E’ il leitmotiv di questi giorni: mettersi alle spalle il derby vittorioso e ritornare a combattere a testa bassa. L’occasione della gara interna con l’Atalanta è ottima per continuare a fare punti: concentrazione e voglia di lottare è quello che si chiede ai blucerchiati. Ma anche voglia di vendicare la scoppola dell’anno scorso, quando perdemmo 3-0 in casa degli Orobici.
“Dopo il Derby non voglio che la squadra si rilassi e si monti la testa – dice Sinisa, nella confernenza stampa di stamattina. “Domani chiederò ai miei ragazzi di fare un’impresa. Contro Atalanta dobbiamo volare, tenendo però i piedi per terra. La vittoria nel Derby ci ha dato entusiasmo, ma se ci montassimo la testa senza tenere i piedi per terra c’è il pericolo di perdere di vista il modo giusto di affrontare prossima partita. Dobbiamo dimenticare il Derby e lo abbiamo dimenticato perché il nostro nuovo Derby è contro l’Atalanta».
Mancheranno due pedine importanti in casa Samp come Regini e Kristicic.
“Non sono preoccupato per queste defezioni – risponde il tecnico serbo. “Tutti hanno sempre fatto il loro compito, del loro meglio. Abbiamo una rosa importante e le soluzioni ci sono: abbiamo Mesbah, Cacciatore e Romagnoli. Ora si tratta di capire e scegliere la soluzione migliore, vedremo se il campo ci darà ragione, quelli che dovranno giocare daranno il massimo come sempre”.
Ultima battuta su Ferrero, che ha vissuto una settimana di grandissima popolarità.
“Io posso solo parlare del mio rapporto con il Presidente – dice Sinisa. “Ed è un rapporto di stima reciproca. Lui quello che dice lo fa e questo è fondamentale: quando è finito il calciomercato lui ha fatto quello che mi aveva promesso. Da quando ci siamo conosciuti non abbiamo mai avuto discussioni e se abbiamo avuto confronti sono stati tra uomini e non tra presidente e allenatore. Bisogna vedere come sarà quando ci sarà qualche sconfitta ma conoscendolo non credo che cambierà più di tanto. Per il fatto che continua a chiamarmi “Mikalovic”? Non c’è problema c’è gente che da vent’anni non sa ancora pronunciare il mio cognome”.