Appuntamento di San Silvestro con lo storico tifoso Roberto C e le sue tradizionali memorie Blucerchiate: riflessioni di fine anno di un decano del tifo blucerchiato, che affronta alcuni momenti topici della storia recente
Solitamente in questa rubrica si torna indietro nel tempo per rievocare episodi che sono riposti in una memoria lontana che magari non tutti hanno a disposizione nel proprio background.
Questa volta però torniamo ad un’epoca decisamente recente che ho rivissuto mentalmente durante la partita di Coppa Italia giocata a Cagliari. Quella sera ero piuttosto infastidito da un fatto per il quale è necessario, enunciandolo, avere un atteggiamento che possa anche essere giudicato presuntuoso ma che personalmente ritengo giusto. Non ho sopportato infatti, che, per la seconda volta in pochi giorni, la Samp abbia fatto la figura del topolino di fronte ad una squadra che è diventata momentaneamente “grande” ma non ha il pedigree appropriato. Per lo meno non come quello blucerchiato. Sì, va bene, in tempi non recenti ha vinto lo scudetto, come anche ha fatto il Verona, ma in entrambi i casi si è trattato di successi isolati dal contesto abituale delle due società. Per noi no, cribbio!
Nella foga mi è venuto fuori un termine desueto, ma d’effetto. Ecco quello che ho pensato allora: io credo che la Samp sia di diritto nell’aristocrazia del calcio italiano (e non solo) perché si è conquistata questo privilegio durante otto anni nei quali ha pure vinto lo scudetto, ma anche quattro Coppe Italia, una Supercoppa italiana e si è guadagnata ben tre finali europee di cui una vinta. E dunque mi infastidisce non poco che il Doria sia stato bistrattato ripetutamente da un Cagliari qualunque. Orsù (old style) noi siamo la Samp! Ricordiamocelo sempre. E ciò vale anche ora che pur non navighiamo in acque tranquille ed anche, per somma disgrazia, non siamo rappresentati da un adeguato esponente dal sicuro aplomb che meriteremmo per storia e tradizione.
Ciò che mi ha portato nel ritorno ad una manciata di anni fa è stata la visione del gongolante Maran con tanto di pizzetto mefistofelico. Idealmente mi sono rivolto a lui dicendogli “ noi abbiamo perso due battaglie ma vinto una guerra importante e ricordo la tua espressione in quell’occasione. Non ridevi affatto mentre tutto intorno impazzava la festa blucerchiata attorno a Pozzi, Iachini e tutti gli altri giocatori e dirigenti a correre felici per il campo di Varese!”. Era il 9 giugno 2012 e la Samp tornava in serie A dopo un anno di purgatorio. Ho rivisto i filmati delle due partite e devo proprio dire che quell’anno si è compiuto una sorta di doppio miracolo calcistico innanzi tutto per il raggiungimento del sesto posto finale che sembrava diventato una chimera. A tal proposito bisogna ricordare che la chiave di volta è stata la partita a Castellammare di Stabia il 12 maggio 2012 quando una Samp priva di ben cinque titolari infortunati (Romero, Gastaldello, Juan Antonio, Pozzi, Eder ) oltre allo squalificato Renan Garcia, ha dovuto giocare per oltre mezz’ora in inferiorità numerica per la sciocca espulsione di Pellè. A questo punto c’è voluta la classe di un giovane attaccante della Primavera che dopo 9 minuti dall’entrata in campo ha segnato con una prodezza il gol della vittoria. Si chiama Mauro Icardi e per quanto sia poi diventato un “nemico” per le vicissitudine che a volte succedono nel calcio, credo abbia conquistato, quel giorno, oltre alla possibilità per la Samp di giocare i play off, anche un dovuto posto d’onore nella bacheca storica dei grandi momenti della storia doriana. La sua stella (beh, facciamo …stellina) nella “Walk of Fame” blucerchiata è indubitabile. E anche questo non bisogna dimenticarlo. Perché poi il tempo lenisce atteggiamenti che al momento possono sembrare gravemente insormontabili. Ma le prodezze rimangono specie se hanno portato successi incancellabili, come, nel caso di Maurito, la vittoria con la Juve Stabia, o quella, già ricordata, allo Stadium bianconero che probabilmente è una delle più belle e spettacolari vittorie in trasferta della Samp anche per come si è realizzata.
