VIVIANO 6,5 – Peccato per lo spiovente finale di Paloschi, palombella bastarda e figlia della disperazione, che il portiere non riesce a deviare e che sancisce la fine della sua imbattibilità. La sua prestazione è stata comunque decisiva. Nel primo tempo non è granchè impegnato, non molto lavoro per lui, anche perché il Chievo riesce a finalizzare poco e senza mai rendersi pericoloso. Nella ripresa invece è cruciale e decisivo: respinge opponendo una delle sue poderose fette alla conclusione ravvicinata di Botta al 17′, al 28′ allontana con un pugno un pericolosissimo cross di Biraghi (lontano parente del re dei formaggi grattugiati) e, subito dopo (29′), un tiro da lontano di Birsa, lo sloveno che quando lo vedo giocare mi ricorda tantissimo un uomo con la borsetta. Salva il risultato ma capitola alla fine, come un guerriero sfiancato dopo una estenuante lotta, facendosi trovare troppo lontano dai pali. Dà comunque una sensazione di prontezza e sicurezza che non vedevamo dai tempi di Storari. CONOSCE LE CERTEZZE NELLO SPECCHIO, COME CANTA LUCIO LIGABUE.
CACCIATORE 6 – Appare in crescita, più stantuffo del solito, si vede che sbava dalla voglia di esibirsi nella sua premiata “epilectic dance”, magari sotto la Sud. Qualche sbavatura in difesa, ma (per Diana!) chi è senza peccato scagli la prima pietra! Alcune sue discese culminano in cross precisi, morbidi e vellutati, poi all’improvviso si avventura anche in una punizione dal limite, in mancanza di Gabbiadini: risultato scarso, spara sulla barriera, fucilata cieca ma cattiva. Poco dopo, qualche protesta del Chievo per un suo presunto fallo di mano, ma l’arbitro non abbocca. Si conferma in ogni caso una preziosa alternativa come esterno. UNO SGUARDO AL FUTURO, UN ESTERNO DA RIPROPORRE.
GASTALDELLO 7 – Fondamentale argine contro un Maxi Lopez – gallina arrabbiata – in cerca d’autore. Riesce a bloccarlo senza ricorrere a falli inutili né perdere la calma, come il buon contadino che riesce sempre a ricondurre il pollame nella stia. Ciliegina sulla torta, la rete del vantaggio (seconda stagionale): a pochi metri dalla porta il Capitano vede il lancio di Romagnoli, si libera e infila Bardi seccamente, facendolo gridare come neppure una moglie durante la prima notte di nozze. Anche successivamente non disdegna incursioni in avanti, premurandosi comunque di non lasciare varchi pericolosi agli avversari. SEMBRA RINGIOVANITO, GALLETTO VENETO IN CERCA DI NUOVA VITA.
ROMAGNOLI 7 – Esordio eccellente per il talento di scuola romanista: comprensibili per un quasi ventenne le sbavature iniziali sul rodato Maxi ma Gastaldello si rivela un’ottima chioccia, tanto per restare in tema. Ciò detto, entra rapidamente in partita, ricambia la cortesia al compagno con un bell’assist e, nel finale, si rivela match-winner insaccando all’altezza del secondo palo il clamoroso assist di tacco di Okaka. Un po’ distratto sul gol della bandiera di Paloschi. INDUBBIAMENTE TALENTO, PECCATO IL PRESTITO SECCO.
MESBAH 6,5 – Schierato al posto di Regini, il trentenne algerino non manca né di grinta né di precisione. Sbaglia qualcosa all’inizio, emozione comprensibile, cerca talvolta l’azione personale ma si becca il pronto rimbrotto di Sinisa che lo rimette subito in riga. Punto nel vivo, svolge il suo compito senza commettere errori e, nel finale, si concede anche una bella sgroppata tonific-c-ante sulla fascia, che culmina in un sinistro preciso sventato in tuffo da Bardi. ALI’ MESBAH E I QUARANTA PALLONI.
MARCHIONNI 6 – Titolare al posto di Palombo, viene schierato davanti alla difesa, frangiflutti atipico, lui che ama cosi tanto svariare a guisa di scheggia impazzita tra le linee. Si tratta in ogni caso di un compito assolutamente all’altezza delle sue possibilità e che svolge in maniera non appariscente ma efficace. Autore di alcuni buoni lanci in avanti, cala lievemente nel finale, forse anche per l’età non più verde. MI RAMMENTA FRED ASTAIRE, LA VITA E’ UNA PISTA DA BALLO OVE DANZARE. SIEMPRE.
