Queste le mosse vincenti di Giampaolo in Sampdoria Torino.
In fase di possesso il Mister opta come sempre per un’uscita ed una costruzione dal basso, con i due centrali difensivi che cercano di far uscire la punta centrale che dovrebbe schermare le linee di passaggio per Torreira, con l’aiuto di Valdifiori, per trovare il nostro mediano libero di impostare per vie centrali, una zona che cerchiamo con particolare insistenza.
Visto il pressing alto del Torino ci troviamo già a partire dalla costruzione bassa in una situazione di 3 contro 4, ma riusciamo con grande coraggio a uscire sempre con il pallone tra i piedi grazie ai movimenti giusti dei centrocampisti e terzini.
L’ampiezza la troviamo con i nostri terzini: Giampaolo cerca di dare equilibrio con la spinta offensiva di Pereira a destra bilanciata a sinistra dalle avanzate offensive di Praet.
Quando attacchiamo sugli esterni è molto bravo e intelligente Fernandes ad andare in aiuto al terzino e alla mezzala in modo da cercare superiorità numerica. Questo accade sopratutto a destra, una mossa studiata per approfittare della poca attitudine difensiva di Lijajc.
C’è grande lavoro delle mezzali e di Torreira come quantità e qualità. Lavorano sia in ampiezza che in profondità e cercano il movimento di Fernandes che prova a prendere alle spalle Valdifiori.
Anche oggi i tre centrocampisti ed il trequartista risultano essere i giocatori con più km percorsi.
I due attaccanti giocano stretti e vicini per sfruttare le combinazioni centrali ad alta velocità che potrebbero impensierire la difesa granata, spesso in parità numerica visto l’atteggiamento difensivo del loro mediano.
In fase di non possesso portiamo grande pressione già a partire dalla loro costruzione bassa, con diversi accorgimenti in relazione alle scelte effettuate dal Torino.
Gli attaccanti centrali si alzano sui difensori centrali aperti sulla linea laterale dell’area, ma sono molto bassi sulla linea di fondo. Le mezzali giocano a metà strada tra le mezzali di parte ed il terzino che si trova nella metà campo difensiva, mentre Fernandes gioca su Valdifiori.
La linea difensiva a 4 resta alta a centrocampo, stretta e corta con il resto della squadra, con marcatura preventiva su Belotti.
Appena il Torino è in fase di possesso e il suo mediano si sposta sul lato palla, Fernandes scivola veloce sulla mezzala, la nostra mezzala in zona palla si alza sul terzino mentre la punta più vicina e Torreira prendono Valdifiori causando una grande densità di uomini in zona palla, non lasciando spazio per le ripartenze e il possesso palla dei granata.
Questi movimenti vengono fatti con scivolamenti veloci ed aggressivi e con i tempi giusti. Il Torino non riesce quasi mai a svilluppare la sua costruzione e spesso è costretto alla giocata diretta di Hart sui terzini che “spizzano” per la punta esterna o per il movimento in ampiezza della mezzala.
Nello sviluppo del gioco e del possesso le punte lavorano sui due centrali. Fernandes va sul mediano davanti dalla difesa. Quando le mezzali escono sui terzini Torreira (a protezione della difesa) gioca sulla mezzala lato palla e la mezzala opposta stringe verso il centro cercando di coprire il cambio gioco che potrebbe metterci in difficoltà.
Siamo molto corti ed organizzati quando pressiamo alti. Torreira spesso si stacca aggressivo sul mediano cercando di prenderlo alle spalle.
Gli Avversari.
La fase di possesso del Torino è basata sulla ricerca del fraseggio corto, un possesso palla ragionato ed organizzato per catene di gioco sugli esterni. Centralmente si affidano ai movimenti di Belotti, all’inserimento delle mezzali e all’accentramento degli esterni offensivi a piedi invertiti. Occupano tutto lo spazio dell’arco offensivo ed attaccano con 7 uomini.
Le mezzali giocano molto alte e lavorano sugli inserimenti centrali senza palla a ridosso della punta.
L’ampiezza è garantita dalla grande spinta dei terzini.
Lijajc è quello che ha più libertà di gioco, spesso converge verso il centro per giocare alle spalle di Belotti. Il serbo ha grande inventiva e capacità di creare superiorità numerica.
A causa della nostra aggressività il Torino non riesce a sviluppare un gioco fluido, spesso è costretto al rilancio sull’attacco alla profondità dei suoi attaccanti.
Vediamo anche una grande attenzione nelle transizioni per ripartire in contropiede: Valdifiori cerca di accelerare il gioco con delle giocate ad un tempo di gioco sugli inserimenti delle mezzali e sul movimento dentro il campo delle punte.
In fase di non possesso il Torino si si schiera con un 4-1-4-1 molto corto e stretto e con un’organizzazione differente rispetto al Sassuolo ed al Milan, due squadre che abbiamo affrontato e che attuano lo stesso sistema di gioco.
