In un momento in cui i colori blucerchiati vedono situazioni ben poco chiare dal punto di vista societario, forse è preferibile fare un tuffo carpiato nel passato. Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta scritta da Roberto C, autore delle Memorie Blucerchiate, indirizzata a Gianluca Vialli
Caro Gian Luca,
mi permetto di scriverti questa lettera se pur non ti conosco personalmente.
Io sono uno dei tanti tifosi che hanno seguito le tue imprese calcistiche nella mia città, Genova, che, per parte blucerchiata, da quel tempo, ha preso dimensioni assai speciali, oltre i confini nazionali, diventando un punto fermo nella considerazione storica che nel tempio del football è riservata a quelle società-squadre che hanno lasciato un segno indelebile nella rappresentazione di questo sport speciale amato in ogni angolo del mondo.
Ti ho visto nella trasmissione di Fazio “Che tempo che fa” e ancora una volta è risaltata una figura che ha pochi uguali nell’Italia pallonara. Perché ad una testa assai pensante si contrappone un’eleganza innata che determina un aplomb particolare, finezza, buongusto e classe che ti distinguono particolarmente da tutto il resto del pianeta calcio. E a differenza di politici e vari animali da tv-talk non sbagli un congiuntivo! Notevole! Io però ho deciso di rivolgermi a te per “sanare” un mio problema che ti riguarda pur se non ne sei, ovviamente, a conoscenza. Qualche tempo fa ho manifestato e scritto un pensiero un po’ cattivo nei tuoi confronti dettato dal troppo amore che nutro per la Sampdoria. Sentimento intenso per il quale ho affermato che tutto quanto di meraviglioso hai realizzato indossando la maglia blucerchiata è stato vanificato dai due svarioni gravissimi compiuti nella fatale Finale di Coppa dei Campioni a Wembley. E poi mi ero arrabbiato nel vederti qualche anno dopo festeggiare con un’altra maglia e soprattutto con quella benedetta coppa in mano. Però io credo che nella vita si debbano riconoscere gli errori fatti ed ammetterli pubblicamente anche perché non vorrei passare, come diceva Voltaire, per uno di quegli “imbecilli che sono sempre sicuri di ciò che dicono”.
Ho sbagliato, lo riconosco, e tanto più dopo aver constatato, dalla sofferenza che hai patito per il male che ti ha colpito, che ci sono cose ben più importanti, nella vita, di un gol sbagliato, o di un rigore fallito come bene canta Francesco De Gregori.
D’altro canto se ripenso a tutti i momenti in cui con le tue azioni, la fantasia, i gol, hai distillato pura gioia nei nostri cuori di “amanti doriani” non posso che ringraziarti nell’esprimere tutta la mia riconoscenza, vorrei dire, “laicamente”, benedirti per aver portato la Samp ai vertici del calcio europeo e alle vette massime di quello sognato. E poi bisogna ammettere che a tua discolpa c’era stato, forse, l’unico errore di Paolo Mantovani che ti aveva ceduto alla Juventus in quel momento così delicato per le nostre sorti. Ma c’è una fatto che non ha eguali fra le tue realizzazioni, che credo mai alcun giocatore abbia minimamente anche solo immaginato, il tuo gol più bello e importante anche di quello che abbiamo rivisto da Fazio, la seconda rete a San Siro con l’Inter. Penso a quella serata magica per la finale di Coppa Italia 1987/1988 vinta contro il Torino. Alla fine nel tripudio per il successo hai detto “Come si fa ad andare via? E’ bello così, basta vincere e siamo tutti contenti”
E poi “Ho già firmato” – “Per chi?” – “Per noi!”
In quel momento ho vissuto la realizzazione fisica e spirituale dell’ “Essere Sampdoria”. Un’espressione così di grande appartenenza, di viscerale legame con una “famiglia” che oggi sarebbe inimmaginabile, ma che anche in quel tempo nessuno mai l’aveva pronunciata perché, a mio parere, non poteva essere detta che da un grande come te che ha vissuto in un gruppo di amici sicuramente irripetibile. Grazie ancora Gian Luca da un vecchio tifoso che ha vissuto quasi tutta la storia sampdoriana e potrà ricordare il tempo dei “gemelli del gol” come il più bello, magnifico,affascinante, seducente. E soprattutto ti esprimo il mio augurio più sincero per la tua salute, il successo più importante.
3 commenti
Lettera aperta scritta col cuore in mano,bravo roberto
Di tutte le gioie che ci hai dato il 50% te lo sei giocato con le dichiarazioni da vomito post Wembley. In bocca al lupo ovviamente e tanti auguri di ripresa per la tua malattia
Eh si luigi delle dichiarazioni post wembley ne abbiamo gia ‘ discusso in un articolo di qualche giorno fa, dichiarazioni certo non felici