Ieri sera è stato trovato l’accordo tra Mediaset e Sky per l’assegnazione dei diritti televisivi del triennio 2015-18.
Pur di evitare ricorsi ed ulteriori strascichi legali, è stato trovato un compromesso al ribasso: alle società andranno 945 milioni di euro, 114 in più rispetto al 2012-15, ma 150 in meno rispetto alla previsione originaria di 1 miliardo e 100 milioni, basata sulle migliori offerte per ciascun singolo pacchetto.
Scelta prevedibile (diciamo pure “all’italiana”), ma resta comunque la sensazione di un pastrocchio per preservare le rendite delle piattaforme, alla faccia della tutela della libera concorrenza e degli interessi degli effettivi attori in gioco (Lega, società e, soprattutto, utenti).
In sostanza, non cambia molto: Sky si aggiudica la trasmissione delle partite delle principali 8 squadre di A su satellite, per 357 milioni.
RTI (emanazione di Mediaset) si aggiudica la trasmissione delle partite principali su digitale terrestre) per 280 milioni e anche il famigerato pacchetto D, ossia la trasmissione delle restanti partite su satellite per 306 milioni. Il pacchetto D, però, dovrebbe passare in sublicenza a Sky, previa autorizzazione della Lega e visto il parere favorevole dell’Authority.
In questo modo, Sky si aggiudica i diritti di trasmissione dell’intero campionato sul satellite e Mediaset conserva il diritto di trasmettere le gare più remunerative sul digitale terrestre (pari all’86% dello share di tutte le partite di campionato), senza per ora intaccare l’esclusiva sulla Champions League, inizialmente contemplata nella trattativa con Murdoch.
Salvo imprevisti, Sky dovrebbe investire 572 milioni, Mediaset 373.
Per la cronaca, i pacchetti C (diritti accessori) ed E (internet) non sono stati assegnati: nel primo caso, nessuna offerta ha raggiunto il minimo fissato dalla Lega, nel secondo, l’asta è andata addirittura deserta.
Battesimo infuocato, quindi, per Massimo Ferrero.
Al termine dell’Assemblea di lunedì, il presidente disse: “Sto studiando. Questo è un mondo meraviglioso, bellissimo, divertente“.
Ieri sera ha dichiarato di essere “stremato, ma soddisfatto”, parlando di accordo proficuo e vantaggioso per tutti. “Il ricorso alle vie legali avrebbe rappresentato una sconfitta per tutti i club, ma soprattutto per gli stessi broadcaster televisivi”. Questi alcuni stralci delle dichiarazioni tratte dal sito ufficiale della società.
Ma di quanto potrebbero aumentare le risorse derivanti dai diritti tv per la Samp ?
Nei giorni scorsi la Gazzetta aveva stimato che, dai 31.5 milioni di euro stimati per la stagione appena trascorsa (calcolati su una base di 823 milioni, al netto delle somme destinate alla mutualità e alle commissioni destinate all’advisor Infront), la Samp sarebbe passata a 37.2 milioni annui, registrando un aumento del 18.09%.
Questa stima però era stata calcolata sulla somma totale delle migliori offerte per ciascun pacchetto. Il calcolo della Gazzetta teneva conto della formula 40-30-30: il 40% diviso in parti uguali tra le società di Serie A, il 30% basato sui risultati storici e sulla media di quelli ottenuti nelle ultime cinque stagioni, il restante 30% basato sul bacino d’utenza stimato per ciascuna società.
Tale simulazione si basava, inoltre, sull’ipotesi che la società rimanesse nella massima serie, con variazioni minime rispetto alla posizione attuale.
Ora queste stime dovranno essere riviste: sulla base di 945 milioni, indicativamente, la Samp potrebbe ricavare circa 34-35 milioni nel 2015-16.
Ma attenzione: questa stima è “a spanne”, dunque passibile di cambiamenti a seconda dell’andamento effettivo della squadra in campionato.