VIVIANO 7 – Impegnato per la prima volta da quando indossa la maglia blucerchiata, fa piacere scoprirlo preparato dopo un anno di muffa nella gelida terra d’Albione. Evita la beffa finale sul sinistro di Floccari grazie ad una reazione da campione, da “gatooo” come direbbe il mai troppo lodato Altafini, ma si dimostra reattivo anche in precedenza (vedi la respinta in due tempi sulla manganellata da fuori di Magnanelli al 16′ del primo tempo). Dopo anni di portieri anonimi, efficienti ma poco incendiari, sembra l’uomo giusto per la porta blucerchiata, in grado di conferire sicurezza al reparto. Sereno è colui che riesce a tenere la barra sempre a dritta, senza mai perdere la bussola, diceva Capitan Findus. DECISO COME UN BUON TRANCIO DI TONNO PINNA GIALLA.
DE SILVESTRI 6 – Per lo stallone di Roma una prestazione come le case di un tempo, solida e decorosa. Non è il caso di aspettarsi troppe discese sulla fascia, piuttosto azioni di contenimento. Lo chiameremo Pampers quest’oggi: assorbe e contiene. Oddio, per la verità ha provato un affondo dei suoi, ma il suo contropiede è stato fermato fallosamente a metacampo dal rude piastrellista glabro Magnanelli (che verrà ammonito). Qualche sofferenza in ripiegamento, qualche sbavatura nelle diagonali, ma sostanzialmente si guadagna la sufficienza. PAGNOTTA CALDA
GASTALDELLO 6.5 – Positiva prestazione del capitano. Con la estrosa e genuina collaborazione del buon Silvestre riesce ad annullare il malnato Zaza, attaccante dalle fattezze di un muhjaiddin, senza disdegnare inserimenti offensivi. Si fa ammonire al 35′ per un eccesso di affettuosità nel controllo dell’attaccante lucano, ma questo non inficia la valutazione finale. GRANA PADANO, IMPOSSIBILE FARNE A MENO.
SILVESTRE 6.5 – Sinisa ha trovato l’uomo giusto in difesa? L’ex catanese sembra voglioso di riscatto, di carriera, di vita, di ogni cosa, anche se dice di non essere ancora all’apice della forma. All’altezza della situazione già contro il mortaccioso Toro, si conferma a pieni voti anche in trasferta: puntuale nel gioco aereo, non lascia spazi agli attaccanti neroverdi sbrogliando più di una matassa potenzialmente pericolosa. SAPORITO E SAZIANTE COME UNA BUONA OMELETTE.
REGINI 6 – Avvio difficile per Vasco l’illusionista. Rientrato dalla squalifica e schierato sulla fascia sinistra, sembra piuttosto impacciato in fase difensiva e poco attivo in quella offensiva (dove segnaliamo solo iniziative sporadiche e poco efficaci). Dovrebbe essere la stagione della consacrazione: può ancora esserlo, ma deve ritrovare il giusto mood, una buona base, un groove capace di fargli intonare “oh yeah, i’m feelin’ good” al più presto, prima che fiocchino “gli spari sopra”. IMPEPATA DI COZZE, UN GRAN PIATTO, MA TALVOLTA LETALE.
PALOMBO 6 – Passi avanti per il nostro caro Angelo, non solo anagraficamente. Copre la difesa con consumata avidità e sagacia e, soprattutto, capisce al volo quand’è il caso di indietreggiare ogni volta che un compagno prova sortite offensive. Lotta e suda, suda e lotta. LASAGNA AL FORNO, PIATTO SENZA TEMPO.
OBIANG 5,5 – Meno brillante della settimana scorsa: talvolta impreciso nei passaggi, mette il suo atletismo al servizio della squadra. Lavoro duro, lavoro per puri di cuore. E lui lo è. Ma niente di insolito: non è nato per verticalizzare, né per spennellare calcio d’autore. Si è conquistato il posto da titolare, ma quanto durerà? Sufficienza anche per lui, comunque. BRODO VEGETALE.
SORIANO 5.5 – Prestazione svenevole come un pezzo di Wilma Goich: poco efficace in avanti, si accontenta di sostenere svogliatamente la difesa solo quando è proprio necessario. Si fa notare facendo decollare in orbita un corner di Palombo ad inizio ripresa. Sottotono, sotto effetto stono, cantavano un par di decenni orsono i pionieri dell’hip hop italiano Fish & Tormento… PETTO DI POLLO BOLLITO.
