Pubblichiamo l’articolo caustico di Roberto, autore de La Rametta blucerchiata e delle Memorie.
Facciamo un passo indietro ed arriviamo a Domenica 17 aprile 2016, anzi al giorno precedente. Sarà che sono diventato sempre più critico, nella vita in genere, e quindi anche nelle cose del calcio, rispetto ad articoli e considerazioni varie sui più disparati argomenti che viceversa vengono “subiti” dal lettore, come in questo caso, e digeriti senza alcuna minima presa di giudizio in merito.
Il fatto è questo: sabato 16 leggo su Repubblica, a firma Marco Lignana, che c’è “la voglia di giocarsela. La tentazione di sfidare il Milan con le sue stesse armi.” E penso che forse ho letto male e non si trattava dell’incontro a Marassi con i rossoneri ma di un ipotetico match con il Barcellona, o il Real Madrid, o il Bayern o per restare sul suolo patrio di una sfida con la Juventus.
Ricordo, per inciso, che la squadra del neo allenatore Brocchi in questo campionato, e al momento specifico, aveva già perso 9 (diconsi nove) partite tra cui quelle contro Atalanta, Bologna, Genoa e Sassuolo e quindi parlare di un’ipotetica impresa blucerchiata sarebbe stato opportuno se ci si fosse riferiti all’incontro con una corazzata e non un coacervo di semi-pellegrini in inarrestabile crisi ormai da diversi anni.
Ecco il punto: se volessimo tutti, dagli addetti ai lavori ai semplici tifosi, cambiare mentalità, allora sarebbe necessario un approccio psicologico intensivo, una prolungata seduta sul divano di Freud, al fine di ottenere una forte presa di coscienza, la pura consapevolezza di una realtà vera e non immaginata. Perché altrimenti tutto sarebbe vano, la programmazione futura, le basi per una nuova vita (quale?), magari l’illusione di diventare come il Leicester. Tutto nasce dal cervello prima che dai piedi (e comunque bisogna averli buoni…..). Se pensiamo che un’eventuale vittoria su questo Milan potesse essere trattata dai media nazionali come un cimento quasi eroico vuol dire che siamo sulla strada sbagliata. I soliti provincialotti.
Allora sarà meglio essere chiari e accettare fin da subito la nostra sostanza definitiva che non potrebbe nemmeno avvicinarsi ad una realtà come il Sassuolo ma solamente allinearsi con formazioni minori il cui unico obiettivo sia la salvezza come un proprio fascinoso “scudetto”.
Così eravamo tanti anni fa, ai tempi del Presidente Colantuoni, l’ “Avvocato di campagna” quando festeggiavamo le salvezze in Piazza De Ferrari. E non si stava poi così male perché mentalmente conoscevamo i nostri limiti e non sapevamo nemmeno chi fosse Freud!
Personalmente mi incazzo non poco quando vedo nell’ “altro” approssimazione e superficialità. Certi giornalisti ed opinionisti (si fa per dire….) dovrebbero cambiare mestiere. Non si può instillare nell’opinione pubblica una paura preventiva ancorché ingiustificata. Tutto va, come sempre, contestualizzato. Sarebbe stata un’impresa battere il Milan di Sacchi, Gullit, Rijkard e Van Basten o i bianconeri delle 24 vittorie su 25 incontri (ma non quelli delle prime dieci giornate che hanno pure impattato in casa con il Frosinone…..). Ma il Milan che pareggia a San Siro con il Carpi e perde nella fatal Verona?? Il grande Woody Allen nel bellissimo film “Basta che funzioni” fa dire al suo alter-ego Boris Yellnikoff “ io sono l’unico ad avere una visione d’insieme. Ecco quello che chiamano genio”. Che io non sono, ovviamente, ma parafrasando il buon Woody/Isaac Davis che si crede Dio (“Manhattan”) anch’io “a qualche modello dovrò pur ispirarmi!”.
Ma lasciamo perdere queste amenità e torniamo al nocciolo. Perché non bisogna fossilizzarsi su antichi stereotipi ma elevarsi su nuove considerazioni primariamente basate sul valore effettivo dell’avversario e non sul vecchio blasone, avere opinioni non condizionate dal pennivendolo di turno. E quindi è necessario ripartire da un nuovo approccio psicologico: più consapevolezza dei propri mezzi e meno appiattimento sul (presunto) valore altrui. E possibilmente giocarsela con (quasi) tutti. Perché le tre sconfitte con il Milan, compresa l’eliminazione in Coppa Italia, non sono una cosa normale, un fatto inevitabile, ma un’autentica vergogna!
2 commenti
Caro Roberto che dirti
nell’estratto di Repubblica che tu hai riportato non mi sembra di cogliere chissà quale…sudditanza: detto che bisognerebbe aver letto l’articolo per intero per farsi un’idea precisa, dalle righe forse il giornalista fa un discorso più…tattico…
D’accordissimo invece con la tua chiosa finale: se penso che dal Milan quest’anno abbiamo buscato tre volte su tre e invece Carpi e Verona sono andati a punti sia all’andata che al ritorno mi sento male…
Caro El Cabezon è stato proprio l’incipit che mi ha fatto male. Da lì si capisce un certo tipo di mentalità. Battere il Milan, di questi tempi, dovrebbe essere una cosa del tutto normale. Ovvio che ci sta anche perdere ma questo è valido per molte altre squadre. Mentre fare un punto, ad esempio, con “questo” Leicester(in ipotesi di un incontro) sarebbe un miracolo!