Interessante intervento del grande tifoso Roberto C., autore delle Memorie Blucerchiate. Riflessioni decisamente condivisibili sulla Sampdoria e sulla Nazionale.
Parola a Roberto.
C’è una cosa che mi piacerebbe chiarire soprattutto perché alcun osservatore ha pensato bene di affrontarla. Ma prima vorrei fare le lodi alla Nazionale Italiana, e lo scrivo dopo la vittoria meritata con il Belgio senza aspettare l’esito della semifinale di martedì che vedrebbe confermato il mio giudizio anche in caso di sconfitta. Indubbiamente questa squadra è un capolavoro di Roberto Mancini che ha creato una scuderia nel calcio come mai prima si era visto. D’altronde ha sempre avuto la stoffa dell’allenatore che già si vedeva quando vestiva la maglia blucerchiata.
Non so se il bel gioco e l’amalgama che si sviluppa tra i giocatori siano dovuti anche alla mancanza di vere star. Che poi poche altre squadre possono vantare a conferma che il livello del calcio europeo e mondiale non è di altissima qualità. Il Belgio ne ha due e portano i nomi di De Bruyne e Lukaku. Ma evidentemente non sono bastati scontrandosi con la forza di un grande collettivo.
E vengo al punto. Da più parti si è scritto che la vittoria con l’Austria allo stadio londinese avrebbe dovuto essere una sorta di rivincita, da parte di Mancini e Vialli, per la beffa subita in quello stadio dal Barcellona il 20 maggio 1992. Ma quando mai! L’unica rivalsa, e lo dico per la Samp tutta, sarebbe stata, al limite anche senza i “gemelli” e in qualsivoglia futuro, battendo in un’altra finale, magari proprio di Champions, i “Blaugrana”. Perché i “dioscuri” le rivincite se lo sono prese ma il Doria e i sui tifosi sono tuttora scornati. Il resto sono solo facili costruzioni semantiche al fine di pacificare i cuori degli sconfitti. Poi c’è un’altra cosa che sta sepolta nel campo della rimozione. Gabriele Romagnoli scrive su Repubblica (28 giugno 2021) che “Che le strade (di Vialli e Mancini, n.d.r.) si siano separate dopo la sconfitta di Wembley, l’anno successivo in coppa, era inevitabile. Fallito il colpo, sciolta la banda. Si va per strade diverse, si sperimenta il gusto di altri successi…” E perché invece, e lo dico da parte di tutte le componenti, non riprovarci l’anno dopo? Con lo spirito e l’amore che permeava quella squadra, l’intera società, si sarebbe potuto tentare quell’ impresa in nome e nella forza di un gruppo unico. Chi poteva impedirlo di fronte ad una ferrea volontà ? Bastavano due o tre innesti forti in quell’intelaiatura e il sogno poteva veramente diventare realtà. Ma non voglio spingermi oltre perché l’analisi potrebbe toccare corde “pericolose”. Ma è talmente grande per me la delusione per quella sconfitta che, pur a distanza di quasi trent’anni, rischia di procurarmi una sorta di spuria apostasia. Ecco l’insidia.
In effetti solo in pochissimi si rendono conto che in questa vita siamo di passaggio e non bisogna mai impedire la soddisfazione delle proprie pulsioni, anche le più estreme, sempre che non portino danni al prossimo. Dal grande Oscar Wilde: “La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri”.
