Torna Roberto C, autore delle Memorie Blucerchiate. Ecco il suo punto di vista sui Fondi americani che stanno entrando nel calcio italiano, con interessamento anche per la nostra Sampdoria.
Negli anni sessanta/settanta del Ventesimo Secolo, quando il gioco (?) del calcio non era stato ancora contaminato dalla logica del solo profitto come unico motore per l’avanzamento e lo sfruttamento del carrozzone, ricordo che, trovandosi la mia Samp sempre nelle condizioni di squadra/società negletta, mi veniva facile sognare l’avvento di una sorta di Principe Azzurro esterno al nostro mondo che la risollevasse dalle magagne che da sempre la caratterizzavano per lanciarla in quell’empireo dominato dalle solite tre squadre degli altri due lati del “triangolo industriale”. “Ora ve la facciamo vedere noi” pensavo adagiato tra le nuvole immaginando un successo così schiacciante da annichilire qualsiasi avversaria. E andare a festeggiare in Piazza De Ferrari non per lo solite salvezze o eventuali promozioni ma per scudetti in serie che sarebbero arrivati per quella forza ormai consolidata che avrebbe mosso di invidia tutto il paese. Quando si è giovani i sogni sono un buon propellente lungo il percorso della vita. Ma anche dopo, lo dico un po’ sottovoce.
In quel tempo il calcio italiano stava in mani autoctone ed ora mi viene da dire quanto fosse bello!
Oggi pensare ad un proprietario d’oltre confine non è più una cosa così originale, anzi. E non porta a particolari voli pindarici perché possiamo vedere come non avvengano specifici sussulti positivi dove già si sono verificati cambi di vertice. Diciamola tutta: fondi e affini non sono gruppi particolarmente interessati alla tradizione ed alla considerazione appunto della parte appassionata che si reca allo stadio ed ha nel cuore l’amore per la propria squadra, ma unicamente dei contenitori anonimi di “invisibili” azionisti che unicamente attendono il riparto dei dividendi. Ma entriamo nel dettaglio.
Tra Serie A e B il 35% delle società non è più in mani italiane. Dal Milan del fondo Usa Red-Bird di Jerry Cardinale (e con il fondo Elliot come socio di minoranza), alla Fiorentina di Rocco Commisso titolare di Mediacomn Communications, quinto operatore Usa di tv via cavo che nei primi due anni ha investito oltre 350 milioni. E poi la Roma di Dan Friedkin che ha sostituito sulla tolda giallorossa l’altro americano James Pallotta a sua volta subentrato alla cordata Usa guidata da Thomas Di Benedetto. Friedkin ai 200 milioni del pacchetto di maggioranza ne ha aggiunti altri 350 per far fronte alle continue esigenze di cassa. Lo Spezia è stato rilevato per 25 milioni dall’investitore statunitense Robert Platek e l’ex mitica Atalanta ha visto entrare nel capitale societario, già interamente nelle mani della Famiglia Percassi , un gruppo di investitori Usa capitanati da Stephen Pagliuca (Nomen omen se avesse rilevato la Samp), coproprietario dei Boston Celtics oltre che Presidente del fondo di investimento Brian Capital. Ma altri imprenditori d’oltre oceano sono in gran movimento per tentare la scalata alla seria A come nel caso del Venezia e del Genoa appena retrocessi. Il club lagunare dal 2020 appartiene a Duncan Leigh Niederaurer ex Ceo o Amministratore Delegato, all’italiana, della Borsa di New York che l’ha rilevata da un altro americano, Joe Tacopina che a sua volta si è accasato a Ferrara con la Spal. Poi ci sono i famosi 777 Partners, holding dei finanzieri Steven Pasko e Josh Wander, che ha acquistato il Genoa. E qui il mio amico Piero Campodonico non è del tutto convinto della nuova proprietà tal che mi ha detto recentemente che quella sigla gli ricorda il testo alternativo di “Porta romana” cantata da Gaber che ad un certo punto fa “Prima faceva il ladro e poi la spia/ E adesso è delegato di Polizia/ E sette e sette e sette fanno ventuno/arriva la volante e non c’ nessuno”. Forse ha capito tutto.
