VIVIANO 6 – Inattivo ma sempre pronto in quelle rare volte in cui è necessario far fischiare la brezza dei suoi voli tra i pali. La nostra solida difesa neutralizza gli eventuali pericoli prima che possa intervenire. Solo un mezzo grido esacerbato su una conclusione granata ravvicinata nella ripresa, a seguito della pressione degli attaccanti ospiti su Obiang. Ma l’ottimo fiorentino dai lineamenti sornioni mette in salvo la palla prima che si tramuti in una reale minaccia. IL LEMURE
DE SILVESTRI 6 – Avvio spettinato: davanti a sé trova un Molinaro plasmato a pistone tuttocampo, ben oliato da quel cagnaccio di Ventura, ed è per questo che il pornocursore resta sulla difensiva, ben attento a non sgusciare fuori dai diktat imposti dal nuovo modulo di Sinisa. Col passare del tempo “colui che viene” tira fuori il proprio savoir faire, la vecchia grinta che lo ha reso famoso come il principe delle coltri, the new millennium cummer, e cresce progressivamente fino a diventare impeccabile come una fellatio di Sasha Grey. Limita le sue antiche sortite da stantuffo, è vero, ma anche i migliori hanno bisogno di una sosta per ricaricare la sacca, una tantum. IL MANDRILLO.
GASTALDELLO 6.5 – Prestazione alla Peter Pan, ovvero senza ombra alcuna, per il capitano: sa che il Torino può essere particolarmente insidioso in contropiede e non lascia mai scoperta la propria posizione, soldato attento nella protezione della sua trincea. Una disattenzione su Quagliarella in area nella ripresa poteva costare cara, ma fortunatamente non ci sono state conseguenze. IL FALCO
(ROMAGNOLI s.v. – Esordio per il jolly difensivo tatuato di scuola romanista: pochi palloni toccati (in maniera assolutamente logicamente razionale) in una decina di minuti scarsi di gioco. La prima impressione è che il ragazzo possa essere una buona alternativa in difesa, considerata anche la sua versatilità. IL CANGURO).
SILVESTRE 6.5 – Prima prova da titolare per il sudamericano sostituto di Mustafi dopo l’esordio palermitano. Non sfigura affatto, nonostante la scorsa stagione avesse sempre aspettato invano l’imbeccata della sorte che non lo ha mai, di contro, guardato in faccia. Positivamente difensore: blocca Larrondo, Quagliarella ed Amauri con una certa autorevolezza, si nota la sua voglia di ritornare ai fasti catanesi dopo qualche anno opaco. Bravo nel gioco aereo, nel primo tempo sventa di testa in area un assist da sinistra potenzialmente pericoloso. IL CONDOR
CACCIATORE 6 – Poco appariscente ma abbastanza efficace la sua prova sulla sinistra in sostituzione dello squalificato Regini. Stesso discorso di Lollo: le difficoltà riscontrate nel primo tempo contro la prorompente verve degli esterni di Ventura lo inducono a limitarsi alla fase difensiva, ma no… non scambiamola per timidezza. MAI! Il ragazzo sa spingere, ed il tempo ce lo mostrerà, vedrete. Va meglio nella ripresa, anche perché dalla sua fascia il Toro spinge meno, spompato e matato. IL CAPIBARA, INNOCUO ALL’APPARENZA, FASTIDIOSO SE PROVOCATO
OBIANG 6.5 – A volte si rivede il Pedro d’una volta: ruba, sradicandoli con tutte e tre le gambe, palloni ai berberi e burberi torinisti con efficacia e leggiadria alla Roberto Bolle (non troppa, però: nella ripresa si fa ammonire in modo un po’ gratuito e rischia un pasticcio difensivo in area). E’ presto per dire se sia tornato L’Amour che tutto fa tacer, ma la pubalgia è svanita e le premesse ci sono tutte. Sgobba duro nel centrocampo, hard workin’ e carezze piumate, taglia la legna e fa ripartire le azioni. LEPRE, UN DURO DAL PELO MORBIDO.