Nel rivedere le due finali a distanza di sette anni si può solo dire che quella promozione ha dell’incredibile. Già la partita di Genova sembrava compromessa ma la testata di Gastaldello all’ 81 minuto ha dato un po’ di fiducia per il ritorno che viceversa si è rivelato assai duro con un Varese decisamente forte che ha mancato la vittoria per un soffio al 42’ del secondo tempo con la palla di Plasmati che ha fatto la barba al palo. Pochi millimetri che avrebbero cambiato la nostra storia con un altro anno in serie B e con un futuro tutto da immaginare e disegnare. Una sorta di “sliding doors” con una porta oltre la quale il futuro avrebbe preso sicuramente una piega diversa. Magari, per i casi imperscrutabili del destino, non sarebbe mai approdato a Genova… effe! Ora è questo il gioco che affido a tutti i nostri amici del blog: avendo la bacchetta magica quale delle due opzioni scegliereste? Buon anno a tutti!
7 commenti
La serie a sempre e comunque perche’ se voleva mastrussare col vipera edoardo lo faceva anche in b, inutile dire ma lo ripeto fino allo sfinimento che avrei tenuto il buon iachini in panca 8 anni e ci saremmo risparmiati tanti allenatori inutili, bolsi o misteriosamente sopravvalutati
Le due retrocessioni vissute ( 1999 e 2011 ) mi portarono entrambe ad avere un astio fortissimo verso le rispettive proprietà, perchè sono dell’idea che una realtà come la nostra, che può contare all’incirca su 20mila presenze allo stadio tra abbonati e paganti ad ogni gara, può retrocedere in B solo se chi è al comando ne combina di tutti i colori e infila una serie di errori quasi scientifica, quasi voluta!
E quindi si, in cuor mio, in maniera molto egoistica, non mi auguravo l’immediato ritorno in A ( sbagliando, ovviamente ) nè nel 2000 nè nel 2012, proprio per non essere poi costretto quasi a dover ringraziare chi, solo 12 mesi prima, mi aveva inferto il dolore più grande che un tifoso possa subìre…
Comunque, la promozione del 2012 è stato, da quando seguo con cognizione di causa la SAMPDORIA, l’unico momento storico veramente fortunato, dove la sorte ci ha premiato ben oltre i nostri meriti, basti pensare sia alla stagione regolare ma soprattutto alle 4 gare di play off, davvero rocambolesche e con tutti gli episodi girati dalla nostra parte…
Retrocedere ben due volte con alla presidenza la famiglia Garrone è abberrante solo a Genova podeva accadere un simile evento dopodichè la stessa proprietà ha completato l’opera regalando o quant’altro il club a una persona a cui non affiderei neanche la mia bicicletta. Se non si trattasse di Samp ci sarebbe da ridere oggi le comiche altro che la “mia ballerina” lasciamo stare che è meglio. Il futuro è molto molto nebuloso caro Roberto. Un’abbraccio a te e a tutti i Sampdoriani del mondo.
Tra serie b e mancato Ferrero, vince sempre la serie a. Aberrante è il giusto termine se accosto la Samp alla serie b. Detto questo, personalmente e per la prima volta, sono preoccupato per questo mercato invernale, dove, a mio modo di vedere, le nostre dirette avversarie usciranno più forti e colmeranno (o ridurranno) il gap che hanno attualmente con noi…. In attesa di essere smentito a suon di acquisti che ci facciano stare tranquilli, leggo che ferrari non verrà sostituito con nuove pedine ma che al suo posto sarà schierato murillo… Che con Colley penso ce lo ricordiamo tutti (nonostante me 2 mln come mister e la sua fase difensiva)…
Aberrante significa inspiegabile giusto caro Pitta? Allora come si può non rimanere allibiti se retrocedi per ben due volte in serie B con una delle famiglie più facoltose di questo paese? Nel mondo e sottolineo mondo sportivo è inspiegabile ovunque tu lo voglia domandare e questo è sintomatico di quanto importi la Samp a questa famiglia. I fatti sono fatti le parole rimangono parole.( E. Biagi )
Luigi
nel ’99 alla guida c’era Enrico Mantovani, la retrocessione firmata Garrone è “soltanto” una…
Ciao El Cabezon hai ragione tu lapsus froidiano chiedo venia