Ancora a Parma nel settembre 2020 il Krause Group si è insediato in Società patendo una immediata retrocessione e pur tuttavia Kyle Krause in poco più di un anno e mezzo ha versato nelle casse della società circa 175 milioni. La famiglia Saputo, titolare di una delle maggiori industrie casearie del nord America dal 2014 ha investito nel Bologna calcio oltre 200 milioni. Il Pisa dal 2021 è di proprietà di Alexander Knaster uomo d’affari americano con un patrimonio personale stimato in 2,2 miliardi di dollari. Un’altra presenza Usa è quella della North Sixth Group dell’italo americano Matt Rizzetta che per il momento partecipa con il 35% nella proprietà dell’Ascoli. In serie B c’è ancora il Como che appartiene dal 2019 a Robert Budi Hartono magnate indonesiano del tabacco che secondo Forbes possiede un patrimonio di 18 miliardi di dollari. E per finire ci sono il Padova entrato nell’orbita della J4A Holdings di Joseph Marie Oughourlian imprenditore francese e il Palermo a cui è interessato il Football City Group network di Abu Dhabi che fa capo allo sceicco Mansour.
A questo punto chiedo venia per questo, per me insolito, procedimento. Ma è stato necessario per un’analisi più completa del fenomeno. Perché nel mondo a stelle e strisce c’è questo forte interessamento per il calcio italiano? Fondi e società di investimento hanno individuato nel calcio un comparto assai favorevole per i propri “bisiniss” come dice l’italo americano Deciocavallo che vuole comprare da Totò la Fontana di Trevi (“La banda degli onesti” – 1956), pensando che dopo la pandemia tornerà a crescere come nel decennio precedente. Ma i conti restano in rosso, sull’orlo di un fallimento annunciato e sempre rimandato grazie ad una bolla speculativa che al momento continua a gonfiarsi. E comunque questo mi sembra abbastanza per evidenziare il fatto che Jamie Dinan non sembra così diverso da tutti questi personaggi. Ma sempre meglio di ecc…ecc… E poi devo aprire una “parente”, come direbbe il Principe. E parla dei tifosi, di noi, che rispetto alle proprietà ed ai calciatori siamo solo mucche da mungere. Le prime hanno ben altri interessi e i secondi sono concentrati su proprio ego. Ambedue fingono di interessarsi alle vicende dei sostenitori ma va da sè che è tutta una messinscena. Due esempi per tutti: Donnarumma che “amava” tanto il Milan ha preferito il tintinnio della moneta qatariota ed i rossoneri alla fine ora stanno anche meglio con Maigna e tanti soldi in cassa. E poi c’è il caso eclatante di Mbappé che può fare quello che vuole permettendosi di cambiare idea all’ultimo minuto per salire sui ponti d’oro che prontamente gli hanno fatto a Parigi con la benedizione addirittura di Macron. Ed i tifosi che bevono e si “strozzano”. A tal proposito ricordo un detto di mio nonno che diceva in rigoroso genovese (spero di scriverlo decentemente): “I grandi s’abbrassan e i piccin s’ammassan”. E allora penso ad una scritta apparsa sul muro di fronte alla rimessa Amt di via Bobbio. C’è scritto a caratteri cubitali ,o quasi, “Genova è solo rossoblù”, forse il parto della rabbia e della dimostrazione che certe cose (retrocessione) a loro fanno un baffo. Ma è una colossale sciocchezza, peraltro come se al termine “rossoblù” su un altro muro fosse scritto “Genova è solo blucerchiata”. In ambedue i casi si tratta di un falso perché è notorio che nella nostra città ci sono due squadre. E’ come se a Torino si leggesse: “Torino è solo granata” mentre l’altra vince gli scudetti in serie. Stessa cosa per Madrid con un Atletico che è migliore della più forte squadra italiana ma dall’altra parte ci sta chi ha vinto quattordici Champions League. Invece a Genova dovrebbe comparire una scritta recitante: “Questa è la città di una squadra che ha vinto un’importante Coppa europea ed è andata a Wembley a giocarsi la Coppa dei Campioni!”. Il tifo deve essere propositivo e non distruttivo. E basta con i bidoni della spazzatura Sede Samp/ Sede Genoa! E’ puro infantilismo da superare.
Ma tornando ai castelli in aria della mia gioventù è chiaro che nulla hanno a che vedere con queste realtà che sembrano unicamente speculative e nulla apportano al calcio italiano che continua ad essere una figura molto laterale nel panorama globale anche in ragione dei continui insuccessi sul campo che si possono verificare di anno in anno. A tal proposito la coppetta della Roma non fa testo.
