Una storia vera, di un calcio d’altri tempi. Il nostro grande amico Roberto C., scrittore delle “Memorie blucerchiate” ci racconta questa volta un episodio da Far West: teatro il vecchio stadio di Marassi, al termine un derby vinto dalla Samp (guarda caso).
Anche quella volta i bibini la presero male, già non digerivano un’inferiorità che li avrebbe contraddistinti per gli anni a venire. Poveracci. Transitavano sconfitti fuori dallo stadio, come un gregge di pecoroni. E accadde questo….
In quel tempo, alla maniera di Roy Batty, “ho visto cose che voi umani (del XXI secolo…) non potreste immaginarvi”.
Per esempio guardare dall’alto il passaggio delle masse rossoblù dopo la sconfitta in un derby. Una sorta di immagine biblica o il transito di prigionieri di guerra, come fu per i tedeschi nazisti, “umiliati e offesi”, sul selciato della Piazza Rossa.
Uno spettacolo impagabile.
Si giocava ancora nel vecchio Ferraris e quando si vinceva la stracittadina era una goduria, a fine partita, fermarsi sulla parte alta dell’elicoidale all’esterno della gradinata Sud. Loro erano costretti a passare sotto le “forche caudine” blucerchiate, tutti a testa bassa, mentre noi li irridevamo pesantemente con gli epiteti più forti in “genovese” (anche per smentire le loro accuse di “terronità” nei nostri confronti. E “a scemmi du belin” era uno dei più ricorrenti).
In una di queste occasioni, non ricordo l’anno, mentre mi esibivo in modo poco elegante come “l’oratore” più becero e sguaiato, ad un certo punto sentii, dopo un rumore assordante, un forte puzzo di polvere da sparo proprio appena sotto il cavallo dei pantaloni.
Qualcuno, evidentemente esasperato, mi aveva sparato un siluro con la lancia-razzi e ripensandoci ora sarei potuto finire come altri tifosi che, negli anni a seguire, sono entrati, da morti, nel pantheon della idiozia umana.
Ma era una scena troppo bella da vedere ed io avevo l’incoscienza tipica dell’età giovanile. Comunque, da allora, con un pizzico di saggezza in più, ho ritenuto più conveniente sfotterli con modalità meno fisicamente preoccupanti e pericolose. Magari dalle pagine di un giornale.
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eccomi vicino a walterone