Domenico Motisi, giornalista siciliano ed ex firma di “El Mundo”, presenta l’aria che si respira in casa rosanero in vista del match che domenica alle 15 vedrà sfidarsi allo stadio “Ferraris” Sampdoria e Palermo.
L’avvicendamento tra Ballardini e De Zerbi ha portato grande entusiasmo a Palermo. Ma cosa è cambiato di concreto?
«Rispetto a qualche settimana fa la squadra ha molta più consapevolezza nei propri mezzi. Grazie al lavoro tattico e psicologico del nuovo allenatore, che ha prodotto un risultato immediato, nelle ultime partite il Palermo ha giocato molto di più palla a terra e senza buttare mai via il pallone, anche a costo di prendersi qualche rischio».
E dal punto di vista tattico?
«Tutti si aspettavano che De Zerbi puntasse da subito sul suo solito 4-3-3. E infatti, al suo debutto in panchina contro il Napoli il mister ha schierato la squadra con questo modulo, pagando l’eccessivo sbilanciamento in avanti con una pesante sconfitta. Ma dalla partita successiva il mister si sempre è affidato a un più solido 3-4-2-1, un modulo più prudente che ha dato maggiore equilibrio alla squadra».
Come sta il Palermo in questo periodo?
«Molto bene, lo dimostrano i 4 punti conquistati tra Atalanta e Crotone. Sabato scorso il Palermo ha perso in casa contro la Juventus ma la prestazione è stata convincente. La corazzata di Allegri ha vinto soltanto grazie a un’autorete e nel finale ha rischiato di prendere gol. Segno che il Palermo è veramente in palla».
Tornando al 3-4-2-1 di De Zerbi, quali sono gli uomini più importanti del collettivo palermitano?
«Il punto di riferimento principale è Gazzi, centrocampista di grande sostanza di cui il mister si fida ciecamente tanto da averlo spostato addirittura in difesa nel finale della partita contro il Crotone: un azzardo che si è rivelato decisivo per recuperare il risultato. Oltre a Gazzi, che fa girare la squadra in attesa del pieno recupero di Bruno Henrique, il calciatore più valido tecnicamente del Palermo è Diamanti, a cui aggiungo due nomi a sorpresa: l’ex blucerchiato Rispoli e soprattutto Aleesami».
Come ha fatto il centrocampista norvegese ad ambientarsi così in fretta?
«In effetti, neppure il tifoso più ottimista si sarebbe aspettato un rendimento così alto da parte di questo giocatore. Acquistato dal Goteborg, a mio avviso Aleesami è la vera sorpresa del Palermo di questa stagione. Il ragazzo è un esterno completo, a tratti addirittura devastante, che insieme a Rispoli copre molto bene le fasce».
E per quanto riguarda il resto della squadra?
«Quest’estate il Palermo ha fatto un mercato non da serie A. Ha venduto i giocatori migliori (Gilardino, Vazquez, Sorrentino e Maresca) puntando su molte scommesse a prezzi di saldo. Tolto Diamanti il livello tecnico della squadra non è altissimo, ma De Zerbi sta riuscendo a tirare fuori il massimo da giocatori come Nestorovski e Posavec, senza dimenticare le certezze rappresentate da Gonzalez e Hiljemark».
Il Palermo è sempre al centro dell’attenzione mediatica per via di Zamparini e della sua fama di mangia-allenatori. Che rapporto c’è tra tifosi e presidenza?
«L’amore che ha legato per tanti anni Zamparini a Palermo è un lontano ricordo. Con i mille cambi di allenatore decisi negli ultimi anni e le grandi difficoltà della squadra il presidente si è giocato tutto il credito conquistato con la serie A e l’Europa. Nessuno in città dimentica il grande lavoro svolto dalla società per riportare il Palermo nel grande calcio ma oggi, nei tifosi rosanero, prevale un sentimento di stanchezza e di rabbia. Ormai il presidente non ha più le stesse motivazioni di un tempo e forse farebbe bene a lasciare ad altri l’incarico».
A tal proposito, come prosegue la trattativa per la cessione del Palermo all’imprenditore italo-statunitense Frank Cascio?
«Al momento siamo a un punto morto. Cascio, ben visto dal popolo rosanero per le sue origini palermitane, ha formulato un’offerta ufficiale che Zamparini ha rifiutato per mancanza – a suo dire – delle necessarie garanzie. Una spiegazione che non ha convinto i tifosi del Palermo, convinti che dietro al rifiuto del presidente ci sia un motivo preciso: Zamparini non vuole vendere a Cascio, ma a una cordata cinese pronta a garanzie ben più consistenti del magnate americano dell’edilizia. Il presidente ha detto che aspetta a breve un incontro con la delegazione cinese e si è detto molto fiducioso».
A compromettere il rapporto con i tifosi anche l’ultimo mercato estivo, vero?
«Il tifoso palermitano medio è stato un po’ illuso. Non tanto per le mille scommesse prese dai campionati minori europei, ma per le vicende Cassano e Balotelli. A un certo punto Zamparini aveva puntato tutto su di loro senza avere una vera alternativa semmai i due avessero – cosa che poi è avvenuta – rifiutato l’offerta del Palermo. E poi la questione Bergessio: firma, non firma, è già qui, non ci interessa… Un pasticcio che ha contribuito a rinfocolare gli animi della tifoseria rosanero».
Ma alla fine qual è stato il rimpianto più grande dell’ultima sessione di mercato?
«Non avere preso un centravanti vero. La squadra gira ma manca di una boa affidabile. Sarebbe bastato uno come Iemmello, De Zerbi lo conosce bene e secondo me avrebbe segnato 15 gol. Ma ormai…»
ROBERTO BORDI