(RIZZO 6 – Sufficienza di stima per il giovane talento genovese emerso nelle scorse stagioni in quel di Modena. Esordiente in A da ex canarino svezzato da Novellino, sente aria di match stracittadino (oggi rimo come un rapper da salotto, pardon); cerca comunque di non farsi condizionare dall’emozione e non commette errori marchiani, dedicandosi soprattutto al contenimento. ANTIPASTONE MISTO DI SALUMI E FORMAGGI, DELIZIOSO E DA RIPROPORSI).
EDER 5.5 – Partita difficile per l’infaticabile Martino Cittadino. S’impegna, ma non riesce a sfruttare le occasioni che passano tra i suoi delicatissimi piedi sudamericani. La marcatura di Antei (nome che mi ricorda l’Antani di “Amici Miei”) è rude ed efficace: il difensore neroverde si fa ammonire, ma riesce a minimizzare le offensive del brasiliano con destrezza (vedi al 25′, quando un’azione a porta vuota viene sventata da una scivolata del difensore, apparentemente non fallosa). Si fa vedere all’inizio, servendo Silvestre di testa nell’azione che potrebbe portare alla rete di Gabbiadini dopo appena tre minuti. JULIENNE DI ZUCCHINE E CAROTE, IMPALPABILE ED INUTILMENTE SOFT.
(BERGESSIO n.g. – Una decina di minuti e un sinistro debole in pieno recupero finito tra le braccia di Consigli. Poco spazio per il Toro in queste prime partite, complice lo stato di grazia di Okaka. Sinisa sembra comunque intenzionato a schierarlo nel match infrasettimanale col Chievo. Eccellente per la cronaca, ci dicono, la cover di Nikita (B. Taupin – E. John) che il caro argentino regala a pochi intimi negli spogliatoi dopo il match. PANE E MORTAZZA).
GABBIADINI 5.5 – Acciaccato, mostra comunque spruzzate di arrampicata verso il cielo: al 3′ prova a creare scompiglio nella difesa locale prima con una conclusione centrale, poi su ribattuta (ma spara alto). Buoni i cross per Eder al 37′ (brasiliano anticipato da Consigli) e Silvestre al 40′ (su punizione, ma l’argentino non riesce ad arrivarci di testa). Non particolarmente fortunate le galoppate personali: prova l’incursione al 7′ della ripresa, ma la conclusione è deviata in corner da Brighi. Cerca comunque di fornire il consueto apporto senza egoismi. PIZZOCCHERI ALLA VALTELLINESE…
(SANSONE 5 – Opaco ed impreciso, persino fiacco e dormiente. Dorme in piedi come un cavalluccio scazzato e non riesce a farsi vedere dai compagni in 25 minuti di gioco. Ben più pericoloso il suo omonimo in maglia neroverde. Labbra di fuoco e gambe veloci, ma corse (poche) fini a se stesse. ZUCCHERO FILATO).
OKAKA 6 – La difesa avversaria prova ad annullare la sua irruenza, riuscendovi solo in parte. Dinamico, vorace, insaziabile nonostante la possanza, duella senza paura con i marcatori (costringendo Peluso ad un placcaggio da ammonizione) e riuscendo a tratti a mostrare la classe e l’esplosività che lo contraddistingue da quando indossa la nostra maglia. Poche le conclusioni personali: una girata persa sul fondo e un destro respinto dall’ex interista Taider. NUTELLA, ONCE YOU TRY BLACK YOU NEVER COME BACK.
SINISA 6 – Poco da rimproverargli. Schiera la migliore formazione possibile (approfittando del rientro di Regini) e, almeno nel primo tempo, la scelta sembra essere quella giusta. Nella ripresa inserisce due esordienti stagionali (Rizzo e Sansone) e Bergessio, ma il Sassuolo è in ripresa e, nel finale, rischia anche il colpaccio. Ad ogni modo, la difesa c’è (Viviano e Silvestre in particolare)ma in attacco si soffre se Okaka (nonostante il suo apporto sia stato comunque positivo) viene marcato stretto, Manolo non è al massimo della forma e soprattutto il centrocampo non dà ossigeno. Ma miglioreremo o saranno pattoni. LO CHEF HA GLI INGREDIENTI GIUSTI, E’ SOLO QUESTIONE DI AGGIUSTARE LE DOSI, E POI IL GRANDE PIATTO SARA’ IN TAVOLA.