E dunque cosa dovremmo aspettarci, sempre se si materializzerà una nuova proprietà dall’ ennesimo fondo che potrebbe installarsi a Corte Lambruschini? Sicuramente rispetto all’ “innominabile” sarebbe un passo avanti. Ma non aspettiamoci miracoli. Certo quella di Ferrero è stata un’autentica disgrazia della quale il responsabile “regalante” si porterà per sempre dietro il peso dell’ignominia. A meno che non decida, dopo un autodafé senza rogo, per un atto riconciliatorio visto che c’è anche chi “è pronto a dare una mano”. Per il resto ci sarà poco da sognare considerando che di tutte le società nominate in questo articolo nessuna ha raggiunto alcun successo. Tutte lì a vivacchiare ormai certe che all’illusione immediata non ha fatto seguito alcunché di trascendentale.
Come tifoso di vecchio stampo continuo a pensare che il solo modo per sentire l’importanza etnica dell’appartenenza stia nella realtà di una proprietà tutta italiana, meglio ancora se ligure o genovese. E difficile, è impossibile, è irrealizzabile? Va tutto bene, per carità. Ma io dico che se non ci fosse la Samp e, novello alieno del calcio, dovessi scegliere una squadra allora non avrei dubbi: tiferei per il Monza! Lasciamo perdere l’ ”altro” Berlusca, quello di un mondo che ora non ci interessa, perché nel calcio, si sa, contano i risultati, ma quando un brianzolo con la squadra appena promossa sente dire dal “suo” presidente “Voglio Scudetto e poi la Champions” non è adrenalina pura? Non succederà ma che importa, vuoi mettere l’emozione? E immagino la rivalità con le squadre di Milano, specie a San Siro dove magari, memore del ricordo di quando negli anni Cinquanta si chiamava Simmenthal Monza, qualche burlone interista magari lancerà lo slogan: “Dalla carne di manzo alla carne di porco!” Riassumendo seriamente, poiché il mondo dei grandi presidenti: Mantovani, Moratti, Dall’Ara, Fraizzoli è finito per sempre e con esso la meraviglia di un calcio da assaporare come un bicchierino di assenzio allora non rimane che apprezzare chi ancora in qualche modo ci crede terminando alla maniera dell’ Avvelenata di Guccini “E a culo tutto il resto”.
39 commenti
Sono perfettamente d’accordo sul fatto che le ” cordate americane ” o i ” fondi americani” per le piccole società di calcio saranno sempre delle presidenze ” mediocri” che non riusciranno mai o non vorranno mai cambiare le sorti economiche e calcistiche di quelle squadre che hanno nel loro DNA quello di remare in fondo alla classifica per non retrocedere. Per le società blasonate, invece, gli investimenti che tali fondi effettueranno produrranno dicuramente altri esaltanti risultati. In definitiva non è cambiato nulla rispetto al passato. Ai presidenti potenti economicamente si fono avvicendati altrettanti fondi potenti, ma ai presidenti con le tasche bucate si sono e si avvicenderanno fondi ” minori” rasenti il ridicolo. Spero che la Samp non sia acquistata da questa tipologia di fondi alla 777. Sarebbe un ritorno ai Salatti, ai Colantuoni ecc… di triste memoria. Certo non saranno mai dei Ferrero che lavorava costantemente con i debiti, anche se gli riconosco di averci fatto vedere calciatori che né i 777 ( ne’ i Garrone ) riusciranno a comprare mai campassero 100 anni. Auguriamoci di trovare dei Pallotta, dei Della Valle, innamorati dalla voglia di far bene e di portarci nella parte sinistra della classifica con qualche torneo in Europa ogni tanto. Certo, Mantovani è impegnato in altri lidi , e non può più impegnarsi più per noi sampdoriani.
Bruzzone Sergio
l’articolo di Roberto è poesia allo stato puro (una autentica delizia il riferimento al mitico Decio Cavallo!) e offre una disamina perfetta. Solo un poeta può sognare l’arrivo di un fondo internazionale disposto a investire camminando sulle macerie di una montagna di debiti. Magari proprio per questo potrebbe arrivare un magnate che vuole fare felice un popolo (il nostro) allo sbando dopo la tragica esperienza ferrero. Sogno anch’o e mi aspetto il paradiso dopo l’inferno!!!!
Grazie Robmerl sei sempre tanto gentile!
Condivido profondamente quello che diceva Henry James: “Nella vita contano solo tre cose: essere gentili,. essere gentili, essere gentili”. Scherzi a parte, il diritto di critica include anche la critica negativa. Qui la critica positiva è d’obbligo, perché i contenuti sono totalmente condivisibili.
Sergio, io ho degli ottimi ricordi di Salatti e Colantuoni che pur non essendo ricchi avevano in sé la polvere magica blucerchiata.
