Appuntamento con Roberto C, autore delle Memorie Blucerchiate. Inizia un campionato che si preannuncia difficile per la Sampdoria. Lottiamo per la salvezza, ma l’obiettivo è raggiungibile, in vista di tempi migliori. Orsù, Roberto, un po’ di ottimismo.
Ecco la nuova puntata delle Memorie Blucerchiate
E’ arrivato il momento, per molti, tanto atteso. Ma non per me.
E’ in partenza il campionato di calcio di serie A. Una volta si poteva parlare di speranze e aspirazioni per esiti legati alla fiducia. Sogni, illusioni, auspici. Ma ora?
Non per me, perché ho una visione del calcio in funzione blucerchiata del tutto autoreferenziale nel senso che intendo la Samp come elemento a sé stante che dovrebbe raffrontarsi con i rivali solo da una posizione di dominio o perlomeno di decisa preminenza. Mi rendo conto che questa è un’ autentica follia ma tale è il mio sentimento che non accetta lo smarcamento da tutto ciò che sappia di vittoria o quantomeno aderisce ad un’idea nella quale non sia contemplata la possibilità della sconfitta. Per questo motivo preferisco la posizione della “stabilità senza azione”. Fino alle ore 18,30 di sabato 13 agosto siamo tutti primi in classifica, o se si preferisce, per i pessimisti, ultimi. A me un po’ è rimasta la sindrome del 1964 quando alla sesta giornata ci trovammo inopinatamente in testa alla classifica con 10 punti per due pareggi e quattro vittorie (da 2 punti). Venivamo dall’entusiasmo della salvezza guadagnata con lo spareggio vincente sul Modena a Milano (7 giugno 1964) e credevamo nell’esplosività dell’ “ennesimo” attacco atomico (Frustalupi, Lojacono, Sormani, Da Silva, Barison). Per quelli della mia età si tratta di un bel ricordo anche se poi ci salvammo per il solito rotto della cuffia raggranellando la miseria di 19 punti nelle restanti 28 partite con solo 5 vittorie. Per fortuna anche allora ci fu chi ci seguì in classifica di un solo punto. Guarda caso…A parte tutto, però, quell’inizio fu entusiasmante, per quanto illusorio, ma fece tanto bene allo spirito. Come peraltro nel 2009 con le quattro vittorie consecutive di un breve ciclo interrotto dalla sconfitta di Firenze ma subito ripreso con due pareggi e due vittorie che ci portarono alla nona giornata con 20 punti essendo stati primi da soli alla sesta (15 punti), ancora primi alla settima (16 punti alla pari con l’Inter) e secondi alla nona (20). Ovviamente non succederà quest’anno e chissà quando mai. So che si dovrà soffrire ed il pensiero che sabato, appunto, alle 20,15 o giù di lì probabilmente saremo ancora a zero punti non mi fa star bene e penserò alla pace interiore di una caldissima estate senza il calcio e le sue paturnie. Ma chi me lo fa fare? Non dipende da me. Per quanto mi sforzi nel cercare un antidoto so che non c’è possibilità di rimedio alcuno. E’ una condizione del soffio interiore, un sentimento forte. La sconfitta è un po’ come se venisse violato un impulso dell’inconscio.
Il tutto nell’assenza di considerazione da parte dell’establishment calcistico nei nostri confronti. Siamo diventati trasparenti, o meglio ancora, invisibili. L’eventuale sconfitta con l’Atalanta verrà (o verrebbe?) derubricata come un evento del tutto normale. Siamo passati alla condizione di paria del calcio e purtroppo bisogna accettare questo stato di cose. Va bene, mi allineo. Vorrà dire che mi consolerò leggendo i commenti degli amici del blog.
Samp, stracciali tutti!! Un caro saluto dal mondo delle illusioni. Come dice Paulo Coelho: “La gloria del mondo è transitoria e non è questa che ci dà la dimensione della nostra vita, ma è la scelta che facciamo di seguire la nostra leggenda personale. Credere nelle nostre utopie e lottare per i nostri sogni”.
A bientot!
8 commenti
Caro Roberto cosa aggiungere a quello che hai scritto, c’è poco ancora da dire è una contrapposizione diabolica, da una parte non ci piace un calcio imbruttito da mille sfaccettature, dall’altra la Samp rimane il nostro vecchio amore, le partite alle 14,30 o alle 15 nella stessa giornata la radiolina per quando si giocava in trasferta, un manto erboso Marassino che guarda caso non soffriva di varie malattie, il vecchio stadio che a prescindere dalla posizione in cui ti sedevi avevi una visuale a 360 gradi. Certo è che pandemie e otto anni vissuti dovendo ingoiare tante nefandezze hanno smorzato tanti entusiasmi, i social network hanno creato in noi una sorta di Coverciano quotidiano ma le dinamiche che avvengono all’interno di uno spogliatoio o di un rettangolo di gioco non sempre sono giudicabili per chi è dall’esterno come tanti di noi, certo è che alcuni giocatori non all’altezza della categoria sono evidenti a tutti. Ora si ricomincia sapendo bene che saranno tante le domeniche in cui si dovrà lottare e soffrire, ma questo lo abbiamo già vissuto in epoca lontana prima dell’avvento di un grande Presidente, è tutto quello che ci ruota intorno che disturba tanti di noi inguaribili nostalgici di tempi più ruspanti genuini naturali, la passione pur a fasi alterne per i nostri colori è rimasta e rimarrà sempre forte a prescindere dagli eventi.
quanto ti capisco…io ogni anno un po’ spero sempre nel miracolo calcistico, nello scudetto o nella champions…che Villar sia come Pirlo, Djuricic e Sabiri 20 gol ciascuno, che un giovanotto della primavera faccia faville…e così via! vabbè sono quei colori magici che ci fan venire i brividi e (a me un po’ di delirio…) Forza Samp!
sampdoriani sempre, contro tutto e contro tutti (anche – purtroppo -le evidenze)!