(PALOMBO N.G. – Un quarto d’ora per inserire forze fresche, anche se vetuste, in un momento vivo dell’incontro. Sudore, odore di sottopalla sudato e grande corsa per il vice capitano. LUI NON MOLLA, MAI!).
KRSTICIC 5,5 – In difficoltà: Nenad s’impegna dall’inizio alla fine, ma, nell’ansia di volersi rendere nowhere-man in mezzo al campo, sbaglia molti passaggi. Opaco nella ripresa, si fa notare per un calcio di punizione destra, deviato in corner dalla difesa avversaria. VAI NENAD, RIPIGLIATI!
RIZZO 5,5 – La sua prima volta a Marassi parte in salita: l’enfant du pays, infatti, si fa ammonire dopo nemmeno tre minuti, eccesso di ormoni ed emozione nostrana. Si fa condizionare, non incide molto né in fase di spinta né in fase di contenimento. Gli concediamo comunque l’attenuante emotiva. Sinisa lo sostituisce nell’intervallo con Pedro. CHE DIRE? DA RIVEDERE. PARAFRASANDO: LA NOTTE SI FA SCURA, E RIZZO FA PAURA.
(OBIANG 6,5 – L’amour ritrovato? Parrebbe di sì: un tempo di gioco ma decisamente su di giri. Lotta su ogni pallone, testa, cuore, gambe e verga masai. Prova a recuperare tutto quel che gli capita a tiro, randella e lotta con inconsueto ardore, da guerriero abituato a non abbattersi. Non sempre centra l’obiettivo ma la voglia di riemergere dopo un periodo buio si vede. IL BUE SOPPIANTA L’ASINELLO).
SORIANO 6,5 – Ufficiale di complemento e uomo di raccordo al servizio dell’attacco, prova sempre l’inserimento: se Okaka è il braccio lui è la mente, lucida e lungimirante quando serve, utile sia da trequartista che da centrocampista. SERGEANT BOB AND HIS FABOLOUS WET HAIR.
OKAKA 7 – Vero e proprio uomo grosso, corre ovunque: a volte lo trovi anche in difesa a tentare di recuperar palla e di innescare il contropiede. Spettacolare l’assist di tacco per Romagnoli. Sembra instancabile dall’inizio alla fine: propone e si propone, mai stanco, si spacca in quattro per la squadra e a volte sembra quasi peccare di altruismo quando potrebbe concludere di persona. Schierato a sorpresa dall’inizio, speriamo che si ripeta anche nel derby. INCOMMENSURABILMENTE OKAKA.
BERGESSIO 5,5 – Un po’ bloccato, intimidito o semplicemente in serata no. Forse avrebbe bisogno di maggiore continuità d’impiego: si nota solo per una conclusione deboluccia al 33′ (servito da Soriano); anche per lui, si può fare lo stesso discorso di altri: impegno indubbio ed indiscutibile ma, al momento, poca concretezza. Per dovere di cronaca, si ripete nel suo hobby preferito: da applausi la sua cover, eseguita sotto la doccia dopo il fischio finale, di “Take a look around” dei Limp Bizkit. Lui cantava e, nel frattempo (ci dicono), Sinisa colpiva il sacco. LA FELICITA’ E’ ESSERE SE STESSI.
(EDER 6 – Tenuto a riposo inizialmente in vista del derby, il Cittadino entra e prova a creare scompiglio nella difesa clivense con le sue sgusciate e le sue meditazioni calcistiche sulla gioia. Efficace, si fa notare per un’avanzata imperiosa verso l’area ma, al momento di servire il piazzato Okaka, s’incaponisce, facendosi rubar palla dal marcatore. UN PO’ ARRUFFONE, CACIARONE, COME LA LOREDANA BERTE’ DEI TEMPI D’ORO).
SINISA 7 – Turnover per molti ma non per tutti: dentro dal primo minuto volti nuovi (Mesbah, Romagnoli, Rizzo e Marchionni) ma Sinisa conferma (in alcuni casi a sorpresa) Viviano, capitan Gastaldello, Okaka e Soriano. Un mix ardito a pochi giorni dal derby ma il risultato ha dato ragione al condottiero serbo. L’attacco è sempre sulle robuste spalle di Okaka, funambolo da un quintale, assistito dall’ufficiale di complemento (e di raccordo) Soriano. Azzeccati anche i cambi: oltre ad Obiang, anche Eder e Palombo hanno dato il loro fresco contributo in una fase concitata. 8 punti in 4 partite, gioco e carattere: non poteva esserci viatico migliore per domenica. DOMENICA SPACCALI TUTTI!!!