Prosegue la trattativa tra la Lega Calcio e il famigerato advisor Infront per la concessione dei diritti televisivi dal 2015-16 al 2020-21. Ieri, infatti, si è concluso con una fumata nera l’incontro tra il rappresentante dell’advisor Bogarelli e quelli della Lega Lotito e Agnelli, con il presidente della Juve a prendere le parti delle cosiddette “sette sorelle” (tra cui la Sampdoria), ossia della fazione “dissidente” pronta a richiedere una diversa ripartizione dei diritti, anche prendendo in considerazione le proposte pervenute da altri advisor.
Non c’è stato nessun accordo: com’è noto, infatti, Infront ha proposto un mandato di 6 anni alla Lega, con un minimo garantito di 900 milioni nel primo triennio e di 930 nel secondo, vagliando nel contempo la possibilità della creazione di un canale televisivo monotematico gestito dalla Lega. I rappresentanti della Lega hanno rilanciato con una proposta di contratto 3+3. In soldoni, contratto di tre anni rinnovabile a condizione che vengano raggiunti determinati obiettivi, ossia che la Serie A riesca ad incassare nel primo triennio 1.15 miliardi di euro, 150 milioni in più rispetto alle entrate attuali. Per quanto riguarda il minimo garantito, le società avrebbero richiesto 1 miliardo di euro, soglia minima per concedere la commissione ad Infront (2,8% sul mercato nazionale e 4% su quello internazionale).
Le parti sono ancora lontane dall’accordo definitivo, il tempo comincia a stringere e si ha l’idea che, in qualche modo, verrà trovato un faticoso compromesso, frutto di limature e concessioni da una parte e dall’altra. Ma quando e, soprattutto, a quali condizioni?