Non mi faccio illusioni neppure io per il prossimo campionato che incombe e spero soltanto di non assistere nuovamente alle stesse disfatte calcistiche della scorsa stagione (specialmente tra le mura amiche) quando abbiamo battuto il record di sconfitte della nostra storia (ben 22!) vedendoci soccombere due volte con la quasi totalità delle squadre di grandi città, capoluoghi di regione o simili (Atalanta, Bologna, Cagliari, Lazio, Milan, Napoli, Juventus, Torino) o una volta (Fiorentina, Inter, Roma, Salernitana, Spezia, Udinese); è vero che ci siamo salvati ( a tal proposito, se qualcuno ricorda bene, lo scorso anno avevo scherzosamente previsto che l’anno gemelli (il 22) non sarebbe stato per noi la retrocessione sulla base di un simpatico calcolo matematico di successione), è vero che finalmente siamo soli in serie A senza avere tra i piedi i bibini, però mi auguro di cuore di poter strappare qualche punto in più in classifica, magari con qualche pareggio sullo stile di quelli che si facevano negli anni sessanta/settanta tirando fuori gli attributi tutti quanti, noi compresi con la nostra presenza allo stadio (chi può ovviamente). Forza ragazzi, entusiasmo!!!
I miei timori non sono tanto in campo, quanto in sede. Personalmente, se arrivassero due mezzali e se riuscissimo a liberarci di Leris e Murillo (sostituendolo) sarei quasi soddisfatto della squadra. Nulla che mi faccia sperare in grandi risultati. Ma un campionato relativamente tranquillo? Forse sì. E io non chiedo altro.
“Credere nelle nostre utopie” lo aveva già detto Platone nella “Repubblica” e poi sappiamo com’è finita: tre viaggi a Siracusa per trasformare un tiranno in filosofo e tre fallimenti. L’utopia è possibile se mantiene il significato originario di “ou-topos” in nessun luogo, che non esiste ancora, ma appartiene al dominio del possibile. Per la nostra Samp di oggi, purtroppo, utopia assume il significato moderno di irrealizzabile. Anch’io vorrei guardare le cosiddette piccole dall’alto come in passato, ma le parti si sono invertite e oggi siamo il loro supermarket, vedi Salernitana, ad es. Anch’io vorrei trattare non dico un Milan da pari, ma un’ Atalanta, però temiamo, come dice l’articolista di partire già battuti e allora? A che serve andare in campo e giocarcela? Rimpiangere il passato lontano, 1964, o quello più recente, 2009, non serve a nulla; occorre realisticamente accettare il presente e fare un blocco comune, un Piave su cui resistere, credendo che prima o poi arriverà la riscossa (cessione). Credo che in tal caso utopia tornerà a essere dominio del possibile, anche se esso si attuerà in un tempo indeterminato. Comunque sempre forza Samp e viva le mille anime dei suoi tifosi!!
Ciao Pier 56. Credere nelle utopie, come dice Coelho, può anche voler dire cercare, freudianamente, di scalfire (pur invano) il blocco monolitico che impedisce il volo verso l’immortalità. Al di là del rimpianto è bello ricordare il passato felice pur se non ha valenza alcuna sul presente. D’altronde credo che gli eventi non possano mutare, nel nostro caso, per l’impegno dei tifosi i quali, qui sì dobbiamo essere realisti, non hanno alcun peso nel confronto tra Enti che hanno l’unico interesse nel favorire il proprio stato. Forza Samp o, come nel mio caso, “Samp stracciali tutti” sono solo manifestazioni appunto derivate da un impulso interiore che fa del sentimento la propria natura.
Lo so che non abbiamo alcun potere. L’unica cosa che possiamo fare è avere fede e sperare che tutto vada per il meglio. In questo caso una fede tutta terrena perché, come dice Freud, da te indirettamente citato, ” il cielo lasciamolo ai passeri”. Però, vedi, il mio concetto di utopia è più che altro rivolto al presente e al futuro , non al passato, anche se inteso come dolce “consolatio”. In tal caso esso può trasformarsi in un principio speranza, ciò di cui forse abbiamo bisogno in questi tempi incerti sotto molti punti di vista. È ovvio che il cambio di proprietà probabilmente non risolverà tutti i nostri problemi (sono fondi speculativi…) ma almeno mantenerci in una posizione dignitosa, anche come società. Purtroppo i tempi dei Salatti, dei Colantuoni e soprattutto dei MANTOVANI sono finiti per sempre e sognarli, a mio modesto parere, non aiuta molto. Comunque sono tutti punti di vista personali, le “mille anime” a cui facevo riferimento, una ricchezza che non può perdersi. Ad maiora! E speremmu ben…