Salatti regalò il noleggio di tutti i pulman per la sfortunata trasferta di Torino in occadione della prima retrocessione (1966)
Refusi: pullman e occasione
Parere personale siamo capaci tutti a comprare dei buoni giocatori il problema sorge quando non hai i soldi per ottemperare i pagamenti e indebitare la “tua” società all’inverosimile detto questo sorrido a Roberto inguaribile sognatore e uomo di grande cultura che mi trova in sintonia con la sua poesia come giustamente l’ha definita Rob ma tutti noi sappiamo che il mondo è cambiato in maniera esponenziale (in negativo)ed il calcio non ne è esente. Quelli di una certa età come alcuni di noi rimpiangiamo i tempi iti e qualcosa vorrà pur dire.
Fermo restando che auspico alla nostra Samp di essere a breve acquistata da un gruppo forte e con possibilità economiche in grado di portarci o riportarci nell’elite del calcio italiano, temo alcune derivazioni già viste nell’acquisizione da parte di gruppi stranieri americani in particolar modo. Prendiamo ad esempio due società o tre se preferite. Tutti in mano a gruppi Statunitensi. Il Parma. Il primo anno ha speso tanto e male, molto male. Non ha evitato la retrocessione e la B è stata un calvario. I Bibini. Anch’essi ad un gruppo americano, anch’essi non hanno evitato la retrocessione e vedremo cosa faranno in serie cadetta ma, quello che più preoccupa è che la società, a parte il presidente di facciata che non conta assolutamente niente e non ha titoli per presidere una società di calcio, tutti i componenti del club dal management sportivo, amministrativo e all’allenatore sono stranieri, possibilmente di lingua tedesca. I giocatori simbolo sono stati quasi tutti scaricati e i nuovi sono praticamente tutti stranieri, sembra che l’Italia gli dia fastidio. Concludo con lo Spezia quello meglio condotto dei tre. Dopo il blocco del mercato come si sta comportando? Chiedendo giocatori in prestito e probabilmente vendendo Maggiore l’unico prospetto importante del club. Ecco spero che il nostro eventuale gruppo punti su Italiani con conoscenze sicure e provata esperienza per riorganizzare e rifondare il club.
sì, ma se quelli che ci sono adesso vogliono vendere gente come falcone verre e bonazzoli, partiamo già maluccio
Rob non ci sono soldi in cassa devono monetizzare qualcuno devono pur provare a cedere se vogliono acquistare almeno due giocatori discreti e il mercato ufficialmente deve ancora iniziare vedi che anche altre squadre latitano eppure hanno una proprietà noi ad oggi navighiamo a vista e coloro che arriveranno almeno questo si spera con una società come la nostra non potranno che ambire ad una tranquilla salvezza visti i precedenti di altre squadre.
capisco, ma non sarebbe più semplice e più economico tenere quei pochi giovani e decenti che abbiamo già?
Sei amico di Piero Campodonico?
Lo stesso Piero Campodonico che anni fa dichiarò pubblicamente
che sognava che un camion dell’AMIU portasse i doriani a Mathausen?
Se non sbaglio quella triste e brutta vicenda ebbe degli strascichi giudiziari,
mi auguro che come minimo tu non gli abbia rivolto la parola per una decina d’anni 🙂
Se mi è permesso vorrei rispondere anch’io: tale piero campodonico, minuscolo come la sua meschinità velenosa è stato un anonimo assessore di provincia che ha trovato qualche momento di notorietà non per la sua modestissima intelligenza, bensì perché, credendosi spiritoso, si è proposto come capo mandria per insultare i tifosi sampdoriani. La cosa migliore che si può fare con personaggi così meschini e ignoranti (probabilmente non conosceva neppure il significato di Mathausen) è ignorarli e farli disperdere dal vento così come la materia che li compone…
No caro Roberto, purtroppo il calcio che tu descrivi appartiene al passato e oggi non si può che parafrasare il titolo del tuo articolo precedente: “Una cordata americana è possibile”… Non possiamo inseguire sogni pindarici. Il calcio attuale è questo: brutto, sporco e cattivo. L’epoca dei Mantovani e dei Viola è scomparsa, forse per sempre. Per questo io non lo seguo più, Mi interessa solo la Samp perché ne sono tifoso fin da bambino. Mi preoccupa solo la sua maglia e i suoi valori,calpestati per 8 lunghi anni, e spero che la nuova proprietà, pur non virtuosa ma affaristica, ci possa permettere la sopravvivenza e un po’ più di dignità, senza andare dalle cosiddette “grandi” a elemosinare qualche giocatore. Questo è l’obiettivo minimo, realisticamente realizzabile . È quella che Machiavelli chiama la “verità effettuale” delle cose, senza il rischio di diventare “profeti disarmati”. È questo l’obiettivo minimo concreto, poi è lecito sperare nel sogno dell’utopia perché questo mondo non ci piace com’è e bisogna cambiarlo, ma questo appartiene a un’altra storia molto più grande…
Caro Pier abbiamo avuto lo stesso pensiero scritto in modo diverso ovviamente rispetto sempre e capisco i pensieri di Roberto un grande tifoso a volte fisiologicamente nostalgico ma questo capita anche a me in generale nella vita.