Sulla nostra costruzione gli esterni offensivi granata vanno tra i nostri terzini ed i centrali difensivi, Belotti va sul centrale difensivo in lato palla, le mezzali sono contrapposte alle mezzali se giocano centrali. Se invece si allargano se ne occupano i terzini. Valdifiori si alza su Torreira e la loro mezzala opposta al lato palla si muove verso Fernandes.
Sinisa prepara una marcatura preventiva aggressiva dei due centrali difensivi che si alzano sulle punte ed hanno il compito di tenere la squadra corta e stretta e di non far ripartire in velocità la Sampdoria.
Quando si stacca un centrale difensivo il terzino si accentra.
Il Toro gioca con grande pressing e baricentro alto a centrocampo, ma anche con fallo sistematico per non farci ripartire: ben 13 solo nel primo tempo..
E’ una partita di grandissima intensità, grande ritmo e velocità, con gioco spesso interrotto per la foga nei contrasti.
Vediamo grande densità a centrocampo ed in zona palla per l’organizzazione tattica delle due squadre molto corte e strette: si gioca in un fazzoletto. Il numero delle palle perse sono la fotografia della partita: 36 noi e 32 i granata. Passaggi sbagliati 21 noi e 27 loro.
Assistiamo a due modi di difendere diversi: mentre il Torino rompe la linea difensiva per avere i centrali aggressivi sulle punte, la nostra difesa marca in base al pallone e rimane sempre perfettamente in linea, brava nel mettere in fuorigioco gli avversari e nel cercare di non dare la profondità a Belotti che solo in un caso riesce a liberarsi ed andare al tiro fuori.
Il primo tempo si chiude con un paio di potenziali occasioni per parte ma con un grande equilibrio.
Nella ripresa il Torino parte forte ma noi rispondiamo con il solito grande atteggiamento caratteriale e al 5 minuto, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, troviamo il vantaggio con Barreto. Il goal è il giusto coronamento di una splendida partita del paraguaiano!
Al 15′ minuto entra Linetty per uno stanco Fernandes. Praet si sposta mezzala mentre Linetty va sulla mezzala sinistra.
Cambia leggermente l’atteggiamento difensivo: Giampaolo chiede a Praet di stare piu’ vicino a Torreira nella fase di non possesso, come fossero due mediani.
Il Torino prova a questo punto ad attaccare, con nostro conseguente abbassamento del baricentro. Prendono in mano il possesso palla e provano con dei cambi di gioco a creare superiorità numerica sul lato opposto, una situazione che leggiamo spesso bene riuscendo a scivolare con i tempi giusti.
Al 23′ minuto del secondo tempo rischiamo molto: Lijajc converge verso il centro e serve Belotti che apre a destra per Iago Flaque che crossa. Pereira non stringe verso il centro a marcare il taglio di Belotti che svetta e colpisce di testa, miracolo di Puggioni.
Al 24′ minuto entra Boye per Benassi per un 4-2-3-1 con Boje a sinistra, Belotti punta centrale, Lijajc trequartista e Iago Falque a destra.
Proviamo a ripartire in contropiede, lo facciamo bene ma spesso veniamo fermati da un fallo. Il Torino dietro è attento ma anche coraggioso a giocare spesso in parità numerica trovandosi ad affrontare dei duelli individuali.
Gli avversari non riescono comunque a creare pericoli, siamo bravi a difenderci in maniera organizzata e attenta, anche quando i granata provano un 4-2-4 con Lopez che entra al 33′ per Iago Falque e si sistema punta con Belotti al centro, Boye a destra e Lijajc nuovamente a sinistra.
Al 37′ minuto esce Praet per Alvarez. E’ davvero insufficiente la prova dell’argentino che riesce a perdere dei palloni importanti e a causare due punizioni che potevano crearci grossi problemi vicino all’area di rigore. Forse è il momento di concedere qualche chances a Djuricic.
Al 39′ minuto entra Acquah per Baselli ed al 43 minuto Lopez segna ma è in fuorigioco.
Al 49′ minuto, due minuti dopo il suo ingresso, Schick riceve un gran pallone lavorato da Linetty sull’esterno e segna il suo secondo goal in campionato calciando da dentro l’area di rigore: 2-0 e APOTEOSI A MARASSI!!!
Capitalizziamo al massimo i nostri tre tiri in porta e vinciamo una partita diventata battaglia. Battaglia sportiva dove i nostri giocatori con grande cuore, lotta e determinazione riescono a battere una squadra in grande forma.
Il lavoro del Mister è sempre più sotto gli occhi di tutti, non solo a livello tattico ma anche caratteriale: 8 giocatori su 11 sono gli stessi che lo scorso anno sembravano persi, smarriti e poco determinati sull’obiettivo da raggiungere.
Se Viviano afferma che Giampaolo è il miglior allenatore avuto in carriera, noi possiamo affermare che vedere una squadra giocare così bene e con queste qualità morali ci regala grande gioia e felicità…