Ma forse è meglio tornare alla disamina dell’odierna realtà che vede sulla panchina blucerchiata un allenatore appena retrocesso. Come premessa non è certo esaltante. Di sicuro in questo caso ci potrebbe essere un rischio mentre con la conferma di Ranieri si poteva andare tranquillamente sul velluto. Già ma il risparmio… Poniamo che il primo score di inizio campionato veda una situazione alla Zenga o peggio ancora alla maniera Di Francesco (tre punti alla settima di campionato), che si dovrà fare in tal caso? Ovviamente passare al Ranieri di turno con un ulteriore ingaggio da pagare. E l’economia? E comunque, al di là del nuovo trainer che al momento non ha colpe, c’è sempre il macigno che sta a monte, cioè in sede, al tavolo di comando. Ultimamente ci sono state prese di posizione singole e collettive. Molte nette, come il lamento di Corrado Tedeschi, e la nota ufficiale della Federclubs. Per non parlare dei manifesti in giro per la città con l’invito al “personaggio” a voler togliere le tende. Tutte cose giuste ma che, a mio parere, di fronte ad una situazione di questo genere hanno ben poca incidenza. Al momento attuale la Samp sembra diventata la sede di un mercato delle vacche. Ci sono i banchi con la merce esposta in bella evidenza. Mi chiedo: è obbligatorio fare il presidente di una società se non si hanno i mezzi minimi per portare avanti almeno una politica soddisfacente senza dover essere i rifornitori di altre società? A meno che non ci siano sbocchi particolari tali da appagare una sola persona… E quindi penso ci sia un’unica risposta da dare, come se tutti i tifosi avessero una sola testa, e questa non può che venire da un clamoroso approccio alla campagna abbonamenti tale da essere rimarcato non solo in Italia ma nell’intero mondo sportivo. Quante sono le tessere che possano fare prendere coscienza al presidente: io dico ZERO! Sarebbe un bello schiaffo e poi vediamo come va a finire. Come diceva Renzo Arbore: “Meditate, gente, meditate.”
12 commenti
Caro Roberto C., apprezzo molto i tuoi commenti, questa volta però sei fuori strada, degli abbonamenti al residente importa poco, lui fa i soldi con la compravendita, tanti soldi, non mollerà mai, solo di fronte ad un’offerta irrinunciabile che temo non arriverà o di fronte alla giustizia, per il resto ha trovato la gallina dalle uova d’oro, chi glielo fa fare di mollare, un po’ come i cenuani e Preziosi, hai voglia di contestare, chi lo smuove, la colpa è di chi ce lo ha messo, possibile che un dirigente di un’azienda a livello europeo non si renda conto con chi sta trattando? Non ci credo, l’ha fatto di proposito, oppure è uno stordito totale.
Sono comunque d’accordo con ogni forma di protesta anche se credo porterà a poco, come ho detto poi nel post precedente stiamo attenti a chi eventualmente ci compra, non tutto è oro quel che luccica
lo ha fatto di proposito garrone figlio…lo ha fatto di proposito…
Caro Semarco, convengo con te che storicamente le proteste non hanno mai raggiunto lo scopo prefissato. Quello che ho ventilato lo riconosco come utopia ma immaginandola indubbiamente sarebbe una situazione nuova, mai capitata altrove, e sicuramente lascerebbe un segno forte in un personaggio che pur ha la pelle da serpente. Sarebbe assai eclatante, pensa ai titoli sui giornali:”Clamoroso alla Samp! i tifosi manifestano concretamente il loro disappunto: ZERO abbonamenti” E ovviamente zero biglietti e stadio vuoto. Con questo riconosco di viaggiare sulle nuvole ma in certi casi m piace esporre anche l’impossibile come teorica e valida risorsa.
Così come mi infastidisce che in certe situazioni gli interlocutori non abbiano la possibilità di confrontarsi con il personaggio “critico”. Ad esempio il fatto di poter chiedere all’imbelle cedente: “Perché prima di fare quella scelta scellerata non ha provato a mettere in vendita la società a prezzo di super saldo? Magari 20 milioni, o anche 10. E perché in alternativa non l’ha mesa all’asta con un prezzo base di 5 milioni? O anche meno. Doveva proprio regalarla? Totò direbbe: Ma mi faccia il piacere! Possibile che la verità non debba emergere? Perché è chiaro che quella propinataci è una gran bufala!
Ecco Roberto,
voglio rispondere alla tua ultima frase e,
facendo leva sulla tua esperienza ti chiedo:
cosa possiamo fare?