Parafrasando Charlie Brown “Cari amici di penna” e Lucio Dalla “Cari amici vi scrivo”, è giusto che intervenga su un punto molto importante.
Conosco Peo Campodonico da 58 anni: è stato il mio Professore di Tecnica Bancaria e lo ricordo in particolare per un aneddoto che ho già raccontato qualche anno fa. Fu quando, dopo aver trascorso la notte in treno di ritorno da Napoli (Napoli_Sampdoria 1-1 reti del “Corvo” Francesconi e del “Cabezon” Omar Sivori – 13 ottobre 1968) arrivai direttamente a scuola e gli chiesi di esentarmi dall’interrogazione (già prevista) e lui, con qualche battuta da tifosi-contro naturalmente acconsentì. Poi è stato colui che nel 1978 mi ha presentato alla Redazione Sportiva del quotidiano “Il Lavoro” dove, fin dal giorno successivo, hanno pubblicato gli articoli della “Rametta blucerchiata” che veniva postata vicina alla sua “Rossoblù” e in seguito altri di genere diverso compresi alcuni da “Terza Pagina”. Non ricordo l’episodio incriminato ma mi sono documentato ed ho verificato che lui parlava di un sogno che aveva fatto. E comunque qualche tempo dopo c’è stata la rappacificazione con i 300 doriani rappresentati da Roberto Martinelli segretario generale aggiunto del Sappe (Polizia Penitenziaria) il quale ha preso atto che si è trattato di un malinteso e che “mai Campodonico, con 30 anni di militanza socialista avrebbe potuto pronunciare quella frase.
Anch’io, come giustamente riporta Robmerl, condivido le parole di Henry James, sull’essere “gentili, gentili, gentili”.
Io non sono più, se mai lo sono stato, un tifoso-contro e sicuramente anche da giovane non mi sono mai sognato di partecipare a risse (vedasi Via Ferreggiano). Con i mei amici genoani ci siano scambiati sberleffi di ogni genere e prese per il culo memorabili ma tutto finiva lì. Figuriamoci se avessi dovuto togliere la mia parola a Campodonico! L’ho sentito al telefono proprio qualche giorno fa perchè mi farà la Prefazione ad un libro che ho scritto sulla città che amo: Genova. E comunque Campodonico proprio di questa città è stato da sempre un grande rappresentante e non per la sua militanza sportiva ma per la vita che ha condotto in politica e nel Teatro, in particolare quello dialettale. E’ stato baistrocchino ai tempi di Enzo Tortora e Paolo Villaggio. Ma non voglio continuare oltre in questa specie di apologia. Io e Campodonico ci vogliamo bene e questo è assai importante per me. E comunque se fosse assai meno io ci tengo a dire che scindo sempre la persona da ciò che per me rappresenta. E’ come se non vedessi più i film con John Waine perché era di destra o peggio ancora se non ascoltassi più la musica del “divino” Richard Wagner o non vedessi più, per ragioni inerenti la sua vita privata, i film del genio per eccellenza del cinema, Charlie Chaplin. Va bene, ora sto volando alto, ma il senso è quello. Per me tifo e amicizia non son cose disgiunte. Posso stare insieme e fronteggiarsi con lo sfottò. Guai se non ci fosse! E’ il sale della vita sportiva specie per due squadre della stessa città che ovviamente non può “Essere solo….”
Scusate lo sfogo, ma quanno ce vò ce vò” “Quanno” mi fa venire in mente un personaggio di una città che amo per motivi personali ma lui proprio NO! Con lui non sono gentile. E’ un estraneo e come tale va dimenticato. Always!!!
Naturalmente rispetto tutte le opinioni e le conoscenze personali. Il campodonico sarà stato anche un docente di tecnica bancaria, io lo sono stato di filosofia e storia, ma o è un ignorante che non conosce la terribile storia del Novecento e posso anche scusarlo, oppure, peggio, è in malafede e allora non deve permettersi di dire certe bestialità
neppure per scherzo, per far ridere i suoi compari. Per quello che ho preferito propendere per la prima ipotesi… Comunque anche da queste battute si evidenzia ciò che diceva Boskov: “noi siamo noi e loro sono loro”.
