Enzo Tirotta, storico leader della Gradinata Sud, ha preso parola su Facebook per rivolgere un appello a tutti i tifosi della Sampdoria che domenica saranno a Marassi per l’attesissima sfida contro il Napoli. Sappiamo tutti che non sarà una partita come tutte le altre. Negli ultimi anni la rivalità con i campani è diventata trascendentale, tra cori reciproci di scherno che diventano di “discriminazione territoriale” solo se rivolti agli azzurri. Ma non è questo il momento di polemizzare. Dopo i 43 minuti di silenzio rispettati dalla tifoseria genoana durante l’ultima partita contro l’Empoli, i gruppi della Sud hanno risposto organizzando una raccolta fondi benefica in favore degli sfollati di ponte Morandi. Domenica – è importante ribadirlo – davanti a tutti i settori dello stadio saranno messe in vendita delle magliette blucerchiate al prezzo minimo di 5 euro, il cui ricavato sarà destinato a iniziative che saranno curate e seguite dagli stessi organizzatori. Il clima che si è venuto a creare a Genova dopo la vergognosa tragedia dello scorso 14 agosto è animato al tempo stesso da cordoglio e voglia di ripartire. Tutto sarebbe vanificato, secondo Tirotta, dai soliti cori contro i napoletani. Di qui il suo appello pubblico alla tifoseria blucerchiata che riportiamo integralmente qui sotto.
“Doveva arrivare anche la prima volta dopo samp napoli del maggio scorso. Sono successe tante cose da allora, la (semi) contestazione a ferrero, le sue (solite) stupide dichiarazioni, la sentenza della lega, la sentenza della perbenissima opinione pubblica nazionale, le accuse di razzismo.
Possiamo adesso avventurarci nei soliti discorsi sulle disequità delle punizioni date alle società meno “potenti” rispetto alle potentissime, possiamo dibattere sulla discriminazione territoriale, sul razzismo nel calcio, su quanto è giusto o sbagliato, sulla simpatia del napoli e dei napoletani, e probabilmente ci troveremmo tutti d’accordo. Poi però ci sono questioni di opportunità, furbizia, intelligenza, scaltrezza e convenienza che ci impongono di misurarci con il mondo che viviamo, quindi di ricordarci che questa volta pagheremmo doppio qualsiasi inciampo in cui dovessimo incorrere. Attenzione, io sono CERTO che non sono cori razzisti, sono CERTO che la nostra è rivalità calcistica, ma sono altrettanto CERTO che l’opinione pubblica ci salterebbe addosso e di conseguenza pagheremmo un prezzo altissimo un altro errore simile.
E arriviamo all’evento che ho volutamente tralasciato nel breve elenco precedente: il crollo del ponte!
Il 14 agosto abbiamo subito uno stupro! Noi genovesi siamo stati violentati nell’anima, è stata stuprata la città, abbiamo visto nostri amici uscire di casa con sacchetti della spesa pieni di vestiti, abbiamo assistito attoniti a funerali di massa di uomini donne e bambini che avevano il solo torto di fidarsi del prossimo.
Abbiamo assistito a tutto questo e chissà a quanto ancora dovremo assistere prima che una sorta di “normalità” si riappropri di Genova e della nostra vita.
Bene, io credo che oggi più che mai, domenica più che mai, la Sampdoria, ma noi tifosi ancora di più, non potremo permettere a nessuno di additarci a ciò che non siamo, io credo che non possiamo e non potremo farlo per senso dell’onore, di rispetto nei confronti della nostra città ferita, per cordoglio nei confronti di chi ha perso la vita, per non dover mai sentire qualcuno rinfacciarci cori inutili in un momento così tragico.
Quello che dico lo dico con il cuore in mano, lo dico non disconoscendo nessuna delle rivalità calcistiche, lo dico con la consapevolezza che ognuno dovrà fare la sua parte, lo dico ribadendo che anche nelle logiche “ultrà”, ci sono momenti in cui ci si ferma e si ragiona.
Lo dico da colpevole, perché nella mia vita da tifoso ho sempre onorato le amicizie ed anche le rivalità con coerente comportamento.
Lo dico perché Genova violentata ha bisogno anche di piccoli segnali, e se non li diamo noi genovesi non possiamo poi pretenderli da altri”.
4 commenti
Come non essere d’accordo?
Tutto giusto e corretto quello che è stato scritto ed io aggiungo che, nella tragedia del ponte, tra le 43 vittime, sono morti 6 giovani ragazzi napoletani e quindi c’è un motivazione ancor più grande per superare il “campanilismo” e rispettare il dolore di questa gente che ha sofferto come noi genovesi.
Assolutamente d’accordo.
Vado oltre e dico che mantenendo le rivalità sarebbe quasi ora di incitare per novanta minuti la Samp nelle prossime partite senza più pensare agli avversari di turno.
Concordo ma mi sa che noi che scriviamo qui abbiamo tutti piu’ di 40 anni, a 20 sei piu’ irruento e magari agisci diversamente