Così ha scritto oggi Renzo Parodi, un concetto che condividiamo pienamente.
Il colpo Montella ha stupito la maggioranza degli addetti ai lavori, sbigottiti di fronte alla scelta di Vincenzino di tornare agli amati colori blucerchiati.
Poveri ebeti, rimasti a bocca aperta come naselli al banco del pesce, cogitando che non potessimo permetterci un colpo di questo profilo.
La realtà afferma l’esatto contrario e noi godiamo per l’arrivo del figliol prodigo, atterrato a Bogliasco da due giorni e già protagonista dei primi allenamenti.
Su questo argomento, è molto interessante l’articolo di “Renzaccio” Parodi (un giornalista che, al contrario di molti, il suo mestiere lo sa fare) che sulla Repubblica di oggi inquadra le mosse di Ferrero e l’arrivo di Montella come “una scossa al maniman”. Questi i passi più significativi del suo articolo:
“La verità forse è più semplice, e banale, di quello che si immagina con un certo penchant per il retroscenismo. Vincenzo Montella ha detto sì alla Sampdoria perché è davvero convinto di scalare altri gradini nella sua già brillante carriera di allenatore guidando una squadra che ha definito “ottima, di livello”, e dunque candidata a migliorare nel gioco e nei risultati.
Ambizione, è la parola che è risuonata più spesso in conferenza stampa, dalla sua bocca e da quella del presidente Massimo Ferrero. La Sampdoria per Montella è apparsa qualcosa di più di una opportunità professionale, quasi un luogo dello spirito se è vero – e non ho motivo di dubitarne – che “allenare la Sampdoria è un sogno che mi accompagna da quando faccio questo mestiere”.
Prenderò dunque le cose per quelle che appaiono e non andrò a caccia di significati e verità nascoste, di quel chiacchiericcio giornalistico che dà sui nervi al presidente, il quale si è permesso di fustigare i “pennivendoli”.
So che non c’è malizia nelle sue parole, ma sarebbe l’ora che lui e tutti gli altri della compagnia-calcio la smettessero di sparare nel mucchio e cominciassero a fare nomi e cognomi.
Di questo picaresco personaggio, Ferrero dico, salito da Roma a Genova ad imparare calcio e ad insegnare a noi genovesi, padroni del mugugno, cosa significa rischiare ormai sappiano quasi tutto. In nemmeno un anno e mezzo, Ferrero ha cambiato pelle alla Sampdoria, rivoluzionandone i quadri tecnici e vestendo di blucerchiato giocatori che i tifosi avevano ammirato sulle figurine Panini. Ha sfondato le porte del conformismo e del maniman, lanciandosi in avventure apparentemente temerarie, come prendersi in carico il centro di Bogliasco per sottoporlo ad un profondo e radicale restyling. E trascinare il Genoa nella gestione diretta del glorioso Ferraris. Il colpo-Montella è dunque un tassello della rivoluzione ferreriana. Ferrero parla della Sampdoria come di una creatura amatissima che gli ha rubato il cuore (giallorosso) spedendolo nell’Empireo di una passione forse mai neanche immaginata. O è Laurence Olivier, oppure bisogna credere alla genuinità del suo amore. Di certo è uomo di cuore.
A costo di passare per naif, stavolta non mi chiederò se l’ingente investimento economico sull’Aeroplanino nasconda l’aiutino/ aiutone di quel Gabriele Volpi dato in avvicinamento al bastimento sampdoriano, una volta che riuscisse a liberarsi della goletta spezzina. Il tempo dirà. Quel che conta, oggi, è che con un colpo d’ala esemplare – non è mai facile ammettere in pubblico di aver sbagliato – Ferrero&Romei hanno chiuso di netto con Zenga e imboccato con decisione la strada, ambiziosissima, verso Montella. Una mossa che garantisce l’ulteriore impegno a rafforzare la società e dunque la squadra.
Mi fido di Montella e sono curioso di scoprire come disporrà in campo i pezzi di una squadra che ha sì finora raccolto 16 punti ma potenzialmente può scalare verso l’alto la classifica se capirà lo spirito pragmatico del nuovo allenatore”.
Qui potete leggere l’articolo completo di Repubblica
1 commento
Spettacolo. Una giusta analisi