Perché è stato tirato fuori in questo contesto questo signor Campodonico lo devo capire ancora adesso.
Ho telefonato poco fa al mio amico Campodonico e mi sono fatto raccontare l’episodio incriminato. Si trattava della partecipazione ad una trasmissione di Primocanale condotta da Maurizio Michieli (2003) in cui fu invitato in qualità di tifoso e non giornalista. In quell’occasione ha riferito di un sogno ambientato al tempo in cui davanti allo stadio c’erano i binari per i convogli che portavano la spazzatura alla Volpara. Ha “visto” i tifosi doriani dopo un derby caricati sui vagoni e appunto trasferiti nel “rumentaio” genovese. Uno sfottò come tanti. OVVIAMENTE LA PAROLA MAUTHAUSEN NON E’ MAI STATA PRONUNCATA DA CAMPODONICO MA E’ STATA AGGIUNTA DA QUALCUNI ALTRO.. Una fake news antesignana. .Non credo che da parte nostra fossimo, siamo e saremo più delicati. Tra l’altro in quel tempo insegnava al Palazzi che era di proprietà del Commendator Salatti, Presidente della Samp, del quale era amico pur sfottendosi. Perché è così che tra gente civile si fa. Mi ha ricordato anche di Roberto Martinelli che poi ha scritto con lui sul Secolo XIX un articolo di rettifica. Ed è finita, come sempre dovrebbe, a tarallucci e vino. Campodonico con la querela avrebbe destinato il risarcimento ai frati del Sorriso Francescano. Ma non ce n’è stato bisogno. Purtroppo per loro. Tra l’altro tra i 300 doriani firmatari c’era anche il figlio del bidello del Palazzi che a lui disse “Oua u deve anche pagà? A casa ghe ne diggo quattro”
Tra l’altro mi ha raccontato un episodio di una grave offesa ricevuta a tradimento da un tifoso blucerchiato che qui ovviamente non riferisco ma è stata una cosa, a mio avviso, veramente vergognosa. Io non sono un tifoso che giudica diversamente una stessa azione se compiuta da un genoano o da un sampdoriano. Se è male è male comunque. A lui ho ricordato i bei tempi in cui alla trasmissione radiofonica “A Lanterna” del Gazzettino della Liguria, Charlie (genoano, che nella vita era sampdoriano) diceva alla moglie Texo (sampodoriana, che nella vita era genoana): “il Genoa è in ripresa”” . E lei “Ma o l’è o primo tempo cu va sempre ma!” Chiedo venia per i cultori del genovese scritto e un caro saluto a tutti.
Basta parlare di Campodonico per favore. Io l’ho incontrato una sola volta nel mio ufficio, quando lavoravo, e la prima cosa che ha detto è stata sarà mica Sampdoriano. Ovviamento l’ho mandato a stendere il signor Peo Campodonico e tutti quelli come lui che hanno la malattia del tifoso ottuso al di là di ogni regionevole motivazione e come malattia non intendo passione o amore ma fanatismo al di sopra di tutto. Basta!!!!!
Scusate io ho parlato di Campodonico bonariamente nell’articolo poi qualcuno ne ha fatto oggetto di uno scontro ideologico .dal quale ovviamente ho preso le distanze. Io spero sempre che la gente in genere capisca altrimenti è meglio chiuderla qui sull’argomento. Così è per me..
Roberto,
sono stato io a tirare fuori l’argomento ma l’ho fatto tra il serio e il faceto,
visto che ormai da quell’episodio sono passati quasi 20 anni,
mi scuso con te se la questione ha preso una deriva che probabilmente ti ha infastidito,
mi dispiace sinceramente non era mia intenzione,
ovviamente sul mio auspicio che gli avessi tolto il saluto per quella infelicisima uscita
( che confermo in toto…) avevo solo fatto una battuta…
Argomento per me non chiuso ma strachiuso…
El Cabezon va tutto bene.
Ciao.
