Il rigore segnato da Pozzi, il pareggio di Valeri e un’atroce sofferenza trascinata fino al liberatorio triplice fischio dell’arbitro. Era il 2 giugno 2012 e la Samp di Iachini usciva dal Braglia di Modena con un pari che valeva oro, un 1-1 che qualificava i blucerchiati alla finale play-off per la promozione in Serie A. Quel pareggio è stato – ed è ancora oggi – uno dei pochi ricordi positivi legati agli scontri diretti con il Sassuolo, diventato negli ultimi anni una delle nostre peggiori bestie nere. In Serie A, Sampdoria e Sassuolo si sono affrontate complessivamente 10 volte. Il bilancio sorride agli emiliani con 5 vittorie, 3 pareggi e soli 2 successi blucerchiati, di cui uno a Marassi.
Qualcuno ricorderà il primo confronto in massima serie, un clamoroso 3-4 al Ferraris frutto di una giornata storta della difesa blucerchiata (vero Andrea Costa?). Era il 3 novembre 2013. Sei mesi dopo la vendetta dell’11 di Mihajlovic, 2-1 per la Samp con gol di Sansone e Okaka. Il bilancio tra Sampdoria e Sassuolo è rimasto in parità per un’altra stagione (0-0 e 1-1 nel campionato 2014/2015), ma il 6 dicembre 2015 gli emiliani fecero di nuovo a fettine la difesa della sgangherata Samp di Montella: 3 gol nel primo tempo seguite da una ripresa al piccolo trotto fino alla zuccata di Zukanovic. Al ritorno, nuovo squallido 0-0 reso memorabile dal rigore parato da Viviano a Berardi.
Il 20 novembre 2016 la tradizione negativa sembra essere confermata dallo 0-2 che il Sassuolo confeziona a Marassi nei primi 75 minuti, ma la Samp si sveglia e nell’ultimo quarto d’ora confeziona una delle rimonte più gagliarde della sua storia grazie a Quagliarella e Muriel. Al ritorno la Samp passa in vantaggio con l’ennesimo gioiello di Schick, ma nel secondo tempo la difesa di disunisce e stavolta la rimonta la subiamo. L’anno scorso il Sassuolo non è brillante come al solito, ma i blucerchiati non ne approfittano e tra andata e ritorno riescono nell’impresa di perdere per 0-1 e 1-0.
Quest’anno gli emiliani sono tra le sorprese più liete del campionato e fanno “paura”. Meglio così, almeno non li sottovalutiamo…