meno tentarle tutte per trattenerlo.
Se arrivasse la chiamata di un club di vertice, Mihajlovic saluterebbe l’allegra compagnia doriana. Ma con un progetto tecnico di valore, il mister sarebbe tentato di continuare la scalata con i colori blucerchiati
Osti, per non smentirsi, ha farfugliato una risposta che non dà certezze sul futuro. Una risposta che lascia le cose come stanno: “La speranza è quella di andare avanti con Mihajlovic – ha detto – visto che ha fatto un lavoro straordinario. Stiamo parlando con lui e valutando diverse cose per continuare assieme”.
Beh, non è che ci sia molto da valutare. Visto che Sinisa a detta di tutto l’ambiente è una persona seria, non avrà richieste economiche impossibili per la nostra gestione.
Vorrà essere rassicurato sul progetto tecnico, ben conoscendo i limiti della nostra rosa, che puntualmente appaiono quando affrontiamo una squadra della parte sinistra della classifica. E ieri l’esempio è stato lampante: la mancanza doriana di spessore tecnico, per finalizzare la mole di gioco costruita era sotto gli occhi di tutti.
E così, dopo il passo falso dell’Olimpico, la ripresa degli allenamenti a Bogliasco è stata immediata.
Sinisa non l’ha presa bene: abbiamo perso contro una Lazio sonnacchiosa e sonnolenta, che ha fatto il minimo indispensabile per vincere la partita. I bianco-celesti hanno sfruttato le fiammate dei loro piccoli campioni (su tutti Keita, il rapido attaccante ripudiato dal Barcellona) e le paresi della nostra difesa, ieri orfana di Gastaldello, il capitano di ventura indispensabile per il nostro reparto arretrato.
E la rabbia di Sinisa si è abbattuta sullo spogliatoio. Poteva girarci meglio: abbiamo fatto un gran possesso palla, costruito azioni fino all’area di rigore, difettando, come si è detto, nella finalizzazione.
Ma la gara di ieri ha ribadito che per valori tecnici e impegno dei nostri giocatori, sferzati dal profeta Sinisa, la Samp può dominare la seconda fascia di classifica, quel ristretto campionato che si gioca nella parte destra della classifica.
Ma quando incontriamo una squadra superiore, la fatica che facciamo per essere pericolosi sembra insormontabile.
Ieri la sensazione era che avremmo potuto giocare per due giorni interi senza riuscire a trovare il gol, anche se l’arbitro ci ha messo il suo porco zampino, non fischiando due rigori evidenti su Eder e Okaka.
Ora bisogna voltare pagina, arriverà a Marssi un’Inter in affanno, con Mazzarri sulla graticola, addirittura più nevrastenico del solito.
Thohir è indispettito, vuol fare di Mazzarri carne da macello, vuol fare di lui carne di porco.
Il match sarà durissimo.
Ma noi ci aspettiamo una grande prova dei blucerchiati, caricati ancora una volta dall’indomabile furia serba.
2 commenti
Ahah vero!! Allegria Osti. Mi sembra Crisantemi di Oronzo Canà:
“mister oggi con la Samp di Souness è dura”
non ho capito come l’immagine a lato, con la tipa “tutta bombe”,
si sposi con l’articolo …
ma fa lo stesso …. 🙂