Roberto
Tornando a bomba c’è un fattore secondo me importante da considerare, gli stipendi dei giocatori ed i costi dei procuratori e legulei vari, nessuna società medio piccola può sopportarli, o ci sarà un ridimensionamento oppure il divario con le grandi, italiane ed europee, è destinato ad aumentare, anche se tiri su dalle giovanili dei buoni giocatori o hai l’intuito di fare buoni acquisti se il calciatore è buono prima o poi se ne va, certo le buone vendite ti permettono di sopravvivere, di galleggiare in un mediocre centro classifica o di ambire una volta ogni tanto ad un posticino in qualche coppetta da dove ti cacciano ai primi turni, effetto della sentenza Bosman e delle TV, indietro purtroppo non si torna a meno di rivoluzioni che vedo improbabili, l’epoca dei Mantovani, Moratti, Viola ecc. è finita per sempre ed i fondi vengono per guadagnare,ci vorrebbe un acquirente stramiliardario per combinare qualcosa, vedo improbabile anche questo
Tornando a bomba sull’articolo, l’approccio dei 777 è particolare, personalmente lo definisco ormai da colonizzatori. Sono arrivati, mettono loro uomini, fanno di testa loro. Come se considerassero di principio inadeguate le risorse già presenti nel nostro calcio, oppure come se considerassero noioso o troppo banale usarle. O entrambe le cose. Un atteggiamento che sembra proprio snob verso il calcio italiano. In ogni caso, di soldi ne hanno messi e ad esempio non si fanno problemi a mettere un loro allenatore anche se ne hanno già tre o quattro a libro paga. Questo comunque (metterci soldi) denota buona fede. E ognuno coi soldi suoi…
Poi vabbè, nel calcio contano i risultati e per ora vanno benissimo. ‘777 buona la prima’. E con la sinergia di Parma, Cagliari, Palermo, Brescia & C ci aspettiamo un buona anche la seconda.
Ieri ho visto Forever Samp su telenord. C’era un collegamento con Faggiano. Oltre ai soliti sampdoriani presenti a fare domande hanno portato in trasmissione anche il genoano Angeli. Che si è distinto facendo domande ambigue e provocatorie al punto che Faggiano, con il sorriso, si è risentito. Ma che bisogno c’era di portare Angeli in trasmissione? Alla fine Puggioni ha detto si è sbagliato doveve andare martedì lla trasmissione sui cugini.
Visto anch’io quello spezzone,
tra la pochezza delle domande rivolte
( spesso mi domando: MA PERCHE’ NON HO PROVATO PURE IO A FARE IL GIORNALISTA? )
e il collegamento tutt’altro che ottimale c’ho capito poco e niente,
comunque anch’io non ho compreso il motivo della presenza del genuota che,
se non erro, è stato presente solo in quel blocco dell’intervista…mah,
forse, essendo se non erro il responsabile della testata giornalistica,
avrà voluto presenziare convinto, per non essere di fede blucerchiata,
di porre domande più incisive…
“autoctono”
“il solo modo per sentire l’importanza etnica dell’appartenenza stia nella realtà di una proprietà tutta italiana, meglio ancora se ligure o genovese.
Mi starai mica diventando sovranista, Roberto?
@ Semarco.
Tutto bene e tutto giusto la sentenza Bosman e’ orgine di tutti i mali.
Pero’ una domanda sorge spontanea: quale istituzione ha fatto si che una sentenza espressa da un giudice Spagnolo, in un tribunale Brussellese, su un caso di un giocatore Belga contro una squadra Belga, si trasformasse in una norma legale in Italia, Francia, Germania, UK?
Quale entita’ sovrannaturale ha emesso successivamente l’articolo 45 del TFEU che ha creato la merda attuale?
Me lo dite, voi che lo sapete?
Perche’ dire che e’ colpa della “sentenza Bosman” come se Bosman fosse arrivato con un’ascia e l’avesse imposta a tutti mi pare un pochino impreciso, a me.
PPC. Questo paese di autoctono purtroppo non ha proprio più nulla, la sua identità la perduta ormai da tempo, Sovranista ad oggi è un termine ambiguo in quanto non puoi essere sovranista e solidale si dice sempre infatti si abusa del termine in epoca Salviniana uomo contrario alla globalizzazione ( almeno su questo senza ipocrisia concordo) detto questo siamo in piena oligarchia compresa la P:A: che si sta privatizzando sempre più a discapito della qualità ma con un’imperativo Profit che sta cambiando il mondo imprenditoriale la mini e la macro economia ovviamente infrastrutture comprese e il calcio non ne è esente anche qui vige ormai la politica americana più attenta della nostra su certi temi. Capisco bene il buon Roberto che fatica come me e tanti altri a stare al passo con certe dinamiche e con queste baraonde trovare a che corrente appartenere è sempre più difficoltoso. Roberto correggimi se sbaglio il sottoscritto per rispondere a PPC ti accosterebbe al Leopardi che pur essendo un classicista ha sempre apprezzato il Romanticismo. Scusate l’intromissione pur non essendo chiamato in causa.
Tu puoi sempre entrare in qualsiasi discussione luigi, sei piu’ che benvenuto.