Cosa può fare il mondo blucerchiato per appurare finalmente la verità?
Perchè io, questa cavolo di verità sulla “cessione” societaria più assurda che vi sia mai stata nel mondo del calcio voglio saperla, voglio conoscerla!
Non mi sta bene che un figlio di papà abbia deciso di fare una cosa del genere fregandosene altamente di tutto e di tutti, non considerando che la SAMPDORIA non è solo roba sua, ma che appartiene ( e qui mi riallaccio a un tuo post di qualche settimana fa ) anche ai suoi tifosi e alla città!
Non cerco per forza colpevoli, quelli eventualmente saranno gli organi competenti a “scovarli” e a giudicarli, ma voglio sapere cosa diavolo è successo 7 anni fa, è chiedere troppo?
Se non ho capito male sei stato un giornalista, quindi presumo tu abbia conoscenze e competenze, davvero in maniera concreta cosa si può fare?
Io, tra il serio e il faceto, vorrei contattare Report, o magari anche le Iene!
Oppure, una sorta di class action che chieda spiegazioni?
Sarebbe fattibile?
O la mia è solo una impraticabile follia e stupidaggine?
“Cosa può fare il mondo blucerchiato per appurare finalmente la verità?”
Io lo ripeto. Il prezzo di vendita e’ di circa 100mln. Siamo 20mila, fanno 5mila euro a capoccia. Diciamo 6 per arrotondare e ricapitalizzare un minimo.
Non e’ una cifra inarrivabile. Limite di acquisto di 50mila euro (cosi nessun azionista di maggioranza) e possiamo dare il via ad un azionariato popolare. Io il mio ce lo metterei anche domani.
In quanto alla verita’: una volta nella stanza dei bottoni la verita’ la possiamo sapere.
Belin sei passato dalla adulazione più devota di quella che tu hai sempre definito come una buona gestione alla colletta di 5 zucche a testa . Sei un genio !
Caro Roberto, ho letto le tue riflessioni e voglio fornirti la sensazione che ho avuto io all’epoca dello scioglimento della coppia dei gemelli del gol della grande Sampd’oro e dell’inizio della fine del sogno.
Tu dici: perchè non riprovarci? Perchè non rinforzare invece che vendere?
Ebbene, tutto questo avvenne allora per lo stesso motivo che oggi costringe Ferrero a cedere i pezzi migliori. Soldi!
La delusione della sconfitta col Barcellona non c’entra. Era già tutto programmato. Mantovani aveva speso troppo per creare il suo gioiello e raggiungere l’obbiettivo e la cessione doveva contribuire a ribilanciare i conti.
Nel tempo abbiamo avuto occasione di vedere che altri presidenti non hanno retto a lungo simili esborsi e hanno terminato malamente le loro avventure.(vedi Cragnotti e Tanzi, tanto per non fare nomi).
Non si può imputare nulla a Ferrero che non ha i soldi da spendere. Anche il presidente che gliel’ha regalata non aveva più intenzione di metterci soldi e l’ha regalata per questo. Certo, poteva trovare di meglio se avesse avuto meno fretta di sbolognarla. O forse, come dici tu Roberto, la verità non è ancora emersa.
Ma aldilà di tutto, come dice Semarco, siamo sicuri che chi arriverà sia più bravo e soprattutto che ci metta i soldi che servono? Ferrero non la regalerà certo a Vialli come noi tutti speriamo. Ferrero non regala e se uno la compra, dovrà poi spendere ancora per rinforzarla.
Siamo certi che il nuovo padrone lo farà? Speriamo bene ma gli esempi che finora abbiamo avuto in serie A sono discordi.
Io dico che bisogna guardare in faccia la realtà e dire che finora, col presidente meno ricco della serie A ci siamo difesi onorevolmente e non tutto è da buttare.
Non puoi far pagare alla squadra le colpe della dirigenza. La Sampdoria deve avere sempre il supporto dei suoi tifosi. Che sono la sua forza!
