Nome e cognome: Alberto Bruzzone. Anni: 48. Squadra tifata: Sampdoria. Segni particolari: Subbuteo-dipendente, al punto da realizzare in proprio non soltanto alcune squadre di omini blucerchiati, ma addirittura una riproduzione liberamente ispirata alla “Cajenna”. Per i meno preparati in storia del calcio genovese, il campo dove giocava l’Andrea Doria, una delle progenitrici della nostra amata Samp.
Ma andiamo con ordine. Chi è stato bambino negli anni Settanta e Ottanta ha giocato almeno una volta a Subbuteo. Conosciuto anche come “calcio in miniatura”, è un gioco da tavolo che riproduce, in scala 1:76, una partita di pallone. «Lo scopo del gioco è lo stesso di quello “reale”: buttare la palla in fondo al sacco. Solo che al posto dei piedi su usano le dita», racconta con una punta di orgoglio Alberto Bruzzone. Ma quand’è che nasce la sua passione per il Subbuteo?
«A nemmeno 10 anni quando, con la lingua di fuori, cercavo di riprodurre sul panno verde le giocate dei miei idoli d’infanzia. Ricordo ancora a memoria l’undici titolare della Samp che andavo sempre a vedere allo stadio: Cacciatori, Arnuzzo, Callioni, Valente, Zecchini, Lippi, Orlandi, Bedin, Bresciani, Savoldi II, Saltutti».
Nomi che riportano il lettore a un’epoca antica, quando i computer erano grandi come una stanza e il calcio virtuale non solo non esisteva, ma ancora andava immaginato. E chi voleva provare l’ebbrezza di “vestire” i colori della propria squadra del cuore, poteva farlo soltanto con gli omini di plastica del Subbuteo.
Oggi, per chi è abituato a sfidare gli amici a Fifa o a Pro Evolution, il “calcio-dito” può sembrare un relitto del passato. Ma non è così, dato che un esercito di appassionati continua a portare avanti la tradizione di un gioco, il Subbuteo, che si chiama così dal nome scientifico di un uccello, il lodolaio eurasiatico. E che, inventato in Inghilterra subito dopo la guerra, è stato importato in Italia negli anni Settanta dalla ditta Edilio Parodi di Genova. Anzi, per la precisione di Manesseno.
«Il Subbuteo vanta tantissimi praticanti sparsi un po’ ovunque. Il punto di riferimento per i collezionisti italiani è il forum “oldsubbuteo”, una comunità che riunisce coloro che hanno (ri)scoperto il gioco. Ma non immaginatevi chissà quali gare. L’aspetto agonistico – continua Alberto Bruzzone – lo lasciamo alla Federazione Calcio Tavolo. Al momento ludico, che ovviamente non deve mancare, preferiamo l’organizzazione di dibattiti e l’allestimento di banchetti per l’esposizione e lo scambio di materiali. Dopo di che ci concediamo una partitina, ma in amicizia».
Subbuteo fa rima con modellismo e collezionismo. Ogni appassionato vuole distinguersi dagli altri e farsi riconoscere per qualcosa di unico. Alberto ha avuto un’idea originale: ripercorrere la storia della Sampdoria attraverso gli omini. Ma “limitarsi” a dipingere i giocatori sarebbe stato banale. Di qui il colpo di genio.
«Siccome sono appassionato della “prima” storia della Sampdoria, basandomi su vecchie foto in bianco e nero ho realizzato una riproduzione del campo della “Cajenna” che si trovava in via Clavarezza, dove adesso c’è la gradinata nord. Partendo dal campo, che misura un metro e mezzo per 90 cm, ho ritagliato lo spazio per le tribune, i tifosi e tutti gli altri arredi». Un lavoro di fino fatto di particolari che si aggiungono uno dietro l’altro, con una pazienza e uno scrupolo ammirevoli.
Sarebbe stato troppo semplice giocare su di un campo anonimo, per quanto colorato da omini con quattro divise diverse: blucerchiata da casa e da trasferta, bianca a strisce rossonere (Sampierdarenese) e biancoblù (Andrea Doria). Vuoi mettere realizzare piccole ma perfette riproduzioni dove campeggiano lo stemma di Genova, la tribuna centrale in legno, addirittura la biglietteria con i manifesti dell’epoca che presentano le partite in programma e dei match di pugilato?
L’unica licenza “poetica” che Bruzzone si concede riguarda i tifosi blucerchiati collocati sui gradoni di una tribunetta laterale, curiosamente mischiati a sostenitori dei “socceroos” australiani e della Nazionale scozzese. Un originale melting-pot che ricalca la storia della Sampdoria, fatta di fusioni di culture e valori differenti.
«I tempi di realizzazione? Dipingere di blucerchiato una squadra intera può richiedere anche quattro sere di fila, per un totale di una decina di ore. Per quanto riguarda i materiali di cui è composto un campo da Subbuteo, gli omini e le tribune sono di plastica, anche se le riproduzioni più raffinate sono realizzate con la balsa. Volendo si possono utilizzare anche il cartone oppure materiali di riciclo. Il colore è dato da semplici vernici acriliche, le stesse che si usano in campo modellistico».
Subbuteo e Sampdoria: due passioni che Alberto Bruzzone ha coniugato in maniera simpatica e creativa. Con un occhio nostalgico e moderno al tempo stesso.
ROBERTO BORDI
4 commenti
Alberto sempre il più ganzo. lo dice uno che nella propria arena Garibaldi in miniatura ha in bella mostra una decina di tifosi blucerchiati con tanto di sciarpe da lui magistralmente colorati.
Grandissimo,fantastico e poi tutto in blucerchiato!!!
Ma a Genova frequenti qualche club?
ho visto che hai usato delle miniature t3,come ti trovi?
sei un Grande Io Gioco il Calcio Tavolo
e in ottobre giociamo le Coppa Europe League a ROMA
i sono Con Bormla Subbuteo Club Di Malta
e Sono tifoso del Sampdoria
Grazie a tutti per i commenti ed i complimenti. Un grazie particolare a Roberto che ha saputo illustrare al meglio lo spirito e la filosofia del Subbuteo…