Mi trovi anche molto d’accordo con i contenuti questa volta. Ma ecco, non e’ che il mondo e’ cosi’ perche’ l’ha deciso Giove, Odino o Ns.Signore. Il mondo e’ cosi’ perche’ invece di capire alcune dinamiche ed opporcisi si e’ preferito dire che il problema e’ un altro, o con i mille distinguo del caso…
Perche’ il male prevalaga basta che i buoni non facciano nulla.
Ciao Passavo… per risponderti uso un’espressione che, come direbbe Solenghi quando imita Mughini, aborro, e pur contrastandola da anni non ho, ovviamente, ottenuto risultato, non essendo io un noto columnist. E’ un modo di dire nazional popolare che mi fa venire l’orticaria: Assolutamente NO! In questo caso nel senso che non sono diventato sovranista. Penso infatti che si possa essere “rivoluzionari” in senso politico ma al tempo stesso desiderare forme di vita che siano legate ad usi e costumi del passato che si sono introiettati e che portano benefici alla nostra persona. Ad esempio nel calcio agognare un presidente proprietario che sia rappresentativo di una realtà consolidata e che sia anche un tifoso. A proposito, PPC potrebbe anche stare per Partito Popolare Comunista. Un pò fuori del tempo massimo, però:
Luigi, intromissioni di questo tipo fanno sempre piacere. Certo amo Leopardi poeta ma ancor più il filosofo anche se nella poesia “L’Infinito” ho trovato una discrepanza. Ma sarebbe troppo lungo esporla e non il luogo adatto..
Ciao a tutti e due.
Dimenticavo PPC. Molto bella l’espressione: perché il male prevalga basta che i buoni non facciano nulla. E’ la dimostrazione che il male è il tessuto primario sul quale si è srotolata la vita che i buoni contrastano con molta fatica e purtroppo spesso soccombendo.
Precisazione a parte extra-Samp.
Leggo su Repubblica di oggi a firma Gessi Adamoli:
“Beppe Dossena faceva parte dei ventidue scelti da Bearzot.. fece arrabbiare il presidente Pertini perché nello scopone che, durante il volo di rientro in Italia, giocarono contro Zoff e Causio, non calò il settebello”
Dopo decenni di giornalismo bisognerebbe fare attenzione
Intanto le coppie erano Bearzot-Causio contro Zoff-Pertini
Fu Causio a buttare il 7 Pertini non lo prese e Bearzot fece Settebello
Parola di Zoff
Che c’entra Dossena?
perche’ il male prevalga basta che i buoni non facciano nulla…espressione meravigliosa ma la cambierei leggermente…perche’ un certo modus operandi prevalga basta che chi lo vuole contrastare non faccia nulla…male e bene sono entro un certo limite concetti opinabili…l’ attacco russo all’ ucraina e’ il male? e i buoni cosa dovrebbero fare? su cento di noi avremmo cento risposte diverse…scusate l’ esempio politico ma era per provare a spiegarmi
Eeeeh ma non e’ una frase mia. Origine incerta pare 18esimo secolo, a lungo attribuita a Burke (uno de passaggio) pare per una citazione di J.S.Mills (n’artro di passaggio), ma della quale non c’e’ tracccia scritta…
A quel tempo, bene e male si usavano tranuillamente, il relativismo della scala dei valori non era contemplato.
Vorrei chiedere a qualcuno più informato di me: ho letto che la Samp regala al Monza Candreva ( prestito con riscatto il prox anno., sì quando gli scade il contratto), Bonazzoli alla Salernitana per 4 miseri milioni quando ne vale almeno il doppio per i gol fatti nel camp. scorso, via anche Torregrossa, Stoppa e De luca, sembra. In attacco giocheremo con un quarantenne, uno con la stampella e forse Caputo…a centrocampo via Ekdal e Thorsby è nessun acquisto, in difesa mancano 2 centrali. Meno male che arrivano gli americani, almeno così sembra….
se arrivano, almeno porteranno un po’ di razionalità nel management, mettendo fine a queste scelte dissennate. Abbiamo pochi soldi, e li spendiamo pure male!
bonazzoli alla salernitana per 4 milioni trovo sia una follia…hai voglia a dire 4 piu’ bonus…e’ una vergogna
Leggo ora, ammesso che sia vero, Torregrossa e de Luca al Pisa in cambio di Leverbe , che era anche nostro…Osti e fagiano trattati come idioti. Neanche un bambino di 10 anni farebbe uno scambio così autolesionista e scellerato. Queste due sciagure, ripeto, se fosse così, sono pagati per svendere a prezzo di fallimento. Speriamo che arrivino davvero gli americani e ci liberino comunque di questa marmaglia indecente!