Appuntamento con gli aneddoti di Roberto C., grande tifoso doriano.
Il mio genetliaco cade il 2 maggio. Beh, facciamo compleanno visto che non sono persona illustre. Bene, quel giorno, per festeggiare come si conviene, decido di andare a pranzo, con la mia dolce metà, in uno di quei ristoranti dove il pesce viene servito con tutti i crismi e si esce sempre soddisfatti tanto per la qualità che, come si dice, per la location.
Si va a Quinto da Carmine e “casualmente” mi ricordo che questo era il regno per gli incontri goderecci della Sampdoro. Qui si davano convegno Vialli e Mancini (di cui si può vedere la maglia N. 10, in un quadro, sopra la cassa) e poi Pagliuca, Mannini, Vierchowod e tutti gli altri. In questo paradiso gastronomico si respira quell’aria festosa che ha impregnato la nostra vita di tifosi in quegli anni magici e irripetibili quando il gioco del calcio era ancora “un’altra cosa” e squadre come appunto la Samp, ma anche Cagliari e Verona, potevano fregiarsi del titolo di Campioni d’Italia. Siamo felici di averli vissuti e di quei tempi rimarrà un ricordo indelebile.
Oggi la mia immaginazione vaga verso quel passato di sogno e mi sembra di vederli, tra un bicchiere e l’altro, dopo una vittoria e con il sogno dello scudetto, un obiettivo da realizzare. Ed ecco la sorpresa. Mentre sto gustando un ottimo piatto di calamari entra una bella ragazza alta (la moglie Carolina) e subito dietro ….Antonio Cassano in maglietta. Con loro un amico. Sarà il famoso cugino? Si sistemano in terrazza nonostante la giornata non sia delle più calde. Dalla sala principale ogni tanto do un’occhiata e lo vedo molto sorridente e colloquiale. Non è triste e depresso. D’altronde come potrebbe?
Mi viene il desiderio di scambiare qualche parola, ma non sono il tipo che va ad importunare chi sta mangiando in compagnia. Ma il contatto è solo rimandato. Il destino vuole che si esca nello stesso momento. Mia moglie mi lancia la volata “Guarda un po’ lui in maglietta e noi tutti coperti!” Antonio sorride e allora prendo la palla al balzo. “Da quando lei…….” Non mi lascia finire. “Quale lei, a me devi dare del tu…” E me lo dice con un’espressione gioiosa che mi fa capire ciò che non avevo compreso del tutto dalle sue apparizioni pubbliche attraverso i media. Questa è veramente una persona speciale, non costruita, ma assolutamente genuina, molto bella “dentro”, e allora mi vengono in mente le parole che disse Alberto Moravia al funerale di Pier Paolo Pasolini “Qualsiasi società sarebbe stata contenta di averlo tra le sue fila. Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.”
Cassano nel suo campo è un poeta, un genio, un titano, ma in troppi non hanno colto questa sua particolare dimensione. Non hanno capito che un estro di quella fattura deve essere lasciato libero, in tutte le sue manifestazioni, e non bisogna tarpargli le ali ma permettergli di “volare” leggero, sciolto, senza lacci e costrizioni. Così, invece, è stato come rompere i pennelli a Vermeer o a Caravaggio, impedire di comporre a Beethoven o Mozart, nascondere la “penna” a Shakespeare o Proust.” Un vero delitto! E ciò perché, come dico sempre, il mondo è fatto di pochissimi “giganti” e tantissimi “nani” e questi non sopportano le “altezze”, in tutti i sensi.
E dunque ho continuato: “Da quando te ne sei andato, come direbbe Celentano, a Marassi si è spento il sole”. “Grazie” – “E sai cosa ti dico, con te vicino uno come Schick farebbe 45 goals” – “Questo lo credo anch’io.” In quel momento ho immaginato scene spettacolari, reti fantastiche, tifosi ai sette cieli. Ci siamo salutati cordialmente. E’ un vero peccato, per me, non poterlo più vedere sul prato del Ferraris. Dalle notizie che leggo pare debba approdare al Verona. Ne sarei molto felice anche per l’opportunità di vedere ricomposta la magica coppia Cassano-Pazzini. E sono sicuro che, con loro, la Hellas sarà la rivelazione del prossimo campionato. Certo lui resterà per sempre nella memoria sampdoriana, come pochi altri. E noi potremo sempre dire di avere visto un “alieno” con la maglia blucerchiata. Ciao Antonio e vivi sempre con il tuo grande spirito perché, come diceva Jim Morrison “la vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.”
ROBERTO C.
2 commenti
Anche fra i tifosi ci sono i nani,
A far le pulci alla cornice di un grande capolavoro…
Qui abbiamo perso la possibilità di vedere un genio, e molti a sparlare solo perché non era Il solito soldatino…
Arrivare da ciccione e restarlo per mesi è poesia incompresa? Mah. Proprio al ristorante lo hai beccato.