In un Mondiale dove i giocatori blucerchiati non si sono coperti di gloria, usciti malamente al primo turno con la Polonia, spiccano i soliti nomi.
Ma non ci sono solo giocatori in attività, chi si è ripreso la scena non poteva che essere El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, un parossismo vivente che ha oscurato poche sere fa con il suo folle show le gesta dei giocatori in campo.
Spettacolo nello spettacolo, denigrato da alcuni, da altri ancora osannato, durante Argentina-Nigeria Diego ha ballato sugli spalti, ha sbraitato, come posseduto da cento demoni, è perfino collassato in tribuna per poi rialzarsi e brandire dita medie a destra e a manca.
Sulla sua ultima apparizione che ha suscitato risa e anche pubbliche accuse, è particolarmente riuscito l’articolo del sempre ottimo Maurizio Crosetti di Repubblica, che ha evidenziato come ancora una volta il Golem Diego abbia sovrastato, almeno iconicamente, la Pulce Messi
Ecco l’articolo di Crosetti.
“Che ingombro, quest’uomo. Il peso della sua leggenda, la forza evocativa del suo nome, di un corpo debordante a cominciare dai significati simbolici. Quant’è Maradona, Maradona. E’ come se si fosse seduto sopra Messi persino nel giorno in cui il campione riesce a essere finalmente decisivo, ed è come se Messi fosse costretto sempre a giocare con la scimmia Maradona sulla spalla. Lui, magico, si muove come nessuno ma tutto il mondo guarda quell’altro.
Maradona che fa le facce buffe, Maradona che strabuzza gli occhi, Maradona che ringrazia Dio quando segna l’Argentina, Maradona che mette le braccia nella posizione che hanno i morti nella bara, Maradona che alza le due dita medie da vero signore, Maradona che s’addormenta in tribuna, Maradona che si fa venire un mezzo coccolone: povero Messi, se fosse stato un coccolone intero (Dio non voglia, per lui sarebbe come colpire un collega), nessuno avrebbe dedicato neppure una riga a quel bellissimo gol. E’ lui la vera matrioska, Diego che contiene tutti gli altri Dieghi e non può smettere mai. Ma in fondo è una vita che Maradona si sovrappone agli altri e persino a sé stesso: Maradona che offusca Maradona, il personaggio improponibile (e, prima, il cocainomane e l’amico di Fidel Castro e l’evasore fiscale e il nemico della Fifa e il commissario tecnico perdente e mille altre cose ancora) che ingombra lo spazio del più grande giocatore di pallone di ogni tempo, lui medesimo. Ecco, se Maradona è troppo persino per Maradona, figurarsi per gli altri.
Certo, vederlo adesso recitare la parte del vecchio tamarro sovrappeso intristisce un po’. Muove a compassione la maradonità assoluta di Maradona, quel fottersene dell’universo, politicamente scorretto sempre ma anche autolesionista, killer del proprio sistema nervoso e cardiovascolare. Però, quanto si diverte! Si capisce che ogni suo spettacolo è un inarrivabile show, come quando il vecchio Jack La Motta si esibiva nel suo night raccontando barzellette mezzo ubriaco, il momento più dolente di Toro Scatenato, capolavoro sul senso di una fine, forse di ogni fine. Ma non avremo mai un Maradona meno Maradona di così, lui è Molière che vuol morire in scena e di questo passo ci riuscirà. Magari il giorno della finale vinta da Messi, e nessuno se lo filerà, povera Pulce triste, minuscola al cospetto del suo golem di ciccia e gloria e grazia infinita.
1 commento
Incarna alla perfezione lo spirito del calcio: sofferenza, estremismo, follia, maleducazione, gioia…. Ha fatto tutto quello che un tifoso qualsiasi avrebbe fatto durante una partita del genere (forse escluso il mezzo coccolone).
Quando l’ho visto sventagliare il dito medio (anzi le dita) ai sottostanti, urlandogli figli di buona donna, mi ha fatto morire. Per tutti i perbenisti di staminchia, godedevi un’eliminazione per ‘fair play’, se vi piace sto calcio ipoocrita, immagio goderete tantissimo. Io mi tengo l’idolo maradona, amato, odiato, rispettato e insultato, quello del gol alla ‘Fifa’ e del gol di mano, quello che ci insultava mentre gli fischiavamo l’inno nell finale di Roma nel ’90, quello che se non si fosse disintegrato avrebbe vinto tutto e di piu’ e ache disintegradosi ha vinto tutto e di piu’…. Prendere o lasciare, personaggio discutibile, ma pur sempre rockstar del calcio. Ecco, forse gli manca la fine da rockstar maledetta, ma a occhio e croce non siamo distanti….