(KRSTICIC s.v. – Un buon quarto d’ora finale, senza errori ne finezze. Il minutaggio è tuttavia troppo limitato per potergli dare un voto. IGUANA, IMMOBILITA’ E RAZIOCINIO).
PALOMBO 6.5 – Nonostante una prestazione concentrata principalmente sulla fase difensiva, tenta (riuscendovi spesso) qualche verticalizzazione in scioltezza, destinata soprattutto agli esterni, soprattutto nella ripresa. E’ il vecchio saggio che fa quel che può, ma è funzionale alla squadra. TARTARUGA, EMBLEMA DI SAGGEZZA E NOBILTA’.
SORIANO 6.5 – Il suo lavoro è fondamentale per la manovra blucerchiata: triangoleggia con Gabbiadini nell’azione che porterà alla punizione del vantaggio, si intrufola con sapienza d’antan anche nella punizione che porterà alla traversa di Gabbiadini. Si fa sentire a centrocampo ed è autore di una moltitudine di inserimenti. Averlo fatto esplodere, detonare come tritolo puro (speriamo definitivamente) è uno dei grandi meriti di Sinisa. GABBIANO, VOLA VIA, INEFFABILMENTE LEGGERO.
GABBIADINI 7 – Freeclimber e cecchino, pirata e signore, puttana e sposa. La punizione dal limite dell’1-0 è perfetta; ritenta il colpaccio nella ripresa, quasi dalla stessa posizione, ma centra una fragorosa traversa che ancora è li che tremola per la paura. Utilissimo quando arretra sulla linea di centrocampo, ormai capisce al volo quando si tratta di servire i compagni, oppure di tentare la conclusione personale. CAMMELLO, LAVORA SODO ED HA GUIZZI DI INTELLIGHENZIA NON DA POCO.
OKAKA CHUKA 9 – Monumento di ebano dallo sguardo apparentemente spaesato: punto di riferimento offensivo per i compagni, non si risparmia per nemmeno un secondo. Il marcatore è il rude polacco Glik, noto per il suo fare tignoso e gli interventi piuttosto spicci; aiutato dalla stazza, Stefano se lo porta a spasso, lottando ma riuscendo a farsi sempre vedere dai compagni nei momenti giusti. Da antologia la seconda rete: si porta a spasso il polacco e l’ex genoano Moretti sulla fascia, per poi accentrarsi e andare a segno con un preciso diagonale angolato, rasoiata secca come la puzzotta di un bisonte ben pasciuto. Un’azione degna del miglior Weah per un giocatore che, fino a sei mesi fa, incredibilmente sembrava destinato all’anonimato in Serie B. BISONTE, POTENZA A VAGONATE
(BERGESSIO s.v. – Pochi minuti per lui, ma l’impressione generale è quella di un giocatore attento a non sprecare palloni, preciso nei passaggi. VOLPE, FURBESCAMENTE PUNTERO).
EDER 6.5 – Presente in campo, anche se il suo lavoro è meno evidente di quello dei due compagni di reparto. Corre e suda come pochi, prova la conclusione personale nel primo tempo, quando però è troppo lontano dalla porta e avrebbe fatto meglio a passarla ai compagni piazzati. Non ripeterà l’errore in seguito. CAVALLO DI RAZZA, GALOPPA COME UN FULMINE.
SINISA 7,5 – Il generale carismatico schiera la formazione migliore contro il velenoso Toro di Ventura e ottiene una prova ineccepibile dai suoi. Nessun attendismo né tatticismo, ma lotta senza quartiere su ogni pallone. Bene centrocampo ed attacco, la scelta del trigambuto Obiang è apparsa azzeccata, il Toro è stato tatticamente annichilito. TIGRE, OCCHI AFFAMATI E GRINTA CARISMATICA.