Riceviamo e pubblichiamo da Roberto, autore delle Memorie Blucerchiate, una particolare lettera indirizzata a Ferrero.
Lei non potrebbe mai immaginare chi ha deciso di scriverle soprattutto dopo questi ultimi tempi in cui è stato bersaglio delle critiche da parte della tifoseria della città dove ha sede la società che ha rilevato nell’anno 2014. In quel tempo sembrava che le cose dovessero andare nella giusta direzione soprattutto perché lei si era presentato con quella tal carica di entusiasmo che si manifestava in ogni occasione in cui poteva esternare questo suo sentimento, nelle interviste e soprattutto nelle comparsate in televisione, ad esempio dal noto tifoso Fabio Fazio, e poi addirittura al Festival di Sanremo. Subito sembrava che il mio nome fosse ancora una volta tenuto in alto nel mondo del calcio italiano se pur già allora si poteva percepire che quello non era l’aplomb che aveva sempre caratterizzato la mia immagine.
Eh già, se ancora non mi sono presentata mi verrebbe da farlo alla sua maniera, cioè, cinematograficamente parlando, parafrasando un film americano del 2007: “Io sono…Sampdoria”. Proprio io, ora, ho deciso di scriverle ed intervenire in prima persona e devo dirle che quando sono venuta a conoscenza del nome di chi mi aveva acquistata, se così vogliamo definire quella transazione, mi sono assai rallegrata perché ho pensato inevitabilmente a quel “brand” famoso che dal 1946 produce la “crema spalmabile alla nocciola più famosa al mondo”.
Ho subito immaginato il rinverdirsi della mia fama e la conseguente riproposizione di antichi successi sportivi che inevitabilmente sarebbero tornati dalle nostre parti perché quella società sua omonima, come leggo oggi in un grande pubblicità sulla stampa, afferma che “Avere cura della qualità è la nostra migliore qualità”. Purtroppo non di quel Ferrero si trattava ed oggi è molto attuale questo avverbio che narra di una malaugurata presenza intono alla mia figura. Lei potrà sempre dire che il mittente di questa lettera non è una persona reale in carne ed ossa e quindi rifiutare il confronto ma io le dico che se pur le mie fattezze sono di natura eterea hanno pur sempre un grande impatto nella vita di autentiche persone fisiche che per me stessa nutrono uno straordinario sentimento d’amore. Ed è anche in loro nome, pur se tutto ciò viene da un profondo mio moto interiore, che le chiedo finalmente di lasciarmi libera perché mai come in questo momento sento che la sua presenza affiancata alla mia dà inevitabile forma ad un immarcescibile ossimoro.
Non possiamo più stare insieme, lo avrà capito. Le nostre storie sono troppo diverse. Lei viene da un mondo che sembra, con tutto rispetto, l’emblema, pur divertente, di raffigurazioni circensi mentre le mie origini datano dalla più classica imprenditoria genovese che, nel momento in cui ha deciso di lasciare il campo libero, lo ha fatto con una mossa che mi ha regalato la più bella associazione allora immaginabile, lo sposalizio con un romano come lei ma così diverso, proprio il suo opposto, che mi ha portato in dote un’ ulteriore nobiltà facendomi varcare i confini della nazione fino alla massima espressione nel mondo calcistico europeo. Che poi il “nostro” era romano solo di nascita e tutt’altro che “romanesco” o “romanaccio” e quella sua proverbiale riservatezza era l’antitesi della sua, di lei, intendo, infruttuosa e sterile voglia di apparire.
Insomma in verità le confermo che lei è proprio un corpo estraneo che non si lega con la mia immateriale e pur concreta realtà, se pur lei stesso non si è comportato come il peggiore personaggio che abbia abitato dalle mie parti. Esecrabile assai è stato colui che con un gesto scellerato si è liberato di me come fossi una ragazza inguardabile o peggio un residuato da bordelli, ed ancora, continuando, i due tomi americani che hanno sconfessato quell’aggettivo che un tempo era sinonimo di prodigalità, specie negli anni della mia nascita quando, nel dopoguerra, gli abitanti del Nuovo Mondo portarono nel Vecchio Continente quell’aura comportamentale in cui splendore e generosità si fondevano nell’immagine di un auto venuta dopo: la Cadillac, figura ormai onirica e fors’anche retorica di un tempo ormai perduto. Quelli più che generosi statunitensi sembravano due infimi contabili da bassifondi. E comunque, per dirla tutta, quando si arriva alla fine di una storia pur breve come la nostra, la cosa più giusta da fare è quella del divorzio consensuale, che, da parte mia, come avrà capito, è la necessità più impellente e mi auguro che anche per lei, alla fine, sia un risvolto più che inderogabile. Io rimango qui nella mia Genova, adorata dai miei tanti estimatori e sperando che non si ripeta una storia come quella vissuta in questi anni.
Per lei mi auguro un ritorno felice nella sua bellissima città dove potrà manifestare tutta la sua realtà comportamentale che ha lì le sue radici e la ragione di essere. Come dice il poeta: mi lasci così come una cosa posata in un angolo e dimenticata.
9 commenti
Un applauso lungo una settimana
Complimenti articolo che rispecchia i sentimenti della stragrande maggioranza di noi purtroppo è rivolto a un muro di gomma un personaggio squallido baciato nella vita dalla dea bendata non merita sicuramente questa fortuna sfacciata. Non aggiungo altro ha già detto tutto Roberto a cui va fatto un grande applauso.
Mi viene da piangere
Eppure tanta gente lo difende a spada tratta….incredibile
Tanta no, però ce ne sono…
Non ci credete?
Andate sul forum del sito http://www.sololasampdoria.it sezione società, argomento IL PRESIDENTE, ne leggerete delle belle…
Ed intanto la digos rinforza la guardia!
Genova e’ colpevole dello scempio! Cambia solo la sfumatura!
#ferrerononmirappresenti
Si i coglioni che lo difendono ci sono , gli stessi che poi vengono qui a fare le pagelline come se niente fosse ki senli…pure loro
Si i ragionieri e i tecnici allenatori da calcio moderno.
Ciao Roberto approfitto nuovamente per salutarti e dirti l’ultimo mio pensiero “sull’uomo” più fortunato del mondo che è questo: la sua unica sfortuna sarebbe per noi manna dal cielo ovvero il fallimento di elevance finance altrimenti sono dolori ma questo ovviamente lo sai già anche tu. Pensa in che mani (volutamente) ci ha messo qualcuno.