QUANTO CONTA UN ALLENATORE
Quanto conta un allenatore in una squadra di calcio? Tanto? poco? tutto?
Nel nostro caso tutto.
Forse solo la mia rubrica e questo blog scrivevano di quanto fosse possibile un’altra Sampdoria con gli stessi interpreti, nonostante gli EVIDENTI limiti tecnico-tattici dei singoli.
Serviva un lavoro mentale, in primis, oltre che un differente approccio tecnico tattico.
Sinisa è il vero leader, sta facendo un lavoro sublime da mental coach, da trascinatore convinto e determinato, con una metodologia all’avanguardia, e coaudiuvato dal grande tattico Emilio De Leo. L’organizzazione dei loro allenamenti instaura una sana competitività tra gli interpreti: ora si sentono tutti importanti alla stessa maniera, quando vengono chiamati in causa.
IL MATCH E LA GRINTA RITROVATA
Ci presentiamo per l’ “impossibile” sfida di San Siro senza Kristicic squalificato. Al suo posto gioca Soriano.
Sinisa conferma il 4-2-3-1: Da Costa in porta, De Silvestri a destra, centrali Mustafi e Gastaldello, Costa a sinistra. Centrocampo a 2 con Obiang e Palombo. Davanti Gabbiadini a destra, Eder a sinistra e Soriano dietro l’unica punta Pozzi.
L’inter risponde con il consueto marchio di fabbrica di Mazzarri: 3-5-1-1 con Handanovic in porta, difesa a tre con Campagnaro, Rolando e Juan Jesus. Centrocampo a 5 con Zanetti a sinistra, Alvarez, Cambiasso, Taider e Jonathan a destra. Guarin dietro l’unica punta Palacio.
In fase di non possesso il modulo dei neroazzurri si trasforma in un 5-3-1-1 ,mentre in fase di possesso, sulle note ripartenze di mister Mazzarri, si punta ad un offensivo 3-4-3 con Guarin e Alvarez, liberi di spaziare dietro a Palacio.
Noi giochiamo con i 2 esterni d’attacco a piedi invertiti, in modo da poter sfruttare un loro rientro in fase offensiva per un pericoloso tiro in porta o per uno sviluppo veloce centrale, con taglio sui 3 centrali difensivi e l’appoggio di Soriano e Pozzi.
Partiamo subito determinati, baricentro alto con un pressing aggressivo ed offensivo: cerchiamo di fare noi la partita fin da subito, andando alla ricerca continua del pallone.
Il possesso palla della difesa è ancora lento e insicuro, ma abbiamo un ottimo Soriano libero di svariare per suggerire le 3 punte. In fase di non possesso Roberto si occupa di non far ripartire l’azione centrale dell’inter, sempre alla ricerca della profondità su Palacio e dell’inserimento di Guarin e Alvarez.
Riusciamo nel disegno tattico del trio Sinisa-De Leo e Nenad, e gli esterni dell’Inter sono costretti a ripiegare spesso in fase difensiva, non riuscendo ad impensierirci.
Il buon inizio dura 15 minuti. Poi esce fuori l’Inter che, alla prima vera occasione, segna il goal del vantaggio. Splendida azione di Alvarez che ubriaca Gabbiadini con due finte e mette un cross sul secondo palo, con Costa che prova ad intercettare la palla di tacco, fallendo. Guarin tira e trova un sorpreso Da Costa, forse in ritardo per aver recuperato la posizione centrale sul cross, ma comunque impreparato sulla parata.
1 a 0 ed un altro errore difensivo. Forse sarebbe utile spiegare ai difensori che non stanno giocando in Brasile, nel Botafogo, e non devono intercettare i palloni in fase difensiva con il tacco!
Perdiamo la bussola per un quarto d’ora, poi usciamo alla grande grazie all’intuizione di Sinisa che cambia Eder con Soriano.
Fuffa Eder, poco propenso al sacrificio, non rientrava quasi mai e sugli esterni Costa veniva spesso aggredito in un 2 contro 1 pericoloso da Taider e Jonathan.
Chiudiamo il primo tempo con l’infortunio di Gastaldello, sostituito da Regini. Al 45′ minuto il possesso palla è in perfetta parità.
L’OTTIMO SECONDO TEMPO
Iniziamo il secondo tempo più aggressivi, in cerca del meritato pareggio. Forse il mister ha chiesto alla difesa di salire e cercare di eliminare il troppo spazio che la separa dai 2 centrali di centrocampo.
Si destreggia bene il redivivo Palombo. Male invece Obiang, poco dinamico, impreciso e indeciso nei contrasti. Confermo il mio pensiero: Obiang si trova molto più a suo agio in un centrocampo a tre.
Dopo il palo di Guarin riusciamo a chiudere ogni varco all’Inter con il nostro palleggio e la nostra determinazione. Fatichiamo, è vero, ad impensierire i nerazzurri con azione pericolose, ma siamo vivi e creiamo almeno 5-6 palle goal, purtroppo non finalizzate dagli attaccanti.
Al 17 minuto del secondo tempo l’Inter ricorre ad un 3-4-1-2: con l’uscita di Taider, Guarin torna a centrocampo e Kovacic si mette alle spalle di Palacio ed Alvarez.
Mazzarri vuole lavorare su quello spazio che spesso si crea tra Obiang e Palombo e la difesa a 4: vuole chiudere la partita.
Noi stringiamo i reparti, siamo più corti e rimaniamo concentrati e determinati. Rispondiamo con l’uscita di Pozzi per Sansone che si mette dietro a Eder, unica punta, al 25 del secondo tempo.
L’Inter retrocede nella propria metacampo. Fisicamente siamo superiori e diventiamo anche pericolosi.
Mazzarri prova a chiudersi con l’inserimento del mediano Mudingay per Guarin.
Sinisa risponde inserendo Renan per lo stanco ed insufficente Obiang, mossa che si rivela vincente: serviva maggiore dinamismo per gli ultimi 8 minuti, ed ecco che arriva il gran tiro di Renan che regala il meritatissimo, forse stretto, pareggio ai blucerchiati.
Finisce 1 a 1, ma siamo stati superiori per possesso palla, per tiri in porta e per azioni create… Un’ottima SAMPDORIA!
E ORA LAVORIAMO SUI DIFETTI
Ecco l’altra Sampdoria possibile che chiedevamo, ecco il cambio mentale e di gioco che doveva esserci.
Ora cerchiamo di lavorare sui difetti che abbiamo riscontrato: possesso palla ancora incerto e lento, poca cattiveria sotto porta, spazio tra i reparti, e distrazioni difensive. A questo si dovrà rimediare preparando la partita fondamentale con il Catania.
Sinisa ha ragione ad insistere con il gioco offensivo, dimostrando di credere in tutti i giocatori e creando quella competitività che fa emergere il gruppo: si deve lavorare sull’intero collettivo.
Visto che in questo momento per noi l’allenatore conta moltissimo, forse tutto, speriamo che le sue parole su eventuali rinforzi a gennaio siano ascoltate per rimediare agli errori di un incredibile campagna acquisti estiva: dobbiamo raggiungere un obiettivo diventato POSSIBILE… come la nuova Sampdoria. BRAVI CONDOTTIERI