Caro El Cabezon ciò che ha fatto il “figlio di papà” è qualcosa di veramente incomprensibile. Ma sono sicuro che c’è qualche risvolto poco chiaro che ovviamente sarà un segreto tra le due parti. Sì è vero diversi anni fa sono stato giornalista-pubblicista ma non sono in grado di sapere cosa c’è dietro certi paraventi. Non lo sa nemmeno Parodi che pur ogni tanto se ne esce con qualche specie di notizia che però non ha riscontri. Ho pensato che la sola risposta concreta, moralmente parlando, pur se anch’essa inefficac,e sia il rifiuto di recarsi allo stadio dell’intera tifoseria. Sarebbe un bella botta.Ma impossibile da attuare…
Caro Antonio, quando si hanno immensi capitali e si sa che la vita è quasi al capolinea, bisogna buttarsi per soddisfare le proprie pulsioni. Quando tutti i familiari sono a posto bisogna pensare che le ricchezze non ti seguono dopo l’ultimo respiro….Ma è un discorso lungo che ha un senso alla mia età.
Se è vero, ed è vero, che con il presidente con le pezze nel sedere siamo arrivati noni perché esponenti di certe famiglie che si dicono grandi sampdoriani non rilevano la società con Vialli presidente? Mal che vadano ci faranno la cresta come questo scappato di casa! O no?
Ciao Roberto,
Mi limito alla questione desertare lo stadio (e magari anche i fornitori digitali).
L’unico modo per far male a MF e’ far male alla Samp? Non ti pare quel discorso del marito che per far dispetto alla moglie…
Ma perche’ il riflesso culturale deve essere sempre la protesta, il distruggere? Soprattutto quando strade costruttive esistono. Quello che parlano tanto di cio’ che gli altri dovrebbero fare coi propri soldi e le proprie proprieta’, perche’ non aprono il portafoglio?
Quello che il minus habens qua sopra definisce “colletta” si chiama azionariato popolare.
Esiste, e’ contemplato dalle norme e non e’ utopia.
Ma chissa’ perche’ ho il sospetto che la stragrande maggioranza di quelli che criticano e berciano in servizio permanente effettivo, alla prova dei fatti terranno le palanche ben salde in tasca, e continueranno a inquinare blog e forum con il livore nato dalla vita diversamente felice che presumibilmente fanno.
PS. Ovviamente non parlo di te. 🙂
Parole Sante caro Roberto! Speriamo che qualcuno ti legga e ti ascolti…..
Caro PPC, se si vuole raggiungere qualche risultato (e non lo si ottiene ugualmente) bisogna percorrere strade inusuali come appunto quella della diserzione che può sì sembrare un danno per la società (ma è solo passeggero se è vero che gli introiti da botteghino al giorno d’oggi sono assai poco rilevanti) ma è sicuramente l’unica espressione che può dare un sonoro schiaffo morale al presidente che evidentemente non è più sereno, anzi mi sembra molto nervoso (vedasi reprimenda a Parodi – buffone, buffone detto sguaiatamente). Poi gli azionariati popolari storicamente non hanno mai raggiunto lo scopo prefissato e sicuramente non possono gestire in toto una società. Cottarelli & C. con l’Inter si prefiggono una sorta di affiancamento alla proprietà. E comunque io alludo a famiglie ricche che potrebbero rischiare e poi nemmeno tanto se è vero che il “povero” non ci perde, anzi ci guadagna, e in più raggiunge la nona posizione. Dunque dove è il problema? Se avessi un altro cognome la rileverei io la Samp. Ma sono un normale cittadino. Sono altri che dovrebbero farsi sotto ma hanno altro da pensare se non ogni tanto professare la fede, azioni che mi lasciano del tutto indifferente. Dico questo perché condivido abbastanza ciò che, non ricordo chi, ha detto che “strane” proprietà potrebbero essere pericolose. Ma chi non risica non rosica e bisogna avere coraggio se non si vuole